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© 2022 Senzalinea testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Napoli n. 57 del 11/11/2015.Direttore Responsabile Enrico Pentonieri
Salute & Benessere

‘Due di noi’, al Milano Film Fest il corto sulla storia di due donne con tumore al seno

Redazione
Redazione 1 mese fa
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9 Min Lettura
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(Adnkronos) – Storie di donne che fanno i conti con un tumore. Al Cinema Anteo di Milano è stato presentato il corto 'Due di noi', docufilm fuori concorso al Milano Film Fest che vede l’attore Claudio Santamaria come direttore artistico, in programma fino all’8 giugno. Promosso da Gilead Sciences Italia con l’associazione Europa Donna Italia e prodotto da Tapelessfilm, il cortometraggio che ha per protagoniste due donne – Chiara e Teresa – dopo la diagnosi di tumore al seno metastatico con i loro progetti, le loro aspettative per il futuro, il significato diverso che assume il tempo. Le due donne, 50 e 38 anni, sono distanti geograficamente (Chiara vive a Venezia, Teresa a Salerno), ma parallele e profondamente intrecciate nella loro umanità. Entrambe convivono con un tumore al seno metastatico, una diagnosi che, solo nel 2022, ha riguardato oltre 52.000 donne e che spesso strappa ogni certezza, ogni progetto. Ma che oggi, grazie al progresso terapeutico, sta evolvendo sempre più nella dimensione della cronicità. "Io sono una persona con una malattia, non sono una persona malata – afferma Chiara nel film – e dunque vivo la malattia come una piccola parte della mia vita che curo". Raccontare queste due storie senza che la malattia ne diventasse protagonista assoluta è stata la sfida del docufilm diretto da Mattia Colombo e Davide Fois. Nove mesi di aspettativa di vita: è questa la prognosi che ho ricevuto nel 2020 quando la malattia si è ripresentata” ricorda Chiara Ruaro, protagonista di Due di Noi. "Da allora sono passati 5 anni, una laurea, una carriera e tante passioni. La vita ti mette davanti a salite molto ripide, spetta a noi decidere come affrontarle. La mia storia – che è fatta anche di paure e di momenti di sconforto, soprattutto quando aspetto i risultati degli esami – e che ho avuto la fortuna di raccontare in un modo così amplificato, spero sia di aiuto alle donne che si trovano di fronte a questo percorso. Non si può e non si deve minimizzare, ma si può e si deve prendere il tempo e riempirlo di vita, perché il presente deve essere vissuto appieno e il futuro e la scienza possono cambiare il nostro cammino". "Si chiama cancro, non possiamo evitare di chiamarlo con il suo nome" dice Teresa Giordano, l’altra protagonista di Due di noi. “Ciò che dico a me stessa quando sento di crollare è di avere coraggio. Mi dico: cadi, sprofonda, attraversa questo dolore e prova a trasformarlo. Anche a 30 anni, anche quando la vita sembra così difficile, il tempo può essere meraviglioso; negli ultimi 7 anni ho fatto cose che non avrei fatto prima. Ho talmente tanti progetti da realizzare nei prossimi anni che non basterebbe un libro per contenerli tutti; il più vicino è il mio matrimonio, con un compagno che mi ha scelto il giorno della mia prima diagnosi e non mi ha mai abbandonata". "Le storie di Chiara e Teresa sono una testimonianza preziosa", afferma Alessandra Gennari, docente di oncologia medica presso l'Università del Piemonte Orientale, Coordinatrice della Faculty sulle neoplasie della mammella di Esmo (Società europea di oncologia), direttore della Clinica Oncologica dell’ospedale universitario di Novara. Due storie che"raccontano in modo indiretto come le terapie possano incidere in modo significativo per le pazienti che ricevono una diagnosi di progressione della malattia. La ricerca è in continua evoluzione e oggi il tumore al seno metastatico, sia nelle forme più aggressive, sia nelle forme più diffuse, può contare su terapie più efficaci che riescono a dare più tempo con una migliore qualità di vita. Per noi clinici vedere affrontare un percorso così difficile con tenacia e voglia di futuro è un grande traguardo; diffondere questo messaggio con la voce delle pazienti è fondamentale". Il percorso di Chiara e Teresa non potrebbe essere lo stesso senza il supporto di una rete di donne che quotidianamente si sostengono e si aiutano. Le associazioni pazienti rappresentano un porto sicuro, dove trovare conforto, accoglienza e aiuto. Il docufilm 'Due di Noi' è realizzato grazie alla collaborazione di Europa Donna Italia, da sempre impegnata per le pazienti a fianco della comunità scientifica e delle istituzioni. "Dedichiamo un’attenzione speciale alle pazienti con tumore al seno metastatico dal 2012, quando abbiamo promosso la prima indagine dedicata a far emergere i loro bisogni", dichiara Rosanna D’Antona, presidente di Europa Donna Italia.  "In quel tempo il tumore metastatico era un tabù; oggi lo è molto meno, grazie anche ai progressi della ricerca che hanno permesso di dare una dimensione nuova alla fase avanzata della malattia. Una fase che porta con sé esigenze specifiche, legate non solo alla prospettiva di vita, ma anche alla particolare condizione fisica e psicologica della donna, che si trova ad affrontare scenari molto diversi rispetto a chi convive con la malattia localizzata. Nel tempo non abbiamo mai smesso di restare in ascolto delle pazienti, da questo ascolto sono emerse in particolare cinque richieste che sintetizzano i loro bisogni: le abbiamo racchiuse nel Manifesto del tumore al seno metastatico e ci siamo impegnate per portarlo sui tavoli istituzionali, avviando un’azione di advocacy che chiede alle istituzioni risposte rapide e tempestive". 'Due di Noi' è parte dell’impegno che Gilead Italia, presente nell’area dell’oncologia solida, rafforza da quattro anni. "Siamo fieri di essere riusciti in un tempo breve, quanto mai prezioso, a contribuire al miglioramento della vita di persone che affrontano una malattia oncologica metastatica, grazie a terapie che aumentano l’aspettativa di vita, garantendo che questa possa essere vissuta con qualità", afferma Carmen Piccolo, direttore medico Gilead Sciences Italia. "Il nostro impegno è costante non solo per trovare terapie sempre più innovative ed efficaci – si pensi che a oggi sono attivi 30 studi per 20 nuove potenziali indicazioni per il tumore al seno e altre tipologie di tumori solidi entro il 2030 – ma anche per garantire che l’accesso a queste terapie avvenga il più rapidamente possibile. Per questo la collaborazione con la comunità scientifica, le istituzioni e le associazioni pazienti rimane imprescindibile". "La possibilità di comunicare l’esperienza di malattia in contesti sempre più ampi oggi è una realtà e questo consente di valicare le barriere e lo stigma che ogni persona con esperienza di malattia porta con sé” afferma Gemma Saccomanni, Senior Director Public Affairs di Gilead Sciences Italia. “Essere inseriti, con Due di Noi, nella programmazione della prima edizione del Milano Film Fest è la conferma di un cambio di marcia e di una sensibilità che in questo senso stiamo contribuendo a consolidare e siamo felici che il nostro progetto sia stato accolto con favore dalla direzione artistica della manifestazione. Gilead continuerà ad ascoltare le voci delle pazienti e ad amplificarle in contesti dove la cassa di risonanza può essere forte e raggiungere un pubblico sempre più vasto". "Negli anni la filmografia non solo italiana, ma internazionale, ha prodotto film di grande risonanza che raccontano il tema della malattia. Il cinema è un canale potente per muovere sensibilità e coscienze”", afferma Claudio Santamaria, direttore Artistico del Milano Film Fest. “Al nostro battesimo non potevamo che accogliere con entusiasmo 'Due di Noi', riservando uno spazio a un messaggio così forte come quello raccontato dalle storie di Chiara e Teresa. Un messaggio di speranza, ma soprattutto di vita". —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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