Al via la stagione 2022-23 del Teatro Civico 14 con Di un Ulisse, di una Penelope
interpreti Roberto Solofria, Ilaria Delli Paoli
regia Roberto Solofria
testo Marilena Lucente
costumi Alina Lombardi
progetto sonoro Paky Di Maio
scene Antonio Buonocore
collaborazione ai movimenti scenici Luigi Imperato
disegno luci Marco Ghidelli
traduzione in napoletano Roberto Solofria
Foto di scena Marco Ghidelli
produzione Mutamenti / Teatro Civico 14
Domenica 1° ottobre ore 18.00 parte la stagione 2023-24 del Teatro Civico 14 con lo spettacolo Di un Ulisse, di una Penelope, tratto dall’omonimo testo di Marilena Lucente, regia di Roberto Solofria, anche in scena insieme a Ilaria Delli Paoli. “Abbiamo ancora tante storie da raccontarti”: è il claim della 15esima stagione dello spazio casertano, che fa appello alla qualità epica del teatro, alla sua capacità di raccogliere persone intorno ad una storia, in un tempo sospeso, quello del racconto. Di un Ulisse, di una Penelope, produzione della compagnia Mutamenti \ Teatro Civico 14, è una riscrittura dell’epopea omerica che vede a confronto un marito e una moglie, un uomo e una donna dopo vent’anni di separazione. Due perfetti sconosciuti si trovano l’uno di fronte all’altra e, tra dubbi, incertezze, domande furiose, s’intravede la possibilità di un nuovo inizio. Info e prenotazioni a 0823 441399 oppure info@teatrocivico14.it. Costo del biglietto 12 euro (intero); 10 euro (ridotto) per under 30 e over 65 acquistabili anche sul sito www.teatrocivico14.it.
Da Omero in poi poeti e romanzieri hanno tirato fuori mille Ulisse e mille Penelope, sempre diversi, ciascuno con la propria singolarità, una scintilla che fa una nuova luce su tutta la tradizione. I viaggi dell’eroe di Itaca, il suo amore per la conoscenza, l’arguzia, la smania degli orizzonti, la nostalgia di casa, esercitano un fascino e un interesse immutato nel tempo. Le emozioni di Ulisse sono grondanti di contraddizioni. Ma anche Penelope, con la sua attesa astuta, il coraggio della solitudine, l’inamovibilità della sua scelta, ha dato forma a un modo di vivere l’amore. Sembra di conoscerli da sempre, questi due personaggi. Viaggia ancora Ulisse, e Penelope è ancora sull’isola a indagare quel mistero del tempo che è l’attesa. Lo spettacolo si domanda cosa accade quando Ulisse raggiunge Itaca; cosa accade tra lui e la sua sposa. Il ritorno dell’eroe sembra suggerire un nuovo inizio; quell’evento cambia Ulisse e Penelope come non era accaduto in venti anni. Domande furiose che nascono solo dall’amore. Quando si sta male per averlo perduto, quando si pensa di averlo ritrovato, e si teme e si trema al pensiero del futuro. Chiunque abbia avuto un’Itaca nella propria vita sa di cosa stanno parlando, quei due. Di un Ulisse, di una Penelope racconta di quell’incontro, tra passato e presente, da un lato umanizzando il mito e restituendo la storia di un uomo, con le sue debolezze e i suoi errori, dall’altro ponendo una particolare attenzione all’universo femminile.
«Guerra d’amore, guerra per amore – scrive Roberto Solofria nelle note di regia. Tutto cambia dopo il ritorno ad Itaca. Mare in tempesta. Odio. Sangue. Il rosso, il blu, l’oro. Amore. Amore? L’incontro, il rincontrarsi, il ritrovarsi, stringersi le mani, sentire l’odore, il sapore. È questo che cercavo, è questo che non trovavo. È più facile conoscersi o riconoscersi? Memorie, lontane, e ancora presenti. Ecco l’amore più forte del tempo, più forte dell’uomo, più forte del mare, più forte di guerre, più forte di viaggi, di incontri, di altri amori. Ma l’amore di lui non vince su tutto, non è così forte, non è così certo. L’amore di lei, sì che combatte, sì che ti aspetta, è lei che ti chiede del prossimo viaggio».