Con la solida e convincente storia contenuta nell’albo numero 259 di Dampyr, con il titolo di L’occhio dell’inferno, prosegue un’annata ricca di soddisfazioni per gli appassionati lettori delle avventure del mezzosangue di casa Bonelli.
Con un soggetto a quattro mani scritto dall’ineffabile Mauro Boselli in collaborazione con Marco Febbrari, al suo esordio su Dampyr e che si è occupato da solo della sceneggiatura, la storia si inserisce con coerenza nel filone della continuity della serie nonostante veda il debutto di un nuovo Maestro della Notte, anzi Maestra: la bellissima Azara.
A quanto pare gli spunti narrativi non vengono mai meno ed anzi gli autori riescono perfettamente a farli combaciare con gli elementi ed i protagonisti già noti.
Un movimentatissimo prologo disegnato dal veterano Majo ci conduce all’epoca delle Crociate per svelare sin dalle prime pagine l’identità di Azara ed il suo coinvolgimento nella ricerca di un oggetto mistico e dai poteri immensi, l’Oculus. Quando l’ambientazione si sposta ai giorni nostri le matite passano a Dario Viotti, e come spesso accade quando un manufatto occulto è in ballo, ricompare una vecchia conoscenza come il Barone Vassago, il Demone delle Cose Perdute.
I temi affrontati sono eterogenei, così come dimostrano anche i salti temporali e quelli dimensionali, e ruotano tutti attorno al misterioso oggetto del quale Daniel, brillante professore universitario a Montmajour in Provenza, è in procinto di scoprire l’ubicazione anche sulla base degli studi e degli appunti del padre. Lo stesso Caleb Lost sembra trovarsi in leggera difficoltà di fronte all’apparizione di Azara, Maestro della Notte descritto in documenti del passato che ancora non era riuscito a decifrare, ed in questo caso sono l’intuito ma soprattutto il senso di dampyr di Harlan a indirizzare una vicenda intrisa di mistero e costellata di riferimenti storici nella quale molto (o tutto!) non è come sembra in apparenza.
A corroborare la continuità interna contribuiscono anche i riferimenti a Dagda ed il ritorno sulle scene di Amber, la zia di Harlan: in base alla piega presa dal racconto ed alle rivelazioni durante il loro mistico incontro nella Terra dei Maestri, la sensazione è che sentiremo di nuovo parlare di Azara.
Per i disegni l’accoppiata Majo-Viotti è garanzia di familiarità: se il primo rappresenta un vero pilastro della serie e ne ha definito l’impronta stilistica a partire dal numero 1, Dario Viotti si riconferma un ottimo interprete delle ambientazioni oscure e degli atteggiamenti “rissosi” dei non-morti, come già dimostrato nel recente Haiti! (Dampyr N°255). Le sue tavole ricchissime di dettagli esplorano in profondità gli scenari senza trascurare nulla, ma si focalizzano anche sull’espressività dei diversi protagonisti che nel caso di quelli femminili è ammantata di una intensità davvero speciale.
La copertina firmata come sempre da Enea Riboldi gioca con un salto temporale ricavato dalla trama, e catapulta Harlan nel pieno della Gerusalemme al tempo delle Crociate del XII secolo, assalito da un minaccioso cavaliere Templare.
Uscita: 02/10/2021
Formato: 16×21 cm, b/n
Pagine: 96
Soggetto: Mauro Boselli, Marco Febbrari
Sceneggiatura: Marco Febbrari
Disegni: Majo, Dario Viotti
Copertina: Enea Riboldi