Il SARS-CoV-2 non è classista, non è razzista e non ha alcuna preferenza di genere, purtroppo può colpire tutti e non si pone dubbi sulla scelta del soggetto da infettare, il suo obiettivo è solo uno: diffondere il contagio.
Purtroppo anche i bimbi possono essere infettati dal SARS-CoV-2 e quindi diventare potenziali veicoli di contagio, quali sono però i reali rischi di salute per i soggetti più piccoli?
Le principali preoccupazione dei genitori, sin dall’inizio del contagio, sono state maggiormente rivolto da una parte verso le persone più anziane, ma moltissimo anche verso la salute dei propri figli. Fortunatamente ormai vi sono diversi dati scientifici che dimostrano che l’espressione della malattia COVID-19 è molto più lieve e meno pericolosa sui più piccoli.
Anche se spesso asintomatici, i bambini non sono, però, immuni all’infezione, vediamo quindi come può presentarsi la malattia.
I sintomi principali sono caratterizzati da:
- Febbre, che rimane il sintomo d’esordio più frequente (in oltre 8 casi su 10)
- Tosse (presente in circa il 40% dei casi) e rinite (in circa il 20 %).
- Diarrea, presente in circa 16% dei casi. Sintomo che può presentarsi anche nell’adulto, ma più frequente in età infantile.
Il dato più importante è che la prognosi della malattia COVID-19 nei bambini è quasi sempre benigna ed ha un andamento clinico più favorevole rispetto all’adulto. Infatti la letalità si attesta su valori molto bassi. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), la letalità di aggira intorno allo 0,06% nella fascia di età 0-15 anni. I dati aggiornati agli inizi di novembre 2020 riportano 4 decessi sotto i 9 anni e nessuno tra i 10 e i 19 anni.
Le cause per le quali i bambini si ammalano meno non sono ancora del tutto note, una delle teorie scientifiche più accreditate è che i più piccoli presentino una minore espressione dei recettori ACE-2, le serrature che il SARS-CoV-2 sfrutta per accedere alle cellule. In ogni caso, però, questo non impedisce al virus di sfruttare i bambini come ospiti e quindi come mezzo per la trasmissione della malattia. Riguardo questo problema, vi sono pareri discordanti: secondo alcuni esperti il loro peso nella diffusione è basso, infatti i bambini favorirebbero il contagio in meno del dieci per cento dei casi; è chiaro che tali affermazioni meritano maggiori dati per ulteriori conferme.
Resta sicuramente di fondamentale importanza prevenire la diffusione dell’infezione; questo obiettivo può essere perseguito con gli stessi accorgimenti attuati per gli adulti:
- utilizzo della mascherina
- evitare il contatto tra mani e viso
- frequente igienizzazione delle mani
- rispettare per quanto possibile le distanze di sicurezza.
Per quanto riguarda l’uso della mascherina è da ribadire che non vi è alcun pericolo per la salute dei nostri figli ed è assolutamente da sfatare il mito dei danni da carenza di ossigeno. A tal proposito anche la Società italiana di Pediatria (SIP) è impegnata in una campagna divulgativa atta a contrastare le fake news
In conclusione per quanto riguarda la salute dei nostri figli possiamo rasserenarci poiché un’evoluzione clinica pericolosa per la salute è un evento molto raro. Chiaramente è fondamentale applicare tutte le normative atte a prevenire il divulgarsi dell’infezione. Ciò che potrebbe darci più pensiero sono le ripercussioni psicologiche provocate dall’isolamento domiciliare dei nostri figli; per tale motivo è importante la collaborazione di tutti per far sì che la pandemia finisca il prima possibile in modo da permettere ai nostri bambini di riprendere nuovamente la vita sociale con i loro compagni.