Brutta serata per il Napoli in terra ucraina: la gara valida per la prima giornata della massima competizione continentale riporta i ragazzi di Sarri sulla terra. Il tecnico azzurro lascia fuori Mertens per inserire il gigante Milik, in mezzo al campo l’insostituibile Hamsik è in compagnia dei giovani Zielinski e Diawara. Le scelte purtroppo non si riveleranno azzeccate anche se, come sempre, nel calcio non esiste controprova. Infatti è proprio in mezzo al campo che i partenopei perdono la gara: male Zielinski, imbottigliato nel traffico creato ad arte dall’allenatore degli ucraini, malissimo Diawara, impreciso e svagato, addirittuta non pervenuto Hamsik, giustamente sostituito, per la sesta volta, all’ora di gioco. La gara è equilibrata ma il gol del vantaggio di Tayson, tiro dal limite lento ma preciso sul quale è parso poco reattivo Reina, è un colpo che il Napoli assorbe troppo lentamente. Si susseguono gli angoli (11-0 per gli ospiti alla fine), ma sempre senza esito. Dopo un salvataggio di Reina su Tayson il Napoli si risveglia e sfiora il pareggio in almeno un paio di occasioni, bravo e fortunato il portiere Pyatov prima a salvare su Insigne e poi a guardare un tentativo di autorete di un suo compagno sibilare a centrimenti dal palo . Il finale di tempo sembra promettere bene per la ripresa e invece arriva il suicidio di Reina che legge malissimo un cross apparentemente innocuo dalla destra facendosi scavalcare dal pallone, Ferreyra ringrazia e fa due a zero. A questo punto Sarri lancia nella mischia Allan e Mertens per Hamsik e Zielinski. Finalmente il Napoli prende quota, anche grazie al fisiologico calo dei padroni di casa. Bene, molto bene, Allan che diventa padrone del centrocampo e suona la carica. Il belga è una scossa per la squadra ma è poco assecondato dai compagni di reparto: Insigne è fuori partita per quasi tutti i novanta minuti accumulando errori su errori, Callejon si accende raramente. Al minuto 71, proprio Mertens si procura un rigore che un freddo Milik trasforma. Buona la gara del polacco, caratteristiche diverse ma una buona propensione anche al palleggio: il 4-2-3-1 disperato sembra dare frutti (oseremmo pensare che potrebbe essere utilizzato più spesso almeno nelle gare da sbloccare contro avversari chiusi): Ghoulam avanza e mette in mezzo tanti palloni seppur non sempre precisi, Diawara sale di livello grazie all’aiuto di Allan che pressa e combatte contro qualunque cosa in movimento sul terreno di gioco. Due le occasini clamorose, la prima con Callejon che, splendidamente servito dal guineano calcia di prima, sulla respinta del portiere nessun compagno è pronto al tap in; la seconda con Milik su splendida assistenza di Insigne, il polacco controlla bene ma calcia incredibilmente alto. Il forcing finale e i sei minuti di recupero (resosi necessari a causa delle ripetute e fastidiose perdite di tempo dei giocatori di casa) non bastano e la gara termina con un amaro 1-2 che sancisce la prima sconfitta stagionale dei partenopei.
Una sconfitta che potrebbe essere salutare, che va accettata nella considerazione che in Europa ci può stare di inciampare su campi insidiosi contro squadre esperte anche se tecnicamente inferiori. Nessun dramma, dunque, voltare subito pagina, riflettendo sugli errori della serata e preparare il derby al Benevento al meglio per restare aggrappati in testa alla classifica. La prossima gara, al San Paolo contro il Feyenoord, sarà già decisiva per la qualificazione: gli olandesi ieri sera sono stati asfaltati in casa dal Manchester di Guardiola con un eloquente 0-4.