Dragon Ball è uno delle opere più importanti, nonchè più popolari della storia dei manga e degli anime. L’opera nasce dalla serie di manga divisa in 42 volumi pubblicati da Shueisha tra il 1984 e il 1995. Sono state prodotte quattro stagioni originali di anime televisivi (Dragon Ball, Dragon Ball Z, Dragon Ball GT, Dragn Ball Super), un ciclo di episodi in versione rivisitata per celebrare il ventennale (Dragon Ball Kai), tre pessimi live action prodotti rispettivamente in Corea del Sud, Taiwan e negli Stati Uniti (probabilmente il peggiore di tutti) e ben diciannove lungometraggi animati.
A questi vanno aggiunti diversi Special televisivi, OAV (original anime video) e cortometraggi ed una quantità infinta di merchandising che tra videogiochi, , action figure, gashapon, carte da collezione, prodotti per la scuola, figurine, borse, carte da gioco e tanto altro fruttano al colosso Bandai, detentore dei diritti centinaia di milioni di euro. Precisamente nell’ultimo anno fiscale rilevato (aprile 2017-Maggio 2018) Bandai ha incassato oltre 750 milioni di euro. Queste sono solo alcuni dei numeri che attestano il successo di Dragon Ball, franchise nato dal genio di Akira Toriyama, che torna dal 28 febbraio sul grande schermo con Dragon Ball Super: Broly.
Grazie a Koch-Media abbiamo avuto la possibilità di visionare, in anteprima e in lingua originale, l’ultimo film di Dragonball che uscirà nelle sale italiane oggi. Il ventesimo film della saga è diretto da Tatsuya Nagamine e rivive la storia di Broly, sayan esiliato che, condotto al cospetto di Freezer, sarà convinto con l’inganno a combattere contro Goku e Vegeta. Broly è già apparso in tre pellicole degli anni novanta parallele alla serie principale, e anche in questo caso è funzionale nel contesto di un’ opera “post” Dragonball Super. La narrazione può essere spiazzante: il film può essere considerato un prequel, un sequel e uno spin-off se si considera l’arco narrativo canonico. La pellicola racconta in maniera dettagliata la vita di Broly e la distruzione del pianeta Vegeta da parte di Freezer, ricollegandosi però alla conclusione dell’anime.
L’inizio del film, a livello narrativo, è sicuramente la parte più interessante della pellicola. Il lavoro svolto sul soggetto da Toriyama è palpabile, si nota un occhio di riguardo nei confronti di Broly, con un tentativo di approfondire il personaggio, dandone una caratterizzazione sfaccettata e coerente con le versioni viste nelle pellicole passate così da non deludere i fan. Ma il vero punto di forza del progetto è il grande scontro che avviene tra i tre Sayan, il combattimento appare particolarmente curato: la musica , il montaggio e le inquadrature permettono allo spettatore di sentirsi pienamente coinvolto. Le animazioni, magistrali nelle scene di azione, risultano invece un pò scarificate nelle scene meno dinamiche.
Dragon Ball Super: Broly è una buona trasposizione cinematografica del celebre manga, il film è un grande omaggio a Broly, approfondendo la storia di un personaggio interessante, senza rappresentare nulla però nulla di nuovo a livello narrativo. La pellicola è capace di emozionare lo spettatore, stupirlo con un combattimento finale incredibile, le tante citazioni possono essere considerate dai più critici, troppo “fanservice”, ma questo deve essere per forza considerato un elemento negativo? Secondo il sottoscritto decisamente no.