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© 2022 Senzalinea testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Napoli n. 57 del 11/11/2015.Direttore Responsabile Enrico Pentonieri
Psicologia

Babbo Natale: una fantasia reale

Stefania Pelosi
Stefania Pelosi 3 anni ago
Updated 2019/12/20 at 6:37 AM
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6 Min Lettura
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Ormai le letterine a Babbo Natale sono state quasi tutte scritte ed inviate.
Alcune mamme e alcuni papà però, hanno iniziato a chiedersi: per quanto tempo ancora sarà opportuno nutrire la fantasia riguardo Babbo Natale?
Hanno iniziato a chiedersi: cosa succederà quando il loro bambino si renderà conto, una volta confrontatosi con i compagni che, l’omone dalla barba bianca, con il pancione, la casacca ed il pantalone rosso in realtà è solo una “fantasia” inventata dai genitori?
La figura di quest’uomo, insieme alla Befana, e a tutti i personaggi di fantasia “un po’ magici”, è importante per lo sviluppo dei bambini.
Questo perché, Babbo Natale arriva in una determinata fase dello sviluppo psichico.
Questa fase inizia verso i 3-4 anni e finisce verso i 9. È definita fase del Pensiero Magico ed è caratterizzata da fantasie che riempiono i vuoti lasciati dalla non comprensione della realtà.
È una fase in cui non esiste la logica deduttiva di causa effetto ma il bambino pensa per immagini. Crea un mondo magico fatto di fantasia, animali parlanti e personaggi inventati.
Crea un mondo dove il pensiero razionale non è ancora sviluppato. Dove non ci si chiede: quanti bambini esistono nel mondo? Come fa un omone grande e grosso a passare dal camino?
Crea un mondo dove gli eventi risultano collegati attraverso le somiglianze e le simpatie.
Questi pensieri aiutano il bambino nella conoscenza di sé stesso e lo fanno sentire parte del mondo.
Attraverso il mito di Babbo Natale il bambino si rapporta ai suoi genitori e al mondo reale. Anche se ha combinato qualche marachella e non è stato del tutto buono, sa che Babbo Natale lo perdonerà e gli porterà uno o qualche dono, per premiare la sua bontà.
Babbo Natale “serve” a costruire l’esperienza del perdono e dell’amore in una fase complessa della vita del bambino.
E… niente ansia!
I bambini piano piano, comprendono la differenza tra realtà e fantasia. Ragionano su dati di fatto non possibili realmente e si iniziano a chiedere: come entra Babbo Natale in casa se non ho il camino?

Quando il bambino, mentre cresce, inizia a mettere da parte il pensiero magico e utilizza sempre più il pensiero razionale, comincia a mostrare i suoi dubbi sulla figura di Babbo Natale. È quello il momento in cui i genitori devono essere pronti a sostenere il passaggio e a rispettare i modi e i tempi del loro bambino. Bisogna accompagnare il bambino nella scoperta razionale della non esistenza di Babbo Natale. Bisogna evitare di obbligarlo a non credere.
Se sentite la sua disponibilità a sapere la verità, confermate la sua intuizione. Spiegate come è nata la tradizione e che è un uomo realmente esistito. A lui si è aggiunta solo un po’ di fantasia.
Babbo Natale infatti, nasce con il vescovo cristiano “San Nicola di Bari”, un personaggio storico vissuto nel 300 in una città dell’impero bizantino. Il vescovo Nicola per diffondere il cristianesimo tra i bambini e le loro famiglie, nel periodo del freddo gelido dell’inverno, si recava con la sua lunga barba bianca, nelle abitazioni dei poveri. Portava ad ogni bambino un regalo preso da una slitta trasportata dai parroci.
Quando era piccolo rimase orfano e fu preso in cura da un ricco zio. Da questo ereditò le ricchezze che decise di distribuire ai bisognosi. Spesso cercava non farsi vedere.
Nel medioevo cominciarono a celebrare questo evento il 6 dicembre, giorno di san Nicola. I paesi protestanti invece, sostituirono il ruolo del vescovo con Santa Claus fino a quando poi Clement Clarke Moore, scrittore americano, diede vita alla fantasia dell’uomo dalla barba bianca e il pancione. In Italia, Babbo Natale fu portato dai soldati americani e inglesi.

Provate a chiedere al vostro bambino, lui cosa ne pensa. È così che saprete fin dove potete portare la presa di coscienza della realtà su Babbo Natale. Forse sarà necessario dire che mamma e papà sono aiutanti di Babbo Natale. Assecondate il far finta di credere dei bambini. Lo sanno bene che è una fantasia, hanno solo bisogno di mantenere il clima affettivo famigliare del Natale, un clima di condivisione e amore.
E se vostro figlio viene a sapere da altri che babbo natale non esiste?
Se vostro figlio è troppo piccolo per abbandonare il pensiero magico?
Ditegli che se lui ci crede, voi credete con lui che Babbo Natale esiste!
E se verso i 9 anni questa magica fantasia persiste?
Provate a raccontargli di come voi alla sua età ci credevate e come ora, lui è partecipe di un segreto da mantenere con i bambini più piccoli.
Poi ricordate, ai bambini raramente si spezza il cuore nel sapere che Babbo Natale non esiste.
Sono gli adulti che si sentono malinconici per non poter più credere al pensiero magico e alla sua magia.

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Stefania Pelosi Dic 20, 2019
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Pubblicato da Stefania Pelosi
Psicologa ad indirizzo sistemico relazionale
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