Da quando, nel luglio del 2015, Sergio Bonelli Editore ha compiuto l’importante passo di affacciarsi nelle librerie con volumi firmati dal proprio marchio, il catalogo si è arricchito di pubblicazioni di gran pregio ed in diversi formati, che danno voce sia a storie ancora inedite e solo successivamente messe a disposizione nel classico formato dell’albo da edicola, sia a grandi classici del passato e presente bonelliano riproposti in vesti grafiche più prestigiose e corredate da commenti, contenuti inediti ed ovviamente copertine realizzate ad hoc.
Non si è sottratto fin dagli esordi di tale iniziativa un personaggio ormai storico come Dylan Dog, forte di una carriera editoriale lunga oltre 30 anni e che di “classici” ne ha pertanto parecchi da presentare.
Il 7 marzo Sergio Bonelli Editore ha spedito direttamente nelle librerie e nelle fumetterie specializzate un volume dal titolo “Incontri ravvicinati” che costituisce una sorta di concept book all’interno del quale sono racchiuse le storie che Tiziano Sclavi ha dedicato al tema degli extraterrestri e delle visite da altri mondi.
Questo volume di formato 16×21 cm e di ben 400 pagine presenta una copertina inedita e di stampo molto minimale realizzata appositamente da Angelo Stano, storico copertinista della serie regolare per molti anni, ma che esplicita il tema trattato. Il libro infatti include la cosiddetta trilogia extraterrestre di Tiziano Sclavi, composta dai racconti “Terrore dall’infinito”, “Quando cadono le stelle”, “Lassù qualcuno ci chiama”.
Sono tutte storie famosissime e alle quali i lettori affezionati dell’Indagatore dell’Incubo sono per diversi motivi particolarmente legati, ma ad esse è stata aggiunta per affinità tematica e narrativa un’altra avventura che integra ed amplia il pensiero sclaviano sul tema del paradosso, la celeberrima “Tre per zero”. Forse una delle sue sceneggiature meglio riuscite, una vetta di maturità artistica per tecnica, leggerezza ed imprevedibilità.
Sono tutti racconti che a buon diritto fanno parte delle migliori opere di Sclavi, e che ben ne compendiano tanto la sua surreale poetica quanto le capacità di mettere insieme intrecci strutturati e ai limiti della commedia. In tutte le quattro storie ritroviamo richiami e citazioni di stampo letterario, cinematografico, fumettistico, una tecnica da sempre sfruttata dallo scrittore di Broni anche per creare una connessione immediata con il lettore; allo stesso tempo è tangibile lo sfasamento rispetto al reale, altra tecnica spesso adottata per suscitare una sorta di irresolutezza ed inquietudine.
Temi quali i rapimenti alieni, l’avversione verso l’ottusità militare, l’inclinazione al paradosso raggiungono l’apice nei 4 racconti di questo volumone che conferma Dylan Dog quale fumetto d’autore e di qualità.
Non è certo un caso che tutte le tavole che compongono il libro siano state disegnate da Bruno Brindisi, uno degli autori più bravi a tradurre in vignette i soggetti anche più spiazzanti che Tiz gli ha sempre proposto in un sodalizio che ha generato alcuni tra gli albi meglio riusciti della serie.
Proprio come questi.