Ho sempre dato per scontato, erroneamente, che tenere un cane alla catena o in una gabbia costituisse un gravissimo reato.
Quello che purtroppo ho scoperto con estremo dispiacere grazie ad una petizione di “Save The Dogs” è che dal Rapporto “Verso il divieto di tenere i cani alla catena” emergono delle realtà agghiaccianti che variano di Regione in Regione.
Nonostante la Campania, sulla carta, figuri come regione virtuosa, in realtà specificando l’illegalità nel detenere un cane a catena, se si approfondisce legalmente la questione, si scopre che nel regolamento regionale non sono previste sanzioni, rendendo totalmente inutile questa norma che rimarrebbe impunita.
Questa situazione rende facile la trasgressione e frustrati i volontari, o chiunque sia sensibile alla salute degli animali, che impotenti assistono alla negazione delle minime esigenze di vita.
Fortunatamente l’Associazione Save the Dogs, che opera da due anni in Campania per l’attuazione del progetto #nonunoditroppo in collaborazione con l’Associazione Animalista Oreste Zevola, stanca di questa situazione ha creato, appunto, una raccolta firme con la speranza di arginare la follia di tutto questo e portare all’attenzione del Governatore De Luca la lacuna giudiziaria.
Firmare non solo è un nostro diritto, ma un dovere di tutti coloro che amano gli animali e la natura, ed è possibile farlo cliccando a questo link:
Se volete invece leggere l’appassionante report di Save the Dogs in collaborazione con Green Impact di cui abbiamo parlato all’inizio dell’articolo potete farlo invece qui:
https://www.savethedogs.eu/wp-content/uploads/2021/03/Rapporto-Cani-a-catena-ITA-e-EU.pdf
Ricordate che tenere un cane alla catena significa “lontano dagli occhi, lontano dal cuore” e chi si gira dall’altro lato è complice, ma come possiamo aiutare chi non ha voce senza il valido sostegno delle istituzioni che con severe sanzioni possano arginare l’ignoranza e la violenza?!
Spesso l’essere umano ha bisogno di paragoni a lui vicini per comprendere la violenza ed efferatezza di un gesto, pertanto vi invitiamo solo ad immaginare un bambino (incapace di verbalizzare) in una condizione di movimenti difficoltosi e limitati, costretto a vivere nei propri bisogni ed a mangiare e bere li vicino (se tutto va bene e viene alimentato), esposto a pericoli ed intemperie con la vulnerabilità estrema di non poter fuggire… passatevi una mano sulla coscienza e passate l’altra sul mouse e firmate.