Roberto Recchioni ritorna sul suo Ichi, spadaccino del Giappone feudale che abbiamo conosciuto nelle prime avventure della collana “Le Storie” Bonelli.
La redenzione del Samurai (n° 2) ci aveva introdotto Tetsuo, mentre in I fiori del massacro (n°15) abbiamo conosciuto Jun: in entrambi i racconti il deus ex machina era proprio l’anziano maestro di spada , cieco eppure letale, che ricompare al centro di questa terza avventura. Ichi convoca di nuovo i suoi allievi, rinforzando la squadra con un nuovo eroe, la bestia tonante Daisuke Nagata che dà anche il titolo al volume. Abbiamo detto volume? Sì, in questo caso Roberto Recchioni e Andrea Accardi (il disegnatore) approdano direttamente in libreria con un tomo di 112 pagine di pregevole fattura e di grande formato (22×30), edito direttamente da Sergio Bonelli, con copertina cartonata e stampa di alta qualità. Il che giustifica il prezzo di 18 euro.
Molto probabilmente verrà riproposto anche nel classico formato Bonelli, ma per ora ci si può “accontentare” di un gusto nella lettura più lussuoso.
Per tornare alla storia, Recchioni dimostra ancora una volta di conoscere molto bene il genere cappa e spada declinato alla giapponese, e lo fa con una trama scorrevole dal punto di vista narrativo ed entusiasmante per l’aspetto grafico. A ciò contribuisce il disegno pulito ed accurato di Accardi, che evita di cadere nella trappola di fare il verso ai manga e mantiene il suo stile da fumettista occidentale, dimostrando al contempo una solida cultura nipponica.
Ciascuna tavola, incluse le sorprendenti splash page (perfino doppie!), sono ampiamente fruibili e chiedono una lettura calma e attenta. La sceneggiatura tesa e drammatica è stemperata di tanto in tanto da scenette dal taglio più umoristico, che fanno da contraltare a dettagli più splatter, inevitabili nei combattimenti di spada.
Le sequenze di Il lampo e il tuono ricordano a tratti le scene volutamente grottesche e pulp di Kill Bill: certo, parliamo di due strumenti comunicativi del tutto differenti, eppure le movenze dei protagonisti e delle loro katane sono tutt’altro che statiche sulla pagina, e sanno bene come coinvolgere!
Il quartetto di samurai deve affrontare il sanguinario e folle spadaccino Ryu Murasaki, noto come Diavolo Bianco, la cui minaccia è piuttosto iperbolica, dato che ha l’abitudine di realizzare installazioni artistiche con arti e teste mozzate. Cosa che va a confermare il gusto cinematografico di questo fumetto. Del resto Recchioni non ha mai negato di attingere alle fonti di ispirazione più disparate per ideare le sue storie: lo spiega molto bene nell’articolo redazionale che correda ed impreziosisce il volume, e che non sarà incluso nell’albo in versione da edicola.
Accanto alla genesi ed al making of con i bozzetti e gli schizzi di Accardi, l’autore romano racconta i suoi debiti artistici nei confronti di Tarantino, Frank Miller, Akira Kurosawa e delle storie del medioevo giapponese. Dopo due avventure ben più che godibili, l’asticella dell’epopea samurai made in Bonelli è stata alzata di nuovo.