Antonio Zamberletti e Fabrizio Russo riportano Harlan e compagni in Ungheria, per dare la caccia ad una assassina da record. Le vicende del numero 228 sono infatti legate ad una delle più spietate killer della storia: la contessa Erzsébet Báthory. Tra il 1585 ed il 1614 la nobildonna di Nyírbátor (ridente paesino dell’Ungheria nord-orientale) avrebbe ucciso, dopo averle torturate diverse centinaia di giovani donne. Seicentocinquanta secondo un diario trovato nei suoi appartamenti. Ma più probabilmente la cifra si aggira tra le cento e le trecento vittime. A quanto pare come passatempo per sé, il marito e alcuni altri compagni di nobiltà e servi. Poi la è nostra ad essere un’epoca di pazzi… A proposito, da qui in poi
ALLARME SPOILER
Come si fa a leggere questa roba e a non pensare al vampirismo? Non si può. Tanto è vero che la Báthory è conosciuta anche come un’epigona al femminile del buon conte Vlad. Se poi la cronaca delle sue efferatezze finiscono in mano ad uno sceneggiatore di Dampyr, le voci sulla vampiriasi della nobile signora non possono che diventare concrete. Gli autori scelgono però di sviluppare l’ipotesi più esoterica della vicenda, lasciando sullo sfondo la protagonista principale. Con un evidente rimando al film di Julie Delpy La contessa, Zamberletti sposta la prospettiva, promuovendo a protagonista negativa una figura apparentemente secondaria: Dorka, una delle serve della contessa. Questa scelta di una visuale “a latere” sembra caratterizzare l’intero numero, anche dal lato dei “buoni”. Tanto che Harlan e il suo gruppo questa volta compaiono piuttosto poco, lasciando il centro del palco all’io narrante, investigatore ed ex poliziotto Vilmos Farkas. Del tutto estraneo al magico mondo dell’esoterismo violento, è lui a riferire (non si sa bene a chi, ma poco importa) i fatti di cui è stato testimone. Uno dei casi seguiti lo porta ad imbattersi in strane sparizioni, e dunque al retaggio della contessa morta quattro secoli prima. Da lì a trovarsi preso a calci nei vicoli, sparato e con artigli alla gola è un attimo.
La prospettiva sfalsata, laterale, su cui è costruito rende il volume una sorta di potenziale horror noir: la ricerca della verità che conduce l’io, incarnato nel pragmatico e disincantato investigatore, attraverso la tana del Bianconiglio, in un mondo oscuro di insospettabile violenza. Ma al contempo, sul piano del fatto, scarica una volta tanto l’indiviualità di eroi e villain dal peso di sostenere l’intero carico diegetico, dando insieme concretezza al palcoscenico: esistono altre persone, oltre ai nomi noti, e la loro funzione, per una volta, non è solamente quella di comparse. In realtà tutti gli elementi finiscono per essere declinati in una prospettiva action, con gangster spaventati e assassini immortali sono anche femme fatale ultracentenarie con l’evidente bisogno di un TSO urgente. Qualcosa tipo “Die Hard incontra Buffy”.
Dampyr 228: La Serva
Autori: Antonio Zamberletti, Fabrizio Russo
Casa editrice: Sergio Bonelli Editore
Prezzo: 16×23 cm, b/n pp. 96, € 3.50