Ci sono visi da grande schermo che ricorderemo sempre, immutabili, infantili, anche con il passare del tempo resteranno sempre come il cinema ce li ha proposti. Se poi il film in questione è un classico italiano ed il regista è Nanni Loy, allora l’immortalità cinematografica è assicurata.
Le quattro giornate di Napoli, Domenico Formato, allora dodicenne interpreta Gennarino Capuozzo nella pellicola di Nanni Loy del 1962.
Conosco Domenico per caso ad un evento cinematografico, è un bel signore molto simpatico, non lo riconosco subito ma sapevo fosse un attore, poi lui mi racconta come mai quel viso segnato dal tempo mi ricorda qualcuno.
I tratti del viso sono cambiati con l’età ma il sorriso e la luce dello sguardo è la stessa.
Nasce così una cordiale amicizia e un’ intervista centrata ad evocare il periodo più emozionante della sua vita.
Come sei stato scelto?
All’epoca ero un bambino orfano e stavo nel villaggio dei ragazzi di Maddaloni. Un giorno venne la troupe di Nanni Loy per fare dei provini, tra 1300 ragazzi ne scelsero 300, poi altri provini con Pupella Maggio e alla fine fui scelto io tra tutti.
Volontè, Sorel, Massari e Cannavale: i divi dell’ epoca, come si sono comportati con te?
Tutti carini e fecero in modo che io mi sentissi a mio agio, mi coccolavano, era come essere in una famiglia.
Un aneddoto del set che nessuno conosce?
Dovevamo girare scena del carro armato che mi uccide, prima però un attore che impersonava un tedesco doveva usare il fucile, questi era molto simpatico e mi faceva sorridere facendomi perdere la concentrazione e questo non andava bene, ripetemmo la scena più volte, poi era agosto il caldo era insopportabile, così Nanni intervenne con dei consigli da Maestro e portammo la scena a termine.
Come vivevi il successo?
Con tranquillità e umiltà, in collegio non mi davo arie, ero uno dei tanti, sul set era tutto spontaneo, pochi suggerimenti del regista e io mi immedesimavo.
Cosa ha fatto poi Domenico da adulto?
Ho fatto varie esperienze, dopo il collegio finii gli studi da elettrotecnico. Andai in marina nel ‘67 fino a diventare sottoufficiale nel 1973, dopo, contro volontà di mia moglie, ho fatto l’agente di commercio, nel ’90 ho fatto il concorso per ex ASST, e, con l’avvento delle privatizzazioni potendo scegliere tra pubblico impiego o l’attuale Telecom, scelsi la prima opzione. Successivamente ho cambiato ancora diventando collaboratore scolastico a Benevento. Dal 2015 sono in pensione.
Nel cinema ebbi l’onore di conoscere Arnaldo Delehaye regista e allievo Nanni Loy che mi volle per un lavoro con la Rai, rifacendo le quattro giornate di Napoli in 4/5 puntate partendo da vari quartieri della città. Titolo era Bruciate Napoli con Mariano Rigillo, Patrizio Rispo, Lucianna De Falco. Io interpretavo il ruolo dell’aiutante medico.