Una brutta partita, di quelle che nei finali di stagione si vedono spesso e, temiamo ma anche lo speriamo, vedremo ancora. Dopo la squillante vittoria dell’Olimpico, chi si aspetta un bis del Napoli resta deluso: gli azzurri cadono ad Empoli dopo una gara condotta in modo disordinato e senza troppa organizzazione. Non possono essere un alibi le tante assenze iniziali e va anche detto che, a questo punto del campionato, le motivazioni azzerano spesso le differenze tecniche, ma nemmeno si può sottovalutare l’avvicinarsi del doppio confronto contro i Gunners.
Privo di diversi titolari, per scelta ma anche per precauzione, Ancelotti rilancia l’ottimo Luperto al centro della difesa insieme ad uno svagato Koulibaly; sulle fasce Mario Rui a sinistra, propositivo e disordinato al contempo, e Malcuit a destra: il francese pare aver momentaneamente smarrito la sicurezza e lo spunto e non essersi del tutto ripreso dal disastro di Napoli -Juve. In mezzo al campo turno di riposo per Fabian (giocatore totale e imprescindibile a parere di chi scrive) e allora giocano Allan e Zielinski, con Callejon e Younes sui lati. In attacco Milik e Ounas.
La gara è bella e combattuta, L’Empoli ha bisogno di punti e l’ottimo Andreazzoli disegna una squadra che abbina buona tecnica e grande pressing. Il Napoli non ha l’animus pugnandi dei giorni migliori e soccombe la prima volta con Farias che calcia dall’interno dell’area di rigore trovando la decisiva, e sfortunata, deviazione di Zielinski. La reazione del Napoli non c’è ma, poco dopo che Meret compie un autentico prodigio su Caputo, arriva il pari di Zielinski che con un potente tiro da fuori fa secco l’incerto Provedel.
Nella ripresa si capisce subito che la squadra di casa è maggiormente interessata ai tre punti e, dopo un paio di interventi ancora di Meret, è Di Lorenzo a trovare lo stacco giusto su azione d’angolo. Ancelotti prova a rimediare inserendo Fabian, Mertens e Verdi per Ounas (aria fritta l’algerino nel ruolo di partner di Milik), Younes (ancora non al top e normalmente soccombente negli scontri fisici) e Malcuit.
I partenopei attaccano ma non danno mai l’impressione di poter seriamente mettere in crisi la retroguardia toscana che si batte con furore: sono anzi i padroni di casa a sfiorare diverse volte la terza marcatura, trovando sempre Meret pronto a mortificare i loro tentativi.
Il due a uno finale è specchio fedele della gara: domenica c’è il Genoa, contestato dai tifosi dopo lo 0-4 subito dall’Inter. Una vittoria per consolidare il secondo posto e prepararsi al meglio alla trasferta di Londra, giovedì sera, vera gara della vita per tutti i napoletani.