Da circa dieci anni, sulla spinta di movimenti politici e d’opinione, ma soprattutto di una necessità di autoregolamentazione, il mondo delle scommesse online ha subito una radicale mutazione endogena. Per la precisione si è trattato di una sorta di pulizia interna, volta a distinguere gli operatori del settore che operano con serietà dai filibustieri. L’esigenza più stringente, in tal senso, era quella di indirizzare l’utente verso dei siti certificati e controllati, istruendolo al tempo stesso su come fare scommesse sicure. In altre parole, si trattava di educare lo scommettitore a una corretta interpretazione del mondo delle scommesse, inteso come qualcosa di puramente ludico, senza quegli accenni viziosi e compulsivi che, agli albori di Internet, ne hanno caratterizzato l’ascesa.
In breve tempo, sono stati introdotti dei limiti di plafond e altri strumenti destinati a fare da deterrente al gioco compulsivo. Al tempo stesso le policy dei siti, le probabilità di vincita e le avvertenze sui rischi derivanti da ogni tipo di eccesso sono divenute – anche per legge – ampiamente visibili su ogni portale. E in breve gli hub del gioco online sono divenuti – senza paura del paradosso – i primi alleati dello Stato nella lotta alla ludopatia. Insomma, i siti professionali di scommesse sono stati i primi a recepire quel richiamo a una maggiore responsabilità che da più parti era stato enunciato, spesso a gran voce.
Tutto ciò ha fatto in modo che i suddetti portali divenissero dei “porti sicuri” per i giocatori, molto più controllati e garantiti rispetto alle sale da gioco tradizionali. Anche per questo motivo – oltre, ovviamente, alla sempre crescente facilità di accesso alla rete da parte di una percentuale consistente dell’utenza – sono sempre di più gli scommettitori che preferiscono il comfort e i benefit delle scommesse online rispetto alle più convenzionali sale scommesse.
Il primo effetto collaterale di questa maggiore attenzione verso il “consumatore” (perché di questo, seppure sui generis, si tratta) è stato l’allargamento del mondo delle scommesse verso ambiti in precedenza ignorati o appena lambiti. Oggi è possibile scommettere su tutto: dai classici giochi da casino a quelli di carte – con il poker, ovviamente, in testa – fino ad arrivare allo sport. Un ramo, quest’ultimo, che per la sua complessità merita un discorso a parte.
Le scommesse sportive rappresentano infatti la maggiore forte di entrate del gambling online. D’altronde il calcio è una calamita per qualsiasi giocatore, mentre alcuni sport che hanno per tradizione un rapporto molto stretto con il mondo delle scommesse – si pensi, ad esempio, a tutti gli sport equestri – mantengono un loro zoccolo duro di fedelissimi. Ma a fare la differenza, negli ultimi anni, sono il calcio estero (anche proveniente da lidi particolarmente esotici, o comunque fuori dal ristretto novero dei paesi calcisticamente sviluppati) e i cosiddetti sport minori o considerati tali in Italia. Ad esempio, tutte le grandi leghe americane (football, basket, baseball e hockey su ghiaccio), il volley, gli sport acquatici (pallanuoto in testa), i motori (Formula 1 e MotoGP, ma anche campionati maggiormente di nicchia, come l’americano Nascar) e i grandi eventi di atletica stanno guadagnando consensi e aumentando il volume dei loro affari. In attesa del biennio 2021-2022 che – pandemia permettendo – nel giro di un anno e mezzo avvicenderà eventi di portata mondiale come un Europeo e un Mondiale di calcio e un’Olimpiade.