Più che a calcio, gioca ormai a poker il Napoli di Luciano Spalletti, che rifila quattro gol a domicilio anche alla Sampdoria e riconquista la vetta solitaria della classifica, restando a punteggio pieno dopo le prime cinque giornate di campionato.
Quella di Genova era una trasferta giustamente temuta, sia a causa della fatica accumulata nei due precedenti impegni esterni di Leicester e Udine, sia per il buon momento di forma degli avversari.
Gli uomini del tecnico di Certaldo hanno invece interpretato il match con grande autorevolezza, passando in vantaggio con Osimhen dopo un approccio aggressivo alla gara, superando indenni il momento di comprensibile reazione doriana (ottimo Ospina con due grandi parate in pochi secondi a metà primo tempo), e chiudendo la partita nel più breve tempo possibile.
Il colpo di biliardo di Fabiàn, la doppietta di Osimhen ed il siluro di Zielinski hanno consentito agli azzurri di mettere in ghiaccio i tre punti dopo meno di un’ora di gioco, controllando quindi il ritmo e sfiorando altre reti nella mezz’ora finale.
Più che l’invocata prova di maturità, quella del Napoli è stata una prova di forza: a Genova la squadra partenopea non ha però brillato solo per cinismo, ma è anzi riuscita, come in Friuli, a proporre un calcio estremamente piacevole, deliziando i tifosi azzurri come non accadeva da tre anni a questa parte.
Il Napoli di Spalletti è però ovviamente molto diverso da quello di Sarri, verrebbe da dire…diversamente bello: non più l’infinita ragnatela di passaggi estetici ed anestetizzanti, ma un calcio vario, fatto di possesso palla, improvvise giocate in verticale, rapidi cambi di fronte in orizzontale, azioni sviluppate su un lato e chiuse sull’altro; l’ennesima dimostrazione che si può giocare bene al calcio in tanti modi.
Ottima la prova di tutti, ma impossibile non sottolineare il dirompente impatto di Anguissa, semplicemente onnipresente nelle due fasi di gioco, e capace di combinare fisicità, rapidità e qualità in ogni giocata: dopo tante meritate critiche, va rivolto un meritato plauso al DS Giuntoli per questo autentico colpaccio di mercato.
Non è un caso che con l’ex Fulham al suo fianco, sia cresciuto esponenzialmente il rendimento di Fabiàn, libero di muoversi sul campo e molto più efficace sia in fase difensiva che di rifinitura o di chiusura dell’azione.
I maggiori meriti di questa partenza sprint vanno però ovviamente a Spalletti, che in pochi mesi sembra essere riuscito a trovare i giusti equilibri in campo (il Napoli produce molto subendo pochissimo) e a trasmettere serenità e consapevolezza ad ognuno dei suoi ragazzi.
Inutile sottolineare che la capolista è chiamata a confermare immediatamente quanto fatto vedere finora, a cominciare dal posticipo di domani sera (ore 20:45) contro il Cagliari di Mazzarri, subentrato a Semplici la scorsa settimana dopo un pessimo avvio di stagione.
I sardi, tra l’altro, sono stati autentici guastafeste nelle ultime due stagioni: fu una doccia fredda infatti l’1-0 del 25 Settembre 2019 firmato da Castro ai danni del Napoli di Ancelotti, anch’esso reduce da un poker esterno a Lecce e beffato nel finale dopo una gara piena di occasioni sprecate.
Ancora più atroce, però, fu il gol di Nandez, che agguantò gli azzurri (in vantaggio con Osimhen) negli istanti conclusivi del match giocato lo scorso 2 Maggio: quei due punti si sono rivelati decisivi, insieme all’ultimo sciagurato pareggio col Verona, per l’esclusione del Napoli di Gattuso dalla Champions.
Del resto, anche l’ultima vittoria interna contro gli isolani fu sudata e rocambolesca: il 5 Maggio 2019 servirono un gol (di testa!) di Mertens a cinque minuti dalla fine ed un rigore di Insigne in pieno recupero per rimontare i rossoblu, passati in vantaggio con l’ex Pavoletti, mai in rete col Napoli nei sei mesi trascorsi all’ombra del Vesuvio nel 2017.
Nel complesso, i precedenti sono in realtà decisamente favorevoli agli azzurri, che hanno vinto 20 delle 35 sfide giocate a Napoli in Serie A, pareggiandone 10 e perdendone solo 5.
Non sarà della partita l’altro ex calciatore napoletano in forza al Cagliari, lo sfortunatissimo Marko Rog, recentemente operato di nuovo ai legamenti del ginocchio infortunatosi lo scorso anno, cui vanno rivolti gli auguri di un completo recupero.
Il più atteso degli ex partenopei è però sicuramente il tecnico dei sardi, quel Walter Mazzarri che ormai quasi dieci anni fa, insieme ai tre tenori Lavezzi Hamsik e Cavani, condusse il Napoli allo storico ritorno in Champions League, a distanza di 21 anni dall’epopea Maradoniana.
La speranza dei tifosi azzurri, confortati da questo avvio folgorante, è che un altro tecnico toscano, Spalletti, ottenga lo stesso risultato alla fine di questa stagione: sognare di più forse si può, ma per ora non si dice.