Settimana estenuante per l’elezione del Capo dello Stato.
Ore e ore di diretta tv, con il primato inarrivabile delle maratone Mentana che, passo passo, ha narrato, con costanza e encomiabile perseveranza, il melodramma nella scelta del giusto candidato per il Quirinale.
E così, botta e risposte, nomi e contronomi, nominations e eliminazioni, conferenze stampa e riunioni segrete, conclavi e fumate nere, schede bianche a pioggia e candidati improbabili, in un imbarazzante sceneggiato politico che ha nauseato e allontanato i cittadini dalla politica in modo definitivo.
Il mercanteggio di candidati e oggetti di scambio, il coinvolgimento nelle discussioni dei diretti protagonisti della vicenda, la ribalta e il sussulto delle norme costituzionali a fronte dello spregio di azioni e parole, sono stati davvero inguardabili e indigeribili.
Lo spettacolo delle trattative e delle enunciazioni subito dopo contraddette, con annunci di voti, poi disdetti allo spoglio, e la spregevole noncuranza nel gettare in pasto ai giornali in modo da bruciarne la papabilità, con effetto immediato, di personalità di alta caratura sono lo specchio di una politica allo sbando che, pur di scendere a compromessi e tenersi salda alle poltrone, ha toccato uno dei punti più bassi della vita istituzionale del nostro paese.
E non c’è la possibilità di salvare nessuno, non si può essere partigiani di un partito o di un’area politica, di una ideologia o convinzione, perché tutti, indistintamente, sono stati, allo stesso modo, incuranti dell’opinione pubblica e del momento attuale, e senza nemmeno farne sotterfugio, spietatamente attaccati al vil potere della diaria parlamentare a serio rischio per molti personaggi in caso di corsa alle rielezioni.
Destra o sinistra, centrodestra o centrosinistra, nessuno ha mostrato di comprendere con serietà il vulnus del loro comportamento e rivestito il ruolo di grande elettore con la necessaria responsabilità di dovere assumere una decisione giusta per il paese.
La scelta aberrante, poi, quando si ipotizzavano candidati al femminile, era la pantomima inscenata da tutti i fronti che fosse arrivata finalmente l’ora di eleggere una donna e con spietata furbizia, bruciate una ad una le singole ipotesi di papabili.
La pandemia ancora pressante, l’economia al collasso, le scuole in seria difficoltà, la sanità duramente provata dall’aumento di ricoveri e morti giornaliere inaccettabili con la falsa discesa della curva epidemiologica per rendere un servizio all’elezione del Capo dello Stato in corsa, senza trascurare la guerra imminente in Ucraina da parte di una Russia aggressiva, pronta ad innescare una miccia pericolosa di un conflitto di proporzioni mondiali, se poniamo lo sguardo oltreconfine, una classe politica oscena da vedere e da sentire, sono stati uno sfondo completamente oscurato e sfumato quando avrebbero dovuto rappresentare, per fare onore al momento che viviamo, la vera spinta a scegliere il candidato alternativo giusto.
Stento a credere che non ci siano personalità del calibro di Mattarella, il problema vero è che una personalità di tal guisa avrebbe defenestrato parecchi protagonisti della politica italiana attuale, con ministri che dovrebbero rappresentare l’unità nazionale e, invece, sono stati emblema di discordia, con decisioni che dovrebbero guidare il paese fuori dal tunnel e, invece, il bel paese è fermo e stantio nelle difficoltà crescenti che non sono solo sanitarie ed economiche, ma gravemente sociali e non perchè ci sia la dad o le limitazioni da zone colorate, ma perchè si è creata una spaccatura infinita tra chi siede in Parlamento e chi vive la vita comune di ogni giorno, in cui lo slogan è preoccuparsi degli ultimi, dei fragili, dei più deboli, ma, di fatto non è così.
Altrimenti come giustificare i tantissimi malati oncologici abbandonati a loro stessi a causa del covid, perchè in tutti questi mesi, in cui si farneticava sull’arrivo della terza, quarta ondata, non si è operata alcuna vera azione volta a salvare queste situazioni in maniera concreta? Perchè non si è costruita una valida e motivata spinta della campagna vaccinale con una obbligatorietà rinviata senza alcun significato al 15 febbraio, quando la fase acuta dei contagi dovrebbe fermarsi? Perchè le scuole vivono e denunciano, comunque, difficoltà giornaliere con molti ragazzi in dad e famiglie in tilt perchè non ci sono ammortizzatori sociali o istituti a supporto all’assistenza familiare ai figli chiusi in casa per dad da contatto con positivi?
Il problema vero non è tanto porre queste domande, quanto quello di ricevere le risposte, in parte fuorvianti perchè la controparte continua a dire che va tutto bene…che vanno ridimensionate le regole anticovid e evitate tante limitazioni, con attività persecutoria solo per i no vax.
Siamo passati da un “Andrà tutto bene” ricco intriso di speranze e migliori auspici, anche umani e umanitari, ad un “va tutto bene” che ha il sapore amaro dell’illusione e sembra correre su un binario parallelo appartenente al metaverso e non alla nostra dimensione esistenziale.
In questo quadro, in cui il Presidente del Consiglio dei Ministri che dovrebbe essere la guida illustre del Paese per un vero rilancio, ha mercanteggiato spudoratamente coi partiti anche la sua posizione, imponendo la sua veduta e violando apertamente il fair play costituzionale, ponendo all’ultimo gradino dell’interesse quello per il bene della nazione, che si presenta distante e distaccato dal suo paese, che non mostra empatia nè alcuna forma di interesse per il paese, lasciando inascoltate molteplici voci e richieste di aiuto, diviene difficile affidarsi e fidarsi di qualcuno.
E allora Mattarella, pur avendo già preparato le valigie e il trasloco (ma chissà se poi è vero!) le cui parole sono encomiabili quando dichiara che “non ci si può sottrarre ai doveri a cui si è chiamati”, inviando, a mio avviso, una stoccata anche a chi l’ha votato, non è solo l’unica via d’uscita dall’impasse in cui siamo piombati in questa settimana, ma è l’unico che mantiene un equilibrio precarissimo della politica, per portare a casa il sostanzioso stipendio parlamentare fino a fine legislatura con buona pace degli insulsi politici che ci rappresentano in parlamento, e consentire a quaquaraqua di essere onorevoli titolari di dicasteri con o senza portafogli, che solo in virtù dell’unità nazionale tanto decantata a parole e sfregiata nei fatti, hanno l’onore di sedere elevati scranni e gestire il potere, con l’arrivo di miliardi di euro per salvare il paese…e il sottofondo di uno “speriamo che ce la caviamo”!
E’ tutto molto, molto demagogico, ma purtroppo oggi corrisponde a quello che abbiamo assistito, visto, sentito, attraverso il comportamento, le parole, le dichiarazioni e le decisioni della nostra classe politica, ammesso che ne esista una, degna di questo nome.
Mattarella ci ha salvati con il suo SI al richiamo della sua seconda elezione per salvare il paese dal buio di una indecisione e di un chiasso istituzionale davvero senza precedenti nella storia recente del paese.
Nell’attesa che il Paese recuperi dignità e elezioni vere senza inciuci di palazzo, godiamoci il nostro Presidente della Repubblica che, nonostante tutto, resta l’unica luce nell’immenso offuscamento e spaesamento della politica italiana.