Ieri, 27 luglio, un grosso incendio è divampato nella periferia est di Napoli, al confine col territorio di San Giorgio a Cremano. A prendere fuoco sono state le strutture di diverse serre da coltivazione che si trovano in un’area di campagna, ma pure del materiale plastico che, come sappiamo, è nocivo. Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco e, per fortuna, non si sono registrati feriti. Il fuoco ha fatto però alzare una nube nera che, spinta dal vento, si è spostata verso Napoli Est, creando disagi a Ponticelli, a Barra e a San Giovanni a Teduccio. Le cause non sono state ancora chiarite e, al momento, non si esclude nessuna pista, dal guasto elettrico alla matrice dolosa.
Di certa natura dolosa, secondo quanto emerso dalle prime indagini condotte dalle autorità competenti, è stato invece lo spaventoso incendio che, lunedì sera, si è verificato nell’area industriale di San Marco Evangelista, nei pressi di Caserta – nella cui provincia, precisamente a Pontelatone, già sabato si era registrato un altro fenomeno incendiario altamente tossico -. Il rogo, qui, ha interessato una fabbrica di produzione di cialde di caffè e si è generata una nube nera che ha invaso i centri abitati dei comuni limitrofi, raggiungendo anche il centro del capoluogo. Dopo un’intera notte di lavoro, i vigili del fuoco del Comando provinciale casertano sono riusciti a spegnere tutte le fiamme all’interno dei capannoni. Sul posto sono intervenuti anche i tecnici dell’Arpac che hanno effettuato attività di misura e di campionamento preliminari. Ieri, invece, si è proceduto all’installazione del campionatore ad alto volume per il rilevamento di diossine e furani nell’aria ed è prevista pure l’installazione di un laboratorio mobile per il monitoraggio della qualità dell’aria. Questo ennesimo episodio, difatti, è purtroppo successo proprio nella zona in cui, secondo i dati della Procura di Santa Maria Capua Vetere, si registra una maggiore correlazione tra l’aumento di casi tumorali e le criticità ambientali.
Siamo, evidentemente, difronte a un’altra estate contraddistinta da fumo e inquinamento ai danni dell’equilibrio, già assai precario, dell’atmosfera, della natura e, di conseguenza, della salute di tutti. I cittadini sono ormai veramente stanchi di dover subire tutto ciò, ancora una volta, e di non poter nemmeno più respirare l’aria in maniera tranquilla. In tanti, nelle scorse ore, hanno appunto lamentato fastidi alla gola e al naso. I reati ambientali, di cui troppo spesso si macchia la criminalità organizzata, sono realmente un insulto per le vite di tutti noi. Quanti altri morti si dovranno piangere? Non può dirsi civile un Paese che ancora non sia riuscito a porre un argine efficace a questo fenomeno tristemente noto, data la sua frequenza negli anni.