Autore:Rachid O; casa editrice playground; anno prima pubblicazione2006 ; pp 122
Trama:
L’autore presenta uno spaccato della vita marocchina degli anni settanta e ottanta. I temi della fuga da casa nell’infanzia e del figlio illegittimo della sorella vissuto come una macchia per l’onore della famiglia si uniscono qui al racconto dei suoi innamoramenti di adolescente per il professore, della paradossale sensualità del mese del Ramadan, ricordata con rimpianto dal narratore adulto.
Le mie impressioni:
Rachid O in questo libro parte dal principio della sua vita. Svela con estrema naturalezza e senza preamboli di tipo morale che già da bambino e adolescente amava indossare abiti femminili e truccarsi insieme alla sua migliore amica Saloua.
Il volume è scritto con una semplicità disarmante, il racconto a mo’ di fatterello, di un ragazzino attento a notare (ed annotare) tutti i particolari che vede intorno a lui. Registra con cura i primi “no” della vita, il distacco dalla madre che perde da piccolissimo. Nella sua vita avrà sempre come figura di riferimento una donna,come la madre e la zia. Ed è proprio dalle donne che si riuniscono in casa -ascoltatore poco considerato di una famiglia araba matriarcale- che Rachid sente parlare degli uomini e comprende di esserne affascinato. Romantico e dolce scrive lettere d’amore ai suoi innamorati, ed è una cosa splendida da leggere oggi dove gli adolescenti si esprimono con le emoticon sui telefonini. Rachid mi appare come un antieroe di altri tempi nel momento in cui apprendo che aveva anche il coraggio di consegnare le missive ai destinatari.
Eppure a Rachid manca una figura maschile che lui ricerca nei suoi fidanzati molto più grandi lui. Per lui nulla è mai un problema, il candore che gli appartiene dalla nascita gli fa vivere tutto con naturalezza e una bella dose di infantilità, anche nel rapporto con l’Islam (da cui non si fa influenzare), nel rapporto in “odore” di incesto con il nonno, nella fastidiosa descrizione della sua circoncisione, nel sentirsi vecchio a 20 anni perché i suoi amanti lo preferivano minorenne. Insomma lui fa sembrare tutto “quasi” normale e naturale senza però rimanerne incantato.
Vero anche che le descrizioni delle cose che gli succedono sono, a mio avviso, troppo didascaliche, ciò fa sembrare questo volume un “diarietto di un teen” come quello di Melissa P., ma molto meno esplicito. Il centro del libro sono le sue relazioni con gli uomini più grandi, che nel complesso non sono interessanti da leggere.