Tanti danni oltre alla beffa: il Napoli esce malconcio dal “Mapei Stadium” di Reggio Emilia, dove non solo si fa rimontare un doppio vantaggio dal Sassuolo nei 20 minuti finali, ma perde anche tre pedine fondamentali.
Eppure la partita sembrava essersi incanalata nel migliore dei modi: dopo un primo tempo ben controllato, pur senza particolari occasioni, le reti di Fabian e Mertens ad inizio ripresa avevano legittimato una supremazia piuttosto netta dei partenopei.
E’ a quel punto che gli infortuni hanno condizionato il match degli uomini di Spalletti: dopo aver perso Insigne nell’intervallo, il problema muscolare occorso a Fabian ha tolto al Napoli il controllo del gioco.
La splendida rete di Scamacca ha restituito entusiasmo ai neroverdi, e con l’uscita di Koulibaly gli azzurri si sono completamente smarriti, concedendo la rete del pareggio a Ferrari a pochi istanti dal termine.
Va anche detto che l’andamento dell’incontro è stato pesantemente condizionato dal catastrofico arbitraggio dell’impresentabile semi-esordiente Pezzuto.
Dopo una galleria degli orrori fatta di corner regalati e cartellini dimenticati, il fischietto di Lecce ha compiuto il capolavoro nel finale, invertendo la punizione del 2-2, espellendo Spalletti per le giustificate proteste ed ignorando un sesquipedale fallo su Rrahmani, sugli sviluppi del quale i padroni di casa avevano addirittura trovato il gol vittoria nel recupero.
Il VAR ha salvato Pezzuto dalla figuraccia definitiva, ma sarebbe il caso che questi scarsissimi arbitri alle prime armi pensassero a guardare meglio cosa succede in campo ed a fare meno i permalosi sulle proteste degli allenatori.
La tremebonda gestione del finale della squadra, la scelta di riproporre gli stessi 11 della partita con la Lazio dopo 3 giorni, i cambi poco ispirati: il Napoli e Spalletti hanno qualcosa di cui rimproverarsi, ma senza cercare alibi, va detto che rinunciare in un sol colpo e contemporaneamente ad Anguissa, Osimhen, Insigne, Fabian e Koulibaly senza conseguenze è impossibile per chiunque.
E’ un Napoli dunque in totale emergenza quello che stasera (ore 20:45) ospita un’Atalanta tornata al top: gli orobici, reduci dal blitz dello Stadium e dal poker al Venezia, hanno agganciato la zona Champions e verranno al “Maradona” per provare a rientrare nella corsa scudetto.
Poche, ovviamente, le scelte a disposizione di Spalletti: il tecnico di Certaldo, che non sarà in panchina per squalifica, non avrà a disposizione nemmeno Manolas e schiererà dunque Juan Jesus al fianco di Rrahmani, con Mario Rui e Di Lorenzo come al solito sugli esterni.
A centrocampo ed in avanti spazio ai piccoletti: Lobotka e Demme agiranno alle spalle di Zielinski, mentre Mertens guiderà l’attacco con Lozano e Politano a supporto; qualche perplessità resta sulla scelta di riproporre Dries titolare per la terza partita di seguito, vista l’età ed il periodo poco favorevole in termini di infortuni.
L’ultimo precedente fu forse la massima espressione del Napoli di Gattuso, che il 17 Ottobre 2020 tramortì 4-1 i nerazzurri con una prestazione tanto sontuosa quanto illusoria: a segno Lozano, con una doppietta, Politano ed Osimhen, alla prima rete in maglia azzurra.
L’ultimo pareggio fu pieno di polemiche: il 30 Ottobre 2019 “man of the match” fu l’arbitro Giacomelli, che non vide un evidente fallo da rigore di Kjaer su Llorente, consentendo all’Atalanta di segnare il gol del definitivo 2-2 in pieno recupero sul prosieguo dell’azione.
Alla stagione precedente risale l’ultima vittoria bergamasca, un 2-1 in rimonta, dopo il vantaggio di Mertens, firmato da Zapata e Pasalic il 22 Aprile 2019.
Il bilancio dei 50 precedenti casalinghi in Serie A è nettamente favorevole agli azzurri, vittoriosi in 33 occasioni e battuti solo 6 volte, ma quella di stasera sarà una gara durissima: con pochi cambi a disposizione e con una formazione decisamente “undersize”, il rischio di subire la straripante fisicità degli uomini di Gasperini è concreto.
E’ stato ancora una volta Spalletti, in conferenza stampa, a tracciare la strada, sgomberando il terreno da qualunque alibi: il Napoli dovrà essere più forte di arbitri scarsi, infortuni ed emergenze per continuare a rincorre il suo sogno.