Sembra di essere tornato indietro di 30 anni, quando il Napoli di Maradona e il Milan degli olandesi si contendevano il tricolore: i tempi erano diversi ma le polemiche sembrano essere le stesse, si sono solo evolute, divenendo più immediate e fruibili a tutti, merito, si fa per dire, dei nuovi strumenti tecnologici ormai appannaggio di chiunque.
Tutti contro tutti, tra accuse di favoritismi, arbitri in confusione e Var ad intermittenza, tipo lucine dell’albero di Natale.
Archiviata la brutta gara di Salerno, il Napoli guarda al futuro prossimo non senza preoccupazioni; non mancano, a dire il vero, alibi a Spalletti e compagnia: pochissimo il tempo per recuperare e prepararsi alla gara, le due assenze importanti di Insigne e Osimhen, un ambiente ostile e un’avversaria, la squadra granata, protesa a difendere i propri sedici metri con tutti i mezzi. Per questo motivo, a parere di chi scrive, la vittoria dell’Arechi vale eccome e pazienza se, per questa volta, ci si è dovuti un po’ turare il naso senza poter ammirare il consueto gioco spumeggiante del Napoli. La Salernitana, spinta dai propri tifosi (qualcuno forse ci spiegherà questa acredine verso i napoletani per una rivalità di fatto solo unilaterale), ha dato tutto e avrebbe anche potuto pareggiarla, ma la vittoria del Napoli è, di fatto, meritata.
Anche il Milan, del resto, ha vinto gare contro avversari tutt’altro che irresistibili, con sofferenza: ma la vittoria dell’Olimpico, seppur facilitata da decisioni arbitrali molto discutibili, ha restituito al campionato il duello tra il diavolo e il ciuccio. E’ ancora presto e il calendario regala brividi al Napoli dopo la sosta: saranno proprio le gare immediatamente successive a questa a stabilire se si tratterà davvero di una corsa a due o se l’Inter (che attende le due capolista in sequenza) potrà inserirsi.
Nel mezzo gli azzurri sono attesi dalla fondamentale trasferta in terra polacca e poi, domenica al Maradona, dal Verona.
L’assenza di Osimhen è stata evidente, soprattutto perchè Mertens, amato e benvoluto da tutti sia chiaro, appare ben avviato al viale del tramonto: potrà essere certamente ancora utile ma, in tutta onestà, sarebbe opportuno affidarsi al sempre utile Petagna per sostituire la pantera nigeriana. Certo bisognerà giocare in modo diverso per accompagnare il “Petagnone” in questo ruolo, puntare molto sugli esterni e fiondare decine di palloni al centro dell’area.
La partita di Domenica contro l’Hellas sarà particolarmente importante: il Milan è atteso dal derby e vincere sperando in un passo falso dei rossoneri regalerebbe la vetta solitaria al Napoli. Senza Koulibaly (espulso all’Arechi e squalificato) e con Osimhen ancora in dubbio, si spera nel recupero di Manolas contro gli scaligeri che hanno dimostrato di essere squadra di grande corsa e di ottima qualità.
Prima, come detto, il Legia Varsavia: tre punti che sarebbero decisivi per il futuro del girone contro i polacchi, attualmente primi ma in crisi nera, per ammissione stessa dei suoi principali calciatori.
Insomma è tutto in divenire: difendersi dal fuoco nemico ma anche da quello amico che a Napoli è sempre pronto a deflagrare forte ai primi segni di difficoltà.