Esiste un luogo che, più di altri, ricorda ai napoletani una parte della loro storia, della loro cultura e della loro memoria, quel luogo è il complesso monumentale degli Incurabili. È una storia che dura da cinquecento anni.
Qui è nata la grande scuola medica napoletana, di qui sono passati giganti della medicina come Cotugno, Cirillo, Moscati, Palasciano. Qui nacque la figura del mastrogiorgio.
Il 23 marzo 1522 una singolare processione guidata dalla nobildonna catalana che avrebbe speso tutti i suoi averi dedicando la sua vita nell’assistenza ai malati, fino a diventare santa, attraversò le vie di Napoli. Centinaia di infermi molti dei quali considerati incurabili, attraversarono la città a piedi per raggiungere la collina di Caponapoli, dov’era un tempo l’acropoli greco-romana. Erano partiti da un ospedale-baracca, nella zona del porto, per «occupare» uno dei luoghi più salubri della città.
Agli Incurabili arrivarono i più grandi maestri della medicina, tanto rinomati da attirare pazienti da tutto il reame. Nacque anche un reparto psichiatrico, noto come la pazzaria di Caponapoli, che arrivò a ospitare ben duecento malati di mente. Tra i tesori nascosti nel complesso degli Incurabili vi è un luogo ancora oggi piuttosto sinistro, il «pozzo dei pazzi», un buco nero – profondo una quarantina di metri – dove il mastrogiorgio calava le persone in stato di forte agitazione per farle calmare.
Nel 1606, avviene l’incontro di sette aristocratici davanti al «pozzo dei pazzi» di Mastrogiorgio. Si conoscono da ragazzi e decidono di dedicare la loro vita a dar da mangiare agli affamati, dar da bere agli assetati, vestire gli ignudi, alloggiare i pellegrini, curare gli infermi, visitare i carcerati, seppellire i morti. La prima pietra del Pio Monte della Misericordia nasce simbolicamente proprio nel cortile degli Incurabili.
All’interno del complesso troviamo le stanze della memoria: stampe e strumenti medici, vecchi ferri del mestiere, tantissimi libri, antiche ricette, il prototipo di uno dei primi biberon in vetro, macchine anatomiche del Settecento in cartapesta con il corpo scomponibile e girevole, i primi microscopi, i clisteri d’epoca, gli attrezzi dei primi barbieri che si trasformarono in chirurghi, e la preziosa raccolta di vasi in maiolica e ampolle in vetro della Farmacia Storica, luogo per eccellenza dell’incontro tra scienza e arte. Oggi questo tesoro è in rovina, le pareti della farmacia sono piene di crepe,le maioliche che abbelliscono il pavimento della farmacia sono rotte in più punti. Sul soffitto si possono vedere grosse crepe perfino qualcuna delle scaffalature intarsiate, ha subito lesioni.