Ci sono prodotti dell’industria alimentare capaci di andare oltre se stessi, fino al punto che il marchio ne diviene sinonimo. Esempi molto più che noti, a livello internazionale, sono la Nutella oppure la Coca Cola, ma, a codesta lista, è impossibile non aggiungere anche il famoso Auricchio. Il provolone, infatti, è conosciuto da tutti semplicemente per il suo nome e tutti lo abbiamo notato e, molto spesso, scelto e preferito sui banconi dei supermercati, persino all’estero. Ognuno di noi ha assaggiato, almeno una volta, questa specialità e, del resto, in molti non riescono a farne a meno, dopo essersi deliziati il palato,con buona pace degli intolleranti al lattosio.
Dunque, sicuramente, tutte le nostre tavole hanno visto sfilare questa prelibatezza – servita nei migliori antipasti o a parte – ; tutti i nostri appetiti, di frequente, se ne sono saziati, eppure in pochi ne conoscono le origini. Difatti, vi è da sapere che l’Auricchio nasce in provincia di Napoli, precisamente a San Giuseppe Vesuviano, nel lontano 1877, grazie alla “ricetta speciale” di Gennaro Auricchio, ovvero il famoso “segreto di don Gennaro”, il quale conferisce al provolone il suo sapore unico.
Ebbene, già alla fine dell’Ottocento il cognome dei produttori iniziava ad essere garanzia di estrema qualità e, consequenzialmente, le richieste divenivano sempre crescenti, tanto da indurre Antonio, figlio di Gennaro, ad investire anche nel cremonese per poter beneficiare di un maggior approvvigionamento di latte. Nella prima metà del Novecento, questa eccellenza casearia cominciava, a tutti gli effetti, a spopolare addirittura oltre l’oceano, negli Stati Uniti, tramite i tanti emigranti che la trasportavano con sé, quasi come a voler portare un pezzo di patria nelle terre lontane dove si recavano alla ricerca di fortuna.
I ritmi di crescita dell’industria, in quel periodo, erano impressionanti, ma il momento di massimo splendore per la produzione si è avuto, successivamente, con il Cavalier Gennaro Auricchio, figlio di Antonio, nonché nipote omonimo dell’inventore della ricetta. Il secondo Gennaro della famiglia si è appunto distinto in maniera straordinaria nella guida e nella gestione – persino durante gli anni difficili della guerra e della crisi – garantendo all’azienda di crescere notevolmente, di imporsi sul mercato transnazionale e di espandersi nella lavorazione e nella distribuzione dei formaggi, offrendo una vasta gamma di qualità, oltre il tradizionale provolone.
Non a caso, Gennaro Auricchio ha visto riconoscersi il titolo di Cavaliere del Lavoro, conferitogli nel 2001 dal Presidente Carlo Azeglio Ciampi. Tale meritata onorificenza ha pienamente ragione di essere, soprattutto considerando i molteplici posti di impiego che questa grande realtà economica, attraverso i suoi diversi stabilimenti, è stata ed è capace di offrire e garantire. E, in aggiunta, nel 2006, all’imprenditore è stata attribuita la Laurea Honoris Causa dalla Facoltà di Agraria dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, come ennesima prova di un’attività svolta sempre ai massimi livelli.
Gennaro Auricchio, purtroppo, il 23 maggio 2007 è venuto a mancare, ma vivo è il ricordo che egli ha lasciato in tutti coloro i quali hanno avuto il privilegio di conoscerlo e di collaborare con lui. L’imprenditore, infatti, si è distinto e consegnato alla memoria futura anche e soprattutto per le sue spiccate qualità umane, oltre che per il suo talento professionale.
Dopo di lui, la produzione è passata avanti di un’altra generazione, ma ovviamente il cognome degli Auricchio continua ad essere la definizione di eccellenza.
Senza dubbio, sulla storia di questa grande famiglia si potrebbe scrivere ancora tanto, ma l’articolista, dopo quanto scritto, inizia ad avvertire un certo languorino e dunque…pausa Auricchio!