A novembre l’albo numero 260 di Dampyr intitolato La storia di Jack Lantern ci immerge, con la sceneggiatura di Nicola Venanzetti e i disegni di Michele Cropera, nelle cupe atmosfere del folklore irlandese legato ad Halloween e rileggendo in chiave “dampyriana” la celebre leggenda di Jack-o’-Lantern, prima ancora che la ormai iconica zucca intagliata venisse importata dall’America e quando ancora per raffigurarlo venivano utilizzate delle grosse rape.
È una storia che sembra apparentemente slegata dalla continuity della serie, ma non ci si deve far ingannare: soprattutto considerando l’autore del soggetto, ovvero quel Venanzetti che nel 2017 aveva già “celebrato” il Capodanno celtico proprio sulle pagine di Dampyr in una storia rimasta ben impressa nei lettori, questo non è in alcun modo uno spoiler!
La storia parte con un’ampia digressione storica ambientata nell’Irlanda del 1850 e che vede l’illusionista Jack proporre i suoi numeri e spettacoli di magia fatti di sorprendenti quanto vivide apparizioni di goblin, fate e persino demoni. Basta poco a comprendere che nel suo operato e nel realismo delle apparizioni c’è puzza di stregoneria, e per la precisione quella di Cailleach, che ha soggiogato Jack promettendogli impareggiabili doni in cambio delle anime di cui ha bisogno per i suoi oscuri riti.
Quando la narrazione si sposta ai giorni nostri ben poco è cambiato: lo spirito di Jack è solo trasmigrato durante i secoli di corpo in corpo, ma sempre con lo stesso macabro obiettivo sul quale giungono ad indagare Harlan e Kurjak fino a fronteggiare non solo Jack Lantern ma anche la stessa Cailleach per tentare di interrompere il suo rito druidico. I protagonisti trovano in Grace, il vero catalizzatore di cui la strega ha bisogno, un’imprevista alleata, perché la ragazza dimostra di essere in possesso di occulti poteri a lungo sopiti ma capaci di generare illusioni che non sono da meno.
“Purtroppo” l’albo è autoconclusivo e si dipana sulle classiche 94 tavole bonelliane, perché se la storia è ampiamente articolata e prepara tutti gli sviluppi con un antefatto coinvolgente ed una parte centrale che crea tutte le giuste atmosfere di tensione narrativa, l’epilogo si macchia in parte di alcuni passaggi troppo frettolosi sia nel chiarire il ruolo di Grace che nelle modalità con le quali la strega viene sopraffatta. Nonostante ciò, la buona tradizione di questa collana di mantenere dei punti non perfettamente chiariti e lasciati in sospeso ci fa sospettare e sperare che Venanzetti possa tornare ad occuparsi presto del tema, magari richiamando anche le ottime potenzialità del personaggio di Grace.
Nella sua rappresentazione grafica della storia Michele Cropera ha saputo dimostrare ottime capacità artistiche specie nel comporre atmosfere tetre e spettrali grazie ad un’abbondanza di chiaroscuri e ad un uso massivo di forti tinte di nero. Il tutto va in perfetta sintonia con una storia nella quale i veri pericoli provengono dalla luce emanata da Jack Lantern, che ha così modo di risaltare nelle tavole in maniera ancora più netta ed in tutta la sua perfidia e la sua ambizione. Tra l’altro Cropera ha ricomposto anche un prolifico sodalizio proprio con Venanzetti, dal momento che un recente numero dalle tinte altrettanto fosche e decadenti, Il pittore della scuola nera, aveva già dimostrato la sua capacità di tradurre in immagini delle mostruose strutture di stampo quasi espressionista.
Enea Riboldi ha compiuto il solito eccellente lavoro di ambientare in copertina i nostri personaggi alle prese con incorporei spiriti che li minacciano nella foresta ed in un’atmosfera meno tetra di quanto ci si sarebbe aspettato, per un deciso richiamo al ruolo della luce all’interno dell’avventura del mese.
Uscita: 03/11/2021
Formato: 16×21 cm, b/n
Pagine: 96
Soggetto: Nicola Venanzetti
Sceneggiatura: Nicola Venanzetti
Disegni: Michele Cropera
Copertina: Enea Riboldi