Un’altra piccola frenata sul cammino tricolore: un Napoli imbottito di seconde linee non riesce a sfondare il bunker del Verona, e vede ridursi a 14 lunghezze il vantaggio sulla Lazio vittoriosa a La Spezia.
Gli uomini di Spalletti, nonostante l’80% di possesso palla, hanno costruito poco, giocando a ritmi troppo lenti e non trovando neanche le giocate dei singoli.
Il centrocampo, guidato da un Demme tornato titolare dopo quasi un anno, ha verticalizzato raramente, mentre Raspadori ha mostrato una condizione ancora approssimativa e Lozano, spostato sulla sinistra, non è praticamente mai riuscito a saltare l’uomo in velocità.
Qualcosa in più si è visto con l’ingresso dei titolari, su tutti Lobotka e soprattutto Osimhen, messo in campo negli ultimi 20′ per ritrovare il ritmo partita: il centravanti nigeriano ha creato quasi dal nulla l’occasione più pericolosa della partita, spaccando la traversa con un destro di prima intenzione dopo un triangolo involontario con un difensore veronese.
I partenopei hanno però poco da recriminare, visto che in pieno recupero Ngonge, in contropiede, ha addirittura fallito la rete della vittoria, graziando Meret dopo 30 metri di fuga solitaria.
Il vantaggio sulle inseguitrici resta rassicurante, visto che le milanesi non fanno meglio e che la Lazio , pur in forma smagliante, è ancora lontana e più impegnata a blindare il secondo posto che a rincorrere una vetta lontana, ma con la sfida di Torino con la Juventus in programma domenica prossima il Napoli farà bene a non concedersi ulteriori distrazioni.
Sul rendimento della squadra, inutile negarlo, ha pesato l’importantissima partita in programma stasera (ore 21): al “Maradona” arriva il Milan per il ritorno dei quarti di finale di Champions League, e gli azzurri dovranno provare a ribaltare lo 0-1 firmato da Bennacer a San Siro la settimana scorsa.
Spalletti dovrà fare a meno di Kim e Anguissa per squalifica, con Ndombele, ieri a riposo per squalifica, e Juan Jesus, autore contro il Verona di una prova senza sbavature, pronti a sostituirli.
Sulla fascia sinistra Mario Rui sembra favorito su Olivera, mentre tra Lozano e Politano il ballottaggio per una maglia da titolare in attacco durerà probabilmente fino alla immediata vigilia dell’incontro.
Sicuro invece l’impiego di Osimhen, sul cui ritorno il tecnico di Certaldo punta molto per rinvigorire un attacco che ha prodotto un solo gol su azione nelle ultime 4 partite.
Oltre al ritorno di “Air Victor” il Napoli potrà contare anche sul ritorno del tifo sugli spalti, avvenuto già contro l’Hellas e sancito da un incontro chiarificatore tra De Laurentiis e gli esponenti dei vari gruppi organizzati, per la gioia di chi invocava il solito compromesso all’italiana, vera rovina di questo paese, e con buona pace di chi auspicava che una volta tanto la legalità prevalesse sulla cura del proprio orticello.
C’è un solo precedente tra gli azzurri e un’italiana giocato a Fuorigrotta in campo europeo, e rappresenta una delle pagine più belle della storia del club in campo continentale.
Nel ritorno dei quarti di finale di Coppa Uefa, il 15 Marzo 1989, anche il Napoli di Maradona era chiamato a ribaltare lo svantaggio rimediato all’andata, in quel caso lo 0-2 del Comunale.
Un rigore di Diego mise subito la partita in discesa, e lo splendido raddoppio di Carnevale a fine primo tempo riequilibrò le sorti della qualificazione, facendo pensare a un’impresa possibile già nella ripresa.
La Juventus invece resse l’urto, portando la sfida ai supplementari: l’uscita dal campo di D10S sembrò l’inevitabile preludio alla lotteria dei rigori, quando al 119′ fu Renica, di testa, su azione insistita e cross di Careca, a beffare Tacconi facendo letteralmente esplodere il San Paolo.
Il Napoli, forse nel momento più delicato del suo percorso, ha avuto il merito di tenere aperta la qualificazione, e potrà giocarsi il tutto per tutto in uno stadio gremito, finalmente infuocato e con a disposizione il suo centravanti.
Serviranno determinazione, lucidità e qualità per compiere l’ennesimo capolavoro di questa fin qui straordinaria stagione, su cui il giudizio comunque non dovrà cambiare in base all’esito di questa partita.
Gli azzurri comunque hanno il diritto e il dovere di crederci: l’occasione di riscrivere la storia del Napoli, e di entrare a far parte delle 4 squadre più forti d’Europa, è a portata di mano.