Beffato, ma sempre più capolista: il Napoli si fa rimontare dalla Roma all’Olimpico all’ultimo respiro, così come accaduto al Milan nel derby, ma rimane da solo in testa alla classifica, visto che l’Inter, surclassata in settimana dalla Fiorentina nel recupero della quattordicesima giornata, resta a 3 punti di distanza dagli uomini di Antonio Conte, finalmente a parità di partite giocate.
Un vero peccato non aver allungato ulteriormente, a conti fatti, soprattutto visto l’eccellente approccio degli azzurri a una gara affrontata dai padroni di casa con una formazione imbottita di riserve, frutto della volontà di recuperare dalle fatiche di Europa League e risparmiare energie in vista della Coppa Italia.
Il Napoli ha dunque aggredito subito una Roma rimaneggiata e timorosa, sfiorando il vantaggio con Lukaku e McTominay e trovandolo a metà primo tempo con una perla di Spinazzola, bravo nello scattare in profondità e perfetto nello scavalcare Svilar con un preciso pallonetto sul lancio lungo di Juan Jesus.
Nonostante lo svantaggio, la Roma non ha avanzato il baricentro, permettendo ai partenopei di continuare a controllare il match e trovando la porta azzurra solo sul finale di tempo con Ndicka, il cui colpo di testa ha testato i riflessi di un attento Meret.
Il copione non è cambiato a inizio ripresa, col Napoli vicino al raddoppio con McTominay, ma i cambi eseguiti da Ranieri dopo la mezz’ora, come prevedibile, hanno aggiunto qualità e freschezza alle iniziative giallorosse.
Gli azzurri hanno comunque controllato il match senza subire troppo, con la Roma pericolosa solo grazie a un paio di punizioni insidiose di Paredes, ma hanno avuto il demerito di rilassarsi nel finale, concedendo in pieno recupero un cross facile a Salemaekers, sul quale Angelino, sfruttando l’errato posizionamento del subentrato Mazzocchi, ha trovato un pareggio ormai insperato con un sinistro al volo bello e difficilmente ripetibile.
Un colpo duro da digerire per Conte e i suoi, che già pregustavano l’inizio di una “mini-fuga”, ma un pareggio in casa della Roma dopo 7 vittorie di fila e a conclusione del ciclo di ferro con la trasferta di Bergamo e la sfida con la Juve può essere accettato senza troppi drammi.
Fin troppo drammatica invece è stata la reazione dell’ambiente alla chiusura del mercato di Gennaio, concluso dal Napoli con l’arrivo di Okafor per sostituire Kvara.
Vista l’impossibilità di acquistare a cifre ragionevoli i vari Garnacho e Adeyemi, e le ampie garanzie offerte nel ruolo da Neres, la scelta di tamponare il buco lasciato dalla partenza del georgiano con il prestito un profilo di buon livello, in attesa di un mercato estivo da affrontare con più risorse e maggiori alternative, appare decisamente sensata.
Più azzardata la rinuncia all’arrivo di un difensore di ruolo, dettata dal dietrofront di Danilo, con cui c’era accordo totale, e dalla richiesta fuori mercato della Fiorentina per Comuzzo: con un Rafa Marin mai impiegato, scontento e sfiduciato da Conte, c’è solo da sperare che il lato destro della difesa azzurra non subisca defezioni da qui alla fine del campionato.
Ad ogni modo, è stata apprezzabile la decisione della società di spiegare, attraverso una conferenza stampa del DS Manna, le difficoltà incontrate in questa sessione di mercato, in modo da assumersi le responsabilità del caso e chiudere questo discorso fino a Giugno.
Il Napoli non può infatti farsi ulteriormente distrarre, in vista della delicata sfida in programma al “Maradona” stasera (ore 20:45) contro l’Udinese.
Conte dovrebbe recuperare Buongiorno, cui lascerà il posto l’ottimo Juan Jesus, protagonista inatteso ed encomiabile di questo scorcio di stagione; con Olivera ancora fermo ai box, a sinistra verrà dunque riproposto Spinazzola, altro giocatore totalmente rigenerato dal tecnico salentino.
Per il resto, la formazione sarà quella vista in questi ultimi turni, ormai collaudata e apparsa ancora in palla dal punto di vista fisico, nonostante il gol preso nel recupero e le conseguenti, poco condivisibili, considerazioni sull’eventuale stanchezza di alcuni uomini chiave.
Il Napoli ha perso solo 4 delle 42 partite giocate in casa contro i bianconeri in Serie A, e ha inanellato 10 sfide vittorie consecutive a Fuorigrotta, l’ultima delle quali il 27 Settembre 2023, quando i Campioni d’Italia guidati ancora da Garcia si imposero con le reti di Zielinski, Osimhen, Kvaratskhelia e Simeone.
L’Udinese non raccoglie punti a Napoli dal 3-3 del 7 Dicembre 2013, quando la doppietta di Pandev e il gol di Dzemaili furono vanificati dall’autorete di Fernandez e dalle reti di Bruno Fernandes e di Dusan Basta.
La vittoria più recente dei friulani risale al 17 Aprile 2011, quando un Napoli in piena corsa scudetto si fece sorprendere dall’ex Denis e dal futuro azzurro Inler.
Quella sfida deve suonare come un campanello d’allarme per i ragazzi di Conte, che non devono sottovalutare un avversario temibile e in grado di sottrarre punti preziosi in una volata tricolore che si appresta ad entrare nel vivo.
Servono concentrazione, cattiveria agonistica e determinazione per cogliere un altro successo, e presentarsi al meglio alla sfida con la Lazio ed allo scontro diretto con l’Inter, che potrebbero rappresentare la prima grande svolta di questo campionato.