Lino Musella, dal 6 al 9 marzo, porta in scena l’anima poetica di Pasolini sul palcoscenico di Sala Assoli-Moscato con musiche originali di Luca Canciello eseguite dal vivo, drammaturgia Igor Esposito
Una bella serata nella cornice della sala Assoli a Napoli
Atmosfera intima e protettiva.
Un palco allestito in modo essenziale. E la distanza tra spettatore e attore è pari a zero. Il teatro si fonde in un’unica grande opera che evoca e celebra un uomo enigmatico e iconico come Pier Paolo Pasolini.
Ma chi era Pasolini?
Lo spettacolo prova a dare una risposta, o per lo meno, dà una propria interpretazione del Pasolini poeta, e uomo. Uomo contraddetto e contradditorio, difficile da incanalare in un solo carattere o personalità,e forse è per questo che la sua sfuggente figura ancora affascina e si presta a mille interpretazioni.
Lino Musella è “il corpo e la voce” di Pasolini, per rendergli anima e gesti. Ti accarezza, ti sbrana, ti rende partecipe come in un discorso intimo e cruento ma che vuoi ascoltare fino all’ultima parola. La musica di Canciello, dalle moderne ritmiche accompagna un testo assolutamente attuale. Musica e voce diventano una canzone ipnotica, e il tempo passa veloce e nemmeno ci fai caso.
L’animale senza nome è Pasolini, ma a ben vedere, se scaviamo nei nostri animi lo siamo tutti “senza nome” per colpa della società in cui viviamo, della poca libertà, della politica, della paura dello sconosciuto, del diverso e forse Pasolini se n’era solamente accorto prima di tutti. Il poeta ha ancora il dono di essere drammaticamente moderno, lettore (o anticipatore?!) dei tempi odierni.
Lino Musella con una grande gavetta teatrale e una bella carriera al cinema si dimostra all’altezza di un mostro sacro come Pasolini, rendendolo vivo e tangibile sopra le polverose tavole del teatro.
Uno spettacolo affascinante, schietto e suggestivo