Il governatore campano Vincenzo De Luca ha firmato una particolare ordinanza sulla riapertura della scuola nella sua regione, prevista a partire dal 24 Novembre 2020 per le scuole dell’infanzia e per le prime classi della scuola primaria (ex elementare). Con decorrenza dal 16 e fino al 23 Novembre “restano sospese le attività educative in presenza dei servizi educativi e della scuola dell’infanzia (sistema integrato di educazione e di istruzione 0-6 anni) nonché l’attività didattica in presenza delle prime classi della scuola primaria”. Inoltre, ed in vista della ripresa “è dato mandato alle ASL territorialmente competenti di assicurare, dal 16 Novembre, l’effettuazione di screening attraverso somministrazione di tamponi antigenici, su base volontaria, al personale docente e non docente delle classi interessate, nonché agli alunni e relativi familiari conviventi”. Con decorrenza dal 16 e fino al 29 Novembre restano sospese le attività didattiche in presenza delle classi della scuola primaria diverse dalle prime, nonché quelle delle prime classi della scuola secondaria di primo grado e le attività dei laboratori. Le ASL con il supporto dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, organizzeranno a partire dal 24 Novembre, screening attraverso somministrazione di tamponi antigenici, su base volontaria, al personale docente e non docente, agli alunni interessati e relativi familiari conviventi in vista della ripresa delle attività in presenza a far data dal 30 Novembre, compatibilmente con il quadro epidemiologico rilevato sul territorio. Restano comunque consentite in presenza le attività destinate agli alunni con bisogni educativi speciali o con disabilità. Le aziende di trasporto pubblico locale dovranno modulare l’erogazione dei servizi minimi essenziali in modo da evitare il sovraffollamento dei mezzi di trasporto nelle fasce orarie della giornata in cui si registra la maggiore presenza di utenti.
La decisione del presidente della Regione Campania, criticata da alcuni, è stata appoggiata dalla maggior parte dei genitori. Fin dall’inizio dell’anno scolastico si è assistito ad un netto divario tra coloro che vedono nella scuola un potenziale rischio di contagio, per la comunità ed in particolare per i propri figli, e coloro che invece da tempo invocavano la riapertura delle scuole in Campania, unica regione italiana ad avere ancora le scuole chiuse. Perfino la zona rossa, che è il massimo grado di allerta assegnato alle regioni per quanto riguarda l’epidemia da coronavirus, prevede infatti la didattica in presenza per la scuola dell’infanzia (ex materna) per la primaria (ex scuola elementare) e per le prime classi delle scuole secondarie di primo grado (ex medie). In Campania, invece, le scuole di ogni ordine e grado sono ormai chiuse dal mese di Ottobre. Per coloro che credono che la DAD (didattica a distanza) si sia rivelata un fallimento, finalmente adesso si prevede una graduale riapertura anche se, come già spiegato, non tutti vedono di buon occhio la questione dal punto di vista epidemiologico. Il divario sembra essersi aperto perfino tra medici ed in particolare pediatri: la perplessità più grande riguarda la possibilità o meno di effettuare il tampone da parte del personale docente e non docente, nonché da parte degli alunni e delle loro famiglie; una scelta facoltativa che, almeno, avrebbe potuto essere considerata obbligatoria.