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© 2022 Senzalinea testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Napoli n. 57 del 11/11/2015.Direttore Responsabile Enrico Pentonieri
Riflessioni Senza Linea

Con la morte della Regina Elisabetta termina un’era

Fabiana Sergiacomo
Fabiana Sergiacomo 6 mesi fa
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10 Min Lettura
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Donna di grande carattere, sempre fedele al suo ruolo ancor prima di tutto, determinata e consapevole, la Regina Elisabetta, Her Majesty, Sua maestà per gli inglesi, è scomparsa improvvisamente, probabilmente dopo le conseguenze di una caduta rovinosa, l’8 settembre alla veneranda età di 96 anni.

Lo stupore è stato mondiale considerato che pochi giorni prima la Regina era apparsa in un incontro pubblico ripreso dalle telecamere di tutto il mondo con la nuova premier britannica, in successione a Boris Johnson, e le sue condizioni non facevano temere per il peggio benché mai in maniera così repentina.

Una regina dei record coi suoi oltre 70 anni   di regno da quando il
6 febbraio 1952, appena  25enne divenne regina e venne incoronata il 2 giugno 1953 nell’Abbazia di Westminster.

Una regina dei record coi suoi 73 anni di matrimonio in compagnia del suo amato Filippo Mountbatten che per lei dovette rinunciare alla pretesa al trono di Grecia, assumendo la semplice qualifica di tenente, e si convertì dal Cristianesimo ortodosso all’Anglicanesimo.

Poco prima del matrimonio fu nominato Duca di Edimburgo e gli fu conferito il titolo di “Sua Altezza Reale” (His Royal Highness).

Il matrimonio tra Elisabetta e Filippo fu celebrato il 20 novembre 1947 presso l’Abbazia di Westminster, ripreso dalle telecamere esclusi pochi momenti della celebrazione.

Nonostante non fosse reputato idoneo consorte della regina anche per gli imbarazzanti legami familiari delle sorelle coi gerarchi nazisti, Her Majesty non cedette alle pressioni politiche e di palazzo e sposo’ il suo amato Filippo, dando alla luce ben quattro figli, Carlo, primogenito, Anna, Andrea e Edoardo.

La vita familiare e pubblica  anche a causa del comportamento dei componenti della famiglia reale è stata particolarmente complessa e chiacchierata, nessuno esente.

I britannici hanno però nel cuore ancora ora  Diana, la principessa triste, la moglie di Carlo che ha sofferto in un matrimonio fittizio dove la relazione di Carlo con la sua amante di sempre Camilla  era onnipresente e questo dopo voci di gossip e scandali di palazzo susseguitisi negli anni portò inevitabilmente al divorzio, inizialmente tanto osteggiato dalla regina.

Malgrado la sua fermezza e il suo contegno, dovuto al ruolo nonché alla grinta caratteriale, anche Elisabetta nel pieno vortice dei cambiamenti politici da un lato e delle vicissitudini familiari dall’altro ha avuto i suoi momenti ‘no’ con la dichiarazione relativa al 1992 quale “annus horribilis” con il fallimento dei matrimoni dei suoi figli e soprattutto col divorzio del suo primogenito, candidato al trono.

La morte improvvisa di Diana nel 1997 su cui si continuano a scrivere libri con illazioni, accuse e tentare ricostruzioni storiche, fu probabilmente uno dei momenti più difficili del suo regno ma la Regina con il suo capo chino al passaggio del feretro di Diana il giorno del suo funerale riscatto’ la diffidenza del suo popolo e recuperò credibilità e fedeltà dei britannici che la continuano a proclamare come la loro amata regina e piangono in un coro unanime di affetto e amore per una regina indiscutibilmente importante e calorosa bei suoi anni di servizio di devozione totale alla corona e si suoi sacrifici.

Un suggestivo arcobaleno ha illuminato il cielo di Londra all’altezza di Buckingham Palace durante le ore della sua morte, mentre era ancora alla dimora scozzese di Balmoral nell’attesa che partisse il protocollo dal titolo di “operazione londinese bridge” necessaria per la realizzazione di tutti le complesse lunghe e burocratiche fasi conseguenti alla sua morte.

Dopo gli onori ricevuti in Scozia, il feretro sarà esposto ad Edimburgo  nel palazzo di Holyroodhouse, la residenza reale ufficiale in città e poi trasferito a Londra per ricevere gli omaggi e la vicinanza del suo popolo fino al 19 settembre, data fissata per i suoi funerali ufficiali.

Alla morte della sovrana segue il toto erede, ma Carlo non ha lasciato spazio alla suspense , con il nome prescelto di Carlo III è stato incoronato re dopo una lunghissima attesa e una vita complessa, con Camilla presente alla cerimonia e con una dichiarazione che ha stigmatizzato la sua volontà di essere re a vita, lasciando intendere che resterà fedele al ruolo e al compito fino alla fine dei suoi giorni precludendo a William di accedere al trono in caso di abdicazione.

William resta vicino al re, candidato come è ad esserne l’erede, mentre i due discoli di famiglia Harry e Megan che tanto hanno fatto penare la regina coi loro comportamenti, le loro dichiarazioni, i libri e le tournée parlando male della nonna in particolare, tornano a vivere in Canada o comunque lontani dal Regno Unito e chissà se per loro ci sarà un piccolo cadeau in eredità dall’immenso patrimonio della Queen Elisabetta la cui entità si aggira intorno ai 450 milioni di dollari.

E’ scomparsa una sovrana che ha vissuto col suo regno a cavallo della storia, conoscendo nel corso del suo ruolo eminenti personalità quali Roosevelt, Churcill, attraversando il vortice impetuoso della seconda guerra mondiale volendo portare il suo contributo fattivo e arruolandosi, battendo anche in questo tutti i record con scelte mai assunte prima dalle donne britanniche al potere, ha vissuto la decolonizzazione e indipendenza degli Stati parte del regno, pur lasciando inalterato il potere economico-politico nel Commonwealth, riconosciuta peraltro da molti dei suoi ex Stati del regno quale la loro Regiba comunque tanto che le hanno reso omaggio, ciascuno secondo le proprie tradizioni e costumi.

Il suo sguardo nel mondo e verso il mondo, il suo amore per il lavoro, lo stesso Carlo III ha riconosciuto nella sua amata regina madre una deduzione e un impegno esemplari, nel suo discorso la parola “esempio” collegata alla figura della sovrana si ripete costantemente perché non può negarsi il fortissimo carisma della stessa nella vita di tutti i suoi familiari vicini e lontani, in accordo o disaccordo e della sua innegabile capacità governativa che l’ha resa così fortunosamente longeva ed amata per il suo regno.

E come dimenticare i suoi outfit sempre coloratissimi in modo strategico per essere sempre riconoscibile tra le folle, i suoi cappellini, con una collezione innumerevole per ogni occasione, i suoi amatissimi cani che ricevevano il suo grande amore e le sue attenzioni, i suoi immancabili guanti, i suoi gioielli, la fierezza con cui portava la corona e l’immenso patrimonio di gioielli e pietre preziose di cui godeva, che le sue borsette nere che, a seconda della posizione in cui le poneva, lanciavano segnali al suo entourage, le sue parole di incoraggiamento nella fase covid per dare forza al suo popolo, la sua ineguagliabile serietà e impassibilità anche nei momenti più tragici.

Ed è proprio con il suo abito giallo, colore tra i suoi preferiti, che gli artigiani dei presepi napoletani di San Gregorio Armeno hanno immortalato la Regina sui presepi accanto all’amato Filippo in segno di un amore contraccambiato da Napoli alla Regina a vicenda come quando venne nella città partenopea nel lontano 1961 e si dichiarò innamorata della città che definì immensa e bellissima!

Scompare una immagine iconica del 900 e di questo inizio 2000 ma è innegabile il peso, il valore, la pregnanza e la forza di un regno che nonostante tutti i contraccolpi resta forte e solido…ora toccherà a Carlo continuare la sua buona opera e riconquistarsi, anche se in parte già lo ha fatto, l’amore del popolo britannico che non lo ha ancora perdonato per la sua vita passata!

Mai come ora, la sua famigerata frase con tempi difficili di guerra, un clima impazzito, un odio che sta crescendo a dismisura, forme di nazionalismi e scarsa solidarietà tra i popoli potrebbe far aprire gli occhi e soprattutto il cuore a chi sta decidendo dei destini altrui per questioni bieche di interessi economici e di espansione territoriale, concetti che pensavamo di trovare solo nei libri di storia archiviati nella memoria di tempi che furono eppure risuonano così drammaticamente attuali: “È sempre stato facile odiare e distruggere. Costruire e amare è molto più difficile”.

 

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Pubblicato da Fabiana Sergiacomo
Fabiana Sergiacomo, funzionario del Miur, appassionata della mia città e della sua inesauribile cultura. Dotata di una passione sconfinata per la lettura, la scrittura e l'arte che Napoli offre in ogni angolo e in ogni suo tratto caratteristico.
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