Ha lasciato strascichi pesanti, nel Napoli, l’incredibile 3-3 di mercoledì scorso contro il Sassuolo al Mapei Stadium di Reggio Emilia: a quanto pare infatti è ancora alta la tensione nel gruppo, per via di una vittoria letteralmente buttata alle ortiche negli ultimi secondi del recupero.
E pensare che gli azzurri erano riusciti a passare in vantaggio con un rigore di Insigne a pochi istanti dal novantesimo, al termine di una partita sofferta, ma nella quale la squadra di Gattuso aveva quantomeno mostrato carattere e voglia di non arrendersi.
Le ingenuità in serie di Bakayoko, Di Lorenzo e Manolas nella gestione dell’ultima rimessa laterale a favore sono state letali, ed hanno consentito ai neroverdi di ottenere il secondo rigore della serata, per il definitivo pareggio: una fotografia perfetta di una stagione folle, in cui gli azzurri sono sempre stati capaci di vanificare con errori imperdonabili quanto di buono fatto anche solo la partita precedente.
Dopo questo harakiri, che allontana nuovamente gli azzurri dalla zona Champions, sono letteralmente volati gli stracci: mentre De Laurentiis andava via, a quanto pare, furioso per le sostituzioni effettuate da Gattuso (deleteri gli ingressi di Bakayoko e Manolas, quest’ultimo gettato nella mischia nel finale dopo un mese di assenza), Insigne tirava calci a qualsiasi cosa gli capitasse a tiro nel percorso verso gli spogliatoi, lasciandosi scappare un pesante insulto rivolto inequivocabilmente ai propri compagni.
Un atteggiamento che, per quanto dettato dalla rabbia del momento, resta francamente inaccettabile per un capitano: l’ennesima dimostrazione che, fatte salve le indubbie e notevolissime doti del calciatore Insigne, i dubbi sull’adeguatezza di Lorenzo ad indossare quella fascia restino quanto mai legittimi.
Le cose non sono andate meglio Giovedì alla ripresa degli allenamenti, visto che Gattuso ha allontanato Mario Rui durante la seduta, per aver mostrato scarsa voglia e (si dice) aver rimproverato un compagno più giovane.
Il tecnico calabrese aveva adottato questo tipo di provvedimento già in precedenza (con Allan, Lozano e lo stesso Rui) ma, a giudicare da quello che si vede in campo, ciò non ha dato particolari frutti in termini di compattezza del gruppo e concentrazione.
Il Napoli ha il dovere di resettare in fretta e provare a fare risultato pieno domani sera (ore 20:45), quando al “Maradona” arriverà il Bologna di Sinisa Mihajlovic: quella contro i rossoblù è l’ultima partita abbordabile prima di un trittico tremendo, con tre trasferte consecutive a Milano (sponda rossonera), Torino (per il recupero della celebre Juventus-Napoli di andata) e Roma (contro i giallorossi di Fonseca) in soli 7 giorni.
Oltre a Manolas e Koulibaly, rientrante dalla squalifica, Gattuso recupera anche Osimhen, che ha smaltito il trauma cranico rimediato a Bergamo ed è nuovamente arruolabile: l’infermeria azzurra è ormai quasi vuota, con i soli Lozano e Petagna ancora fermi ai box.
Andranno però valutate fino a domani anche le condizioni di Zielinski e Mertens, che hanno accusato entrambi un affaticamento muscolare nel post Sassuolo.
Il tecnico ex Milan, in virtù dei residui problemi fisici e del calendario ancora fitto, potrebbe dunque optare per un mini-turnover, lanciando Elmas e Ghoulam (inizialmente in panchina a Reggio Emilia) in campo insieme a KK, Manolas ed Osimhen.
Proprio al match di andata contro i felsinei risale l’ultimo gol segnato con la maglia del Napoli dal centravanti nigeriano, bravo a sfruttare di testa il delizioso assist di un ispirato Lozano: nessuno poteva immaginare che da lì in poi Osimhen sarebbe finito in un autentico tunnel, tra infortunio alla spalla, covid, una forma difficile da ritrovare ed un trauma cranico.
L’auspicio è che in questo ormai quasi disperato assalto finale al quarto posto il Napoli possa fare affidamento sul proprio centravanti, e che Osimhen riesca a dimostrare di poter essere un punto fermo (insieme a Lozano) anche per la prossima stagione, in cui bisognerà provvedere ad un profondo rinnovamento.
E’ ormai evidente, infatti, la necessità di rendere di nuovo respirabile l’aria in uno spogliatoio che appare, una volta di più, irrimediabilmente avvelenato.