Gioca a tennis il Napoli di Luciano Spalletti, che travolge 6-1 il Sassuolo al “Maradona”, riscatta la dèbâcle di Empoli e soprattutto si assicura con 3 turni di anticipo la partecipazione alla prossima Champions League, obiettivo stagionale dichiarato.
A dispetto del clima estivo, il risultato era già in ghiaccio dopo 20′, con gli azzurri sul 4-0: le reti di testa da corner di Koulibaly e di Osimhen ed i sigilli di Lozano e Mertens rendevano accademia il resto del match.
I partenopei non hanno abbassato però la guardia, continuando a giocare con la concentrazione, la grinta e la qualità purtroppo puntualmente mancate nei momenti clou della stagione, a confermare i limiti ormai acclarati di questo gruppo quando il gioco si fa duro.
Nella ripresa la seconda rete di Mertens, il sigillo di Rrahmani ed il gol della bandiera di Lopez facevano calare il sipario su un incontro giocato in un assurdo clima di contestazione, perfettamente in linea con gli eccessi di un ambiente ormai apparentemente irrecuperabile.
Lanciare uova contro il pullman, far mancare il sostegno durante la partita ed evitare di esultare ai gol di una squadra terza in classifica non è ammissibile, per quanto cocente possa essere la delusione per la figuraccia in Toscana e per lo scudetto svanito.
Curioso poi che a pretendere impegno e rispetto sia una tifoseria che ha a lungo abbandonato la squadra con le scuse più disparate (i daspo per i posti non rispettati, l’avversione al green pass e così via), e che quando è stata presente si è fatta surclassare dai supporters ospiti, come con l’Inter, il Milan e la Fiorentina.
La verità è che il Napoli, da molto tempo, può contare su tanti simpatizzanti, molti critici, ma pochissimi tifosi veri, nonostante una continuità ad alti livelli mai vista prima: sarebbe il caso che prima o poi sia la società che l’ambiente riflettano profondamente su un tale paradosso.
A questo punto la sfida di oggi pomeriggio (ore 15) al “Grande Torino” contro i granata di Juric ha il solo scopo, per Insigne e compagni, di blindare il terzo posto, sfruttando il ko della Juventus a Genova.
Recuperati Lobotka e Di Lorenzo, con il solo Ghoulam in dubbio, Spalletti avrà l’imbarazzo della scelta in tutti i reparti: non è da escludere che parta titolare chi, nell’ultimo periodo, ha trovato meno spazio come Elmas, Demme o Politano.
Il bilancio delle 68 sfide giocate in Serie A all’ombra della Mole vede il Toro in vantaggio con 25 vittorie, mentre i pareggi sono 24 ed i successi azzurri 19.
E’ però proprio la vittoria dei granata il risultato che manca da più tempo: il 1 Marzo 2015 fu una rete di Glik a condannare alla sconfitta i ragazzi di Benitez.
Il pareggio più recente è lo 0-0 del 6 Ottobre 2019: sulla panchina azzurra c’era ancora Ancelotti, che sarebbe stato esonerato poche settimane dopo.
L’allontanamento del tecnico di Reggiolo, fresco vincitore della Liga e finalista di Champions con il suo Real Madrid, resterà uno dei più eclatanti atti di autolesionismo compiuti dal Napoli nella sua storia.
I partenopei si sono aggiudicati l’ultima sfida giocata a Torino: il 26 Aprile 2021 furono Bakayoko ed Osimhen a regalare agli uomini di Gattuso un successo che avrebbe dovuto lanciarli alla conquista della qualificazione in Champions.
Sappiamo tutti invece come finì l’anno scorso, eppure al di là di bislacche teorie complottiste non si ricorda una contestazione così feroce per un obiettivo miseramente fallito.
La speranza è che prima o poi questa atmosfera livorosa e triste svanisca, ma forse sarà più facile che il Napoli vinca il suo terzo scudetto.