L’infezione da Coronavirus sta purtroppo dilagando in tutto il mondo; probabilmente un errore che molti hanno commesso, è stato quello di sottovalutare la contagiosità e letalità di questo virus. I dati iniziali ottenuti dagli studi cinesi, ci hanno fatto subito comprendere che fosse un’infezione più pericolosa della normale influenza, ma con l’esplosione in Italia della malattia, si è subito evidenziato che la mortalità e la pericolosità del Coronavirus è stata sicuramente superiore alle nostre attese. Questo può essere dovuto a svariate ragioni una delle quali è che la popolazione italiana è mediamente più anziana del resto del mondo e quindi costituita da soggetti più fragili, poiché è anche vero che la mortalità media è di circa 79 anni. L’infezione può diffondersi ed essere pericolosa anche per pazienti più giovani, ma in tale condizione i casi di decessi sono infinitamente ridotti rispetto a pazienti pluripatologici ed anziani. Inoltre i dati di mortalità sono in aumento in tutto il globo terrestre e questo ci spaventa, siamo giustamente terrorizzati dal poterci infettare poiché pensiamo che contrarre il coronavirus equivale a morire. Non è ovviamente così, chi dovesse infettarsi non è spacciato, quindi cerchiamo di comprendere cosa è il Coronavirus e come può diventare pericoloso per l‘uomo.
I Coronavirus sono virus ad RNA identificati già decine di anni fa per la prima volta nel pollame. Le cellule bersaglio primarie sono quelle epiteliali del tratto respiratorio e gastrointestinale, inducendo sintomi influenzali o gastrointestinali come diarrea. Attualmente sono stati identificati sette tipi di Coronavirus che hanno dimostrato di essere in grado di infettare l’uomo, tra cui quest’ultimo SARS-Cov-2 che non era stato mai identificato nell’uomo prima di essere segnalato a Wuhan, Cina, nel dicembre 2019.
Coronavirus, SARS-Cov-2 e COVID-19 sono la stessa cosa: la risposta è NO. Il primo termine indica una famiglia di virus, il secondo (SARS-Cov-2), invece è uno dei sette tipi di Coronavirus conosciuti ed è quello che attualmente sta sconvolgendo le sorti del nostro mondo, mentre per COVID-19 si intende la patologia espressa dal SARS-Cov-2, infatti se scomponiamo il nome otteniamo: “CO” che sta per corona, “VI” per virus, “D” per disease (malattia in inglese) e “19” indica l’anno in cui si è manifestata.
La COVID-19, può manifestarsi con diversi sintomi che vanno da semplici sintomi influenzali come: febbre, raffreddore, congestione nasale, dolori muscolari ed articolari, diarrea ma in alcuni casi potrebbe evolvere anche in condizioni più pericolose come polmoniti interstiziali e nei casi più gravi indurre una SARS.
L’acronimo SARS indica Severe Acute Respiratory Syndrome (sindrome respiratoria acuta grave) ed è una severa malattia respiratoria indotta dal SARS-Cov-2, caratterizzata da insufficienza respiratoria grave e progressiva che merita trattamento adeguato in strutture ospedaliere. Infatti è proprio quest’ultima condizione ad essere pericolosa, poiché è necessaria assistenza ospedaliera ed il trattamento prevede supporto respiratorio con apparecchiature specifiche (respiratori artificiali) che dato l’alto numero di contagi non sono sufficienti all’enorme richiesta.
Per quanto riguarda le terapie specifiche contro il virus SARS-Cov-2, sono attualmente in sperimentazione diversi protocolli terapeutici che vanno da farmaci anti artrite reumatoide quali il Tocilizumab, la clorochina e l’idrossiclorochina, a farmaci antivirali come Lopinavir/ritonavir e Remdesvir ecc. Sia chiaro che non esiste alcun complotto, Il governo e le case farmaceutiche non ci nascondono nulla, solo che prima di validare una terapia realmente efficace e sicura si devono ottenere dati positivamente significativi.
In conclusione infettarsi con il Coronavirus (nel nostro caso particolare il SARS-Cov2) non significa necessariamente morire, poiché in gran parte dei casi è completamente asintomatico o si può manifestare una COVID-19 caratterizzata da sintomi e segni influenzali (circa 80% dei casi) e purtroppo, in particolar modo nei pazienti più fragili, può complicarsi sino all’evoluzione di una SARS con necessità di ricovero in terapia intensiva (circa 10% dei casi).