Autore: Saleem Hassan; casa editrice E/O; anno prima pubblicazione 2016; pp 316
Sinossi:
Rasa, un giovane omosessuale non dichiarato che vive con la dispotica nonna paterna Teta, di giorno lavora come interprete e di notte si divide tra il Guapa, un locale underground nel cui seminterrato si radunano clandestinamente i gay e le lesbiche della città, e il suo amante segreto, Taymour, che fa entrare nella propria camera da letto fino al giorno in cui la nonna li scopre.
Intanto il suo miglior amico, Maj, star drag queen del Guapa, viene arrestato all’interno di un cinema. I due eventi fanno precipitare la situazione già fragile di Rasa. Il matrimonio del suo amante Taymour con Leila, una ragazza della buona borghesia, fa esplodere definitivamente il precario equilibrio di Rasa.
Le mie impressioni:
Sullo sfondo della primavera araba si intrecciano la vita di Rasa e dei suoi amici,dove la situazione politica, la religione e la paura del peccato rendono molto difficile la vita di un giovane gay arabo. Dichiararsi? Sarebbe inaccettabile o meglio ḥarām. Eppure Rasa ha un forte legame con la famiglia e la sua città (mai nominata ma credo si tratti di Beirut), Un ragazzo che parla un fluente inglese ed è un ottimo osservatore della realtà che lo circonda, una realtà in subbuglio che rappresenta quasi il caos che ha dentro di se.
Questo più che un romanzo è un saggio politico, un libro che ti fa entrare nella testa di un gay arabo. Un ragazzo che vive il cambiamento politico e partecipa alle violente manifestazioni, per cambiare il suo destino di uomo gay costretto a vivere nell’ ombra. La vita in pericolo, e lui lotta per salvarla.
Molto bella la frase che dice ad un certo punto Rasa: “se a destra c’è una bomba, balleremo a sinistra”, che racchiude il senso di tutto il romanzo.
Non è un libro a tema LGBT come ce ne sono tanti, fatto di elenchi di incontri e prestazioni sessuali, con tanto di dettagli, no, qui la censura ed il pudore tipici della compostezza di un arabo si vedono tutti, ciò che affiora sono i sentimenti e la vergogna.
Il bar Guapa è un luogo dove nascondersi più che per divertirsi. Il suo amico Maj, molto effeminato, che offende la cultura araba solo per essere se stesso. Maj è ritratto con le sfaccettature tipiche della cultura gay pop occidentale che fanno di lui una triste macchietta.
Nonostante il libro sia bello corposo, la storia si svolge tutta in un paio di giorni della vita di Rasa, ci sono interi capitoli in cui si strugge con tristi ricordi, come la morte del padre.
Rasa raggiunge la fredda consapevolezza che si è liberi solo se si va via da un certo tipo di cultura, ma non puoi costringere nessuno ad essere libero.