Il 26 gennaio, ha compiuto 90 anni Corrado Augias e, solcato anche questo nuovo confine, si rilancia in questa nuova fase della sua carriera che lo ha ormai consacrato alla tv come uno tra i più amati e ascoltati giornalisti che conducono programmi di successo e allo stesso tempo di caratura storica e culturale. Per il pubblico un volto popolare e allo stesso tempo rispettato come lo erano quei personaggi che fino a un certo punto del secolo scorso animavano con la loro autorevolezza il piccolo schermo.
Scrittore, saggista, politico, giornalista e conduttore televisivo, un amore per la musica e la letteratura, e in genere per la conoscenza, appassionato difensore dei diritti e portabandiera di battaglie civili, quelle ispirate dalle infinite libertà che plasmano l’unicità degli individui.
In breve, un intellettuale.
Rammentiamo alcune sue opere di narrativa.
Quella mattina di luglio
Roma, 19 luglio 1943. La routine quotidiana di Flaminio Prati, commissario del quartiere San Lorenzo, inizia con la segnalazione di un delitto avvenuto in un anonimo appartamentino del rione. Ma mentre Prati indaga sull’omicidio di una giovane donna, tutto intorno cadono le bombe degli Alleati e i morti si contano a migliaia. E il commissario, uomo rispettoso del potere, inizia ad aprire gli occhi su una nuova realtà. Di fronte ai fatti inequivocabili di cui viene a conoscenza, è costretto a modificare i suoi valori. E soprattutto si pone nuovi interrogativi: che senso ha, in questo stato allo sbando, senza guida e senza futuro, riuscire a consegnare alla giustizia il colpevole di una singola morte, mentre gli assassini sono ovunque?
Quel treno da Vienna
Roma, 1911. La capitale è in festa per celebrare i cinquant’anni del Regno d’Italia. Tra l’inaugurazione di una mostra, la costruzione di arditi viadotti e le celebrazioni in pompa magna, il governo Giolitti si prepara alla poco gloriosa impresa di Libia con la quale spera di inserirsi nel “concerto” delle grandi nazioni europee. In questo scenario, un banale omicidio può rivelare un caso di spionaggio internazionale dai risvolti inaspettati in cui, tra gli intrighi di un quartiere residenziale, si muovono personaggi misteriosi. Primo romanzo di una trilogia italiana di spy stories il cui protagonista è nientemeno che Giovanni Sperelli – fratellastro del dannunziano Andrea – commissario di pubblica sicurezza alle prese con rischi mortali.
Clara studia “storia della psicanalisi”. La sera, seduta in cucina, rimane sveglia fino a tardi ad analizzare i casi delle “grandi isteriche” e le cronache del rapporto con i medici che le ebbero in cura: Freud, Jung, Charcot… In quei momenti sospesi, il piccolo appartamento in cui vive con il padre, il fratello e la nonna sembra spalancarsi in un abisso notturno, capace di riportarla indietro nel tempo e trascinarla nelle profondità di queste grandi narrazioni. Perché questo sono, prima di tutto: storie di vita, di corpi e di amori; ossessioni e incomprensioni, guarigioni e scacchi. Storie di donne. Ma poi, per curiosità più che per bisogno, Clara comincia a lavorare nel bar del fratello. E sarà allora che, tutt’a un tratto, la vita vera spazzerà via, con la sua forza e i suoi spigoli, gli anni di isolamento e di studio solitario. Abituata a confrontarsi con la teoria di un inconscio remoto, già catalogato e raffreddato, Clara si troverà alle prese con una vicenda misteriosa e ambigua, un omicidio che affonda le radici in un vortice di sentimenti incandescenti, di violenza e di colpa. Nel territorio violato delle periferie di oggi l’attende l’incontro con Wanda, una di quelle donne sopraffatte che per lei sono sempre state soltanto personaggi da studiare sui libri: scoprirà per la prima volta l’emozione e la paura di ascoltare, lei per prima, un cuore che si schiude, e che esige da lei una risposta.
Una ragazza per la notte
Angelica, giovane e ambiziosa cronista di un piccolo giornale romano, si trova per le strade periferiche della capitale quando assiste alla morte di un uomo. Spinta da Alberto, autorevole cinquantenne editorialista e suo amante, la donna comincia a indagare sul tragico evento ma finisce per imbattersi in un’altra intricata vicenda: la scomparsa dell’attrice Stella Panama. Improvvisi colpi di scena ribalteranno il corso degli eventi e il destino di tutti i personaggi di un romanzo che, fino alle ultime pagine, è regolato dalle leggi della suspense e da un sottile ma efficace sarcasmo.
L’ultima primavera
“L’ultima primavera” (1983) è il romanzo conclusivo di una trilogia narrativa di spy stories (gli altri due titoli sono “Quel treno da Vienna” e “Il fazzoletto azzurro”) pubblicata negli anni Ottanta in cui Augias affida a un unico protagonista, un fratello immaginario del dannunziano Andrea Sperelli, il compito di condurre le indagini. Dopo le inquietudini dell’impresa di Libia e i fermenti della Grande Guerra, in questa terza indagine Giovanni, sempre più scettico e disperato, si trova a doversi infiltrare nel neonato movimento fascista proprio alla vigilia della marcia su Roma; e soprattutto è costretto a scontrarsi proprio con lui, il fratellastro Andrea, spinto sempre più avanti sulla strada della dissoluzione dalle mille intemperanze, imprudenze e megalomanie che hanno costellato la sua vita. Mentre si chiude un’epoca della storia d’Italia e se ne apre, dolorosamente, una nuova.
Il fazzoletto azzurro
Roma, aprile 1915. Il clima dell’Italia è carico di tensione: il paese sta per entrare in guerra. In questo contesto l’ex commissario di polizia Sperelli si trova coinvolto in un’indagine colma di mistero e sospetto che, forse, in un altro momento storico sarebbe passata inosservata: la scomparsa di uno studente russo domiciliato in una piccola e misera pensione della capitale. Sperelli, già protagonista di Quel treno da Vienna, si vede costretto a fronteggiare un complesso caso di spionaggio internazionale connesso al conflitto mondiale che, di lì a poco, devasterà il paese. Pubblicato per la prima volta negli anni Ottanta, Il fazzoletto azzurro ha una trama perfettamente costruita e carica di suspense che porta in sé anche una minuziosa quanto evocativa ricostruzione della classe borghese del primo Novecento.