Capri non è solo lusso, faraglioni e mare, Capri è anche cultura essendo da lungo tempo il teatro in cui ogni anno si svolge la premiazione per il Malaparte, riconoscimento letterario italiano per personalità internazionali.
Nasce nel 1983 su iniziativa di Graziella Lonardi Buontempo e dello scrittore Alberto Moravia, primo presidente della giuria, con lo scopo di rilanciare la vita culturale dell’isola attraverso attività e incontri intellettuali. Il premio è intitolato allo scrittore Curzio Malaparte, legatissimo al luogo, dove trascorreva lunghi periodi di tempo e dove ancora oggi sorge la sua spettacolare villa a forma di falce e martello.
I premiati sono scrittori stranieri, selezionati tra quelli che hanno manifestato un evidente e tangibile amore per l’isola e il golfo di Napoli in generale. Grazie al premio, conferito alla presenza di scrittori, giornalisti, artisti e intellettuali, Capri ha consolidato il suo ruolo di centro culturale di appuntamenti letterari internazionali.
Il premio è stato assegnato a scrittori di fama internazionale quali Saul Bellow, John Le Carrè e Isabel Allende. Quest’anno Colm Tóibín ha scalato il podio della XXII edizione stringendo forte in mano il suo La casa dei nomi dedicato alle figure classiche dell’Orestea. Lo scrittore irlandese, classe 1955, è anche giornalista, critico letterario, nonché noto autore LGBT, ha apertamente dichiarato di essere omosessuale. Nelle sue opere cerca di dimostrare che l’omosessualità è una cosa naturale e che non è necessariamente in contrasto con tradizioni e religione.
Tra le sue numerose opere è fondamentale ricordare:
Sud
Una misteriosa straniera si aggira per le strade assolate di Barcellona, alla fine dell’estate del 1950. Si chiama Katherine Proctor ed è appena fuggita dall’Irlanda. Si siede nei caffè della città catalana e la esplora, protetta da uno scudo impenetrabile di solitudine. Poi, lentamente, si risveglia. Conosce Miguel e si lascia andare a un amore mediterraneo. Una notte, però, in un bar, un incontro la getta in pasto ai demoni del passato. Michael Graves è irlandese, e Katherine teme che la stia spiando per ricondurla a quella vita da cui si è strappata senza lasciare traccia di sé. Intanto la Storia incombe: Miguel, ricercato dalla milizia franchista, fugge in montagna e Katherine lo segue.
Fuochi in lontananza
Un paese perduto lungo la costa sud-orientale dell’Irlanda. Un giudice alla soglia della pensione, solitario e integerrimo, che impegnato fin da ragazzo nel partito repubblicano, il Fianna Fail, ha sempre anteposto le responsabilità politiche ai legami affettivi. E che negli anni dell’impegno e della carriera ha accettato la sua vita familiare con una certa passività, senza mai capire cosa realmente si aspettassero da lui la moglie e i figli. Perché Eamon è un uomo di legge dalle grandi passioni politiche, cui la scomparsa prematura dei genitori ha insegnato a non chiedere mai, relegato com’è in una distanza emotiva che lo allontana anche dalle persone più care. Ma quando il cuore della moglie Carmel si ferma, si spalanca in lui un vuoto incolmabile: non riesce più a dormire nel letto che aveva condiviso con lei, non sa più cosa fare di sé. Saranno allora i figli e una nuova solidarietà fra loro a far riscoprire a quest’uomo coriaceo e severo una concezione diversa, e per lui inedita, dell’amore.
Il faro di Blackwater
Nell’Irlanda degli anni Novanta, tre donne – Dora Devereux, sua figlia Lily e la figlia di quest’ultima, Helen – raggiungono, dopo anni di conflitti, risentimento e silenzi, una pace incerta e fragile. Occasione dell’inaspettata riunione che le porterà a vivere sotto lo stesso tetto, anche se per un breve periodo, è la malattia di Declan, l’adorato fratello di Helen. Declan, malato grave di Aids, chiede di poter trascorrere alcuni giorni nella casa della nonna materna – arroccata alla scogliera e luogo idealizzato dell’infanzia e del ricordo – assieme, oltre alla nonna, alla madre, alla sorella, a due cari amici. I sei personaggi, di generazioni e credo diversi, sono così costretti a una convivenza che si trasformerà presto in un viaggio della memoria e in un’avventura della conoscenza sia della propria identità che di quella degli altri.
Madri e figli
Un ragazzo seppellisce la propria madre e subito dopo va a un rave party in una spiaggia fuori Dublino, dove fra droghe e allucinazioni il dolore e la rabbia si mescolano al desiderio di torbide avventure sessuali. Una ex cantante folk, famosa negli anni Sessanta, viene assalita da dolorosi ricordi quando trova il figlio intento ad ascoltare i suoi vecchi LP, che sperava di non dover mai più sentire. Ogni sera un musicista frequenta gli spettacoli di una donna che interpreta struggenti canzoni d’amore ma non riesce a guardarla negli occhi: si tratta della madre che lo ha abbandonato anni prima. Un ragazzo coraggioso si mette alla ricerca della propria famiglia sfidando il gelo e la neve dei Pirenei. Nove storie in cui fra silenzi, indifferenza e rancore nove “coppie” di madri e figli si incontrano, si amano, si abbandonano, spezzando o ricomponendo di volta in volta il precario equilibrio di parole non dette e sentimenti inespressi che caratterizza ogni relazione familiare.
Il testamento di Maria
Con una voce insieme tenera e piena di rabbia, “Il testamento di Maria” racconta la storia della Vergine, la storia di un evento sconvolgente che ha portato a un grande dolore. Per Maria, Gesù è un figlio perduto. E ora che, anziana, vive in esilio e nella paura, cerca di mettere insieme i ricordi dei fatti che hanno portato alla sua fine. Per lei Gesù era una persona vulnerabile, da proteggere, circondato da uomini che non le ispiravano alcuna fiducia. Da lontano ha assistito al suo “successo”, fino al capovolgimento degli eventi: i giorni del processo e della passione. Quando la sua vita comincia ad acquisire la risonanza del mito, Maria decide di rompere il silenzio che circonda l’accaduto. Nel suo sforzo di dire la verità in tutta la sua complessità, emerge la sua statura morale, insieme a tutta la sua umanità di madre.
La casa dei nomi
Clitennestra vive per vendicare la morte della figlia, Ifigenia, sacrificata dal padre Agamennone agli dèi. La sua vendetta ne innescherà un’altra, e a compierla su di lei saranno i figli Elettra e Oreste. Ma le antiche divinità stanno scomparendo, e la casa un tempo popolata dei loro nomi risuona ormai a vuoto. In questo splendido romanzo di Colm Tóibín il mito classico della regina assassina e del vendicatore matricida diventa cosí una tragedia di passioni e debolezze profondamente umane.