Siamo abituati a pensare che le città all’est dell’Europa soffrano ancora di un’arretratezza economica e sociale, da noi italiani, ampiamente superata. Ci sono paesi dell’est che offrono cose belle da vedere ma che non sanno come valorizzarle e venderle all’estero. Uno di questi paesi è la Bulgaria.
Sofia, la capitale. L’ho di recente visitata.
Solito giro per il centro, per altro pulitissimo, metropolitana immacolata, shopping a profusione, visto che i prezzi sono bassissimi , al cambio un euro vale il doppio della valuta locale (Lev).
Sofia è una città piena di paradossi, tollera i gay basta che non si vedano in giro, ossia che non abbiano atteggiamenti equivoci. Non so se davvero le persone si siano, con il tempo, fatte condizionare, fatto sta’che io di gay o presunti tali davvero non ne ho visto in giro. La chiesa ortodossa influisce parecchio ed i bulgari sono in una trappola culturale/religiosa micidiale, una morsa tra la destra e la chiesa ortodossa.
I partecipanti al gay pride di un paio di anni fa sono stati oggetto di aggressioni ed una sessantina tra loro sono stati aggrediti con sassi ed uova, gli estremisti di destra e la chiesa hanno tentato di bloccare il pride definendolo immorale (che novità!!!). I rappresentanti del comitato ribattono che la Bulgaria fa parte della comunità europea ed il pride è un diritto dei cittadini.
È un discorso di apparenza, a parole sono accettati, basta che non si manifestino in pubblico.
Il gruppo gay principale in Bulgaria sono i Gemini. Hanno fatto un lavoro enorme per sensibilizzare l’opinione pubblica per far accettare i gay ed il loro modo di essere, per renderli liberi. I gay bulgari però non sembrano interessati ad associarsi ad un movimento e quindi a rendersi visibili, forse rifuggono dalle grandi organizzazioni come sono sfuggiti al comunismo?
Nel giugno del 2002 il parlamento ha finalmente abolito la norma del codice penale che prevedeva anche il carcere per i gay. Stiamo parlando di un paese civile, non del Burundi.
C’è però una singolarità, e si chiama AZIZ.
Aziz, star della musica pop folk bulgara, di origine rom è al contrario molto femminile, quasi una drag queen, ed è un vero e proprio divo. Sale sul palco in abiti femminili e truccato, pizzetto e capelli biondo platino, ma tutto tranquillo. Nessuno lo boicotta o lo crocifigge. Aziz si fa fotografare con il sedere al vento depilato e siliconato, i suoi video sono ambigui ed il suo show è pieno di gridolini ed ammiccamenti. Aziz è stato boicottato solo quando fece affiggere per le strade Sofia la foto formato poster mentre baciava suo marito (matrimonio non riconosciuto dallo stato bulgaro). E qui ritroviamo il “non mostrate in pubblico”. I suoi dischi vendono bene e lui inanella un successo dietro l’altro ed anche ha un suo show su un canale importantissimo della tv bulgara.
Contraddizioni. Quindi, perché Aziz è femminile e spopola in tv ed in radio e poi i gay non sono socialmente accettati? Aziz ha comunque deciso di abbandonare la Bulgaria perché è un paese conservatore che non lo tutela e lo riconosce.
Showman di serie A ma sempre cittadino di serie B
CONTRADDIZIONI solo CONTRADDIZIONI