La settimana che anticipava il match di sabato sera tra Atalanta e Napoli era stata caratterizzata e monopolizzata dalla vicenda Kvara.
Non ci soffermeremo sull’argomento, il georgiano ormai è un ex calciatore del Napoli e, di fatto, non avremmo motivo per occuparci di lui.
Anche perchè, evidentemente, è uno dei pochi a non aver capito che sulla panchina azzurra siede uno che di calcio ne sa eccome.
Non sappiamo come finirà la stagione, ma di certo pensare che questa squadra, mortificata da allenatori e giocatori improponibili nella scorsa stagione, sia in testa alla classifica è davvero incredibile.
La vittoria nella tana dei bergamaschi, da tutti indicati come la vera anti Inter e squadra da invidiare, è targata, appunto, Conte.
I partenopei hanno saputo reggere l’urto della squadra di casa, subendo gol in entrambi i tempi nei primi venti minuti (specialità della casa) ma piazzando tre poderose e decisive spallate nella seconda metà dei due tempi di gioco.
E’ un Napoli molto diverso rispetto al passato: si è progressivamente passati da una squadra che basava molte delle sue fortune su calciatori rapidi ad una composta anche da calciatori che fanno della poderosa fisicità un punto di forza decisivo.
Non è un caso che tra i calciatori che stanno davvero facendo la differenza ci siano i due centrocampisti, Anguissa e Mc Tominay, autori in due di ben 9 gol in campionato oltre ad assist e in possesso di una strabordante forza fisica che viene fuori alla distanza.
Dopo il secondo vantaggio firmato da Lukaku, in condizioni fisiche decisamente migliori e, adesso si, protagonista in campo, l’Atalanta non è stata più in grado di mettere ritmo nella gara proprio grazie alla forza fisica dei calciatori azzurri che hanno mortificato sul nascere qualsiasi tentativo di forcing finale della dea.
I bergamaschi escono con le ossa frantumate da questa gara: l’allenatore degli orobici, bravissimo ma poco avvezzo all’onestà intellettuale, si rammarica per una sconfitta a suo dire immeritata e sottolinea di non aver mai parlato di scudetto. Una bugia grande come il cuore dei napoletani (in 5000 a Capodichino): Atalanta spinta a 7 lunghezze di distanza a campionato che sembra volgere sull’asse Napoli – Milano, salvo miracolosi, ancorchè improbabili, exploit delle inseguitrici.
Non c’è tempo per festeggiare: sabato al Maradona arriva la Vecchia Signora, rigenerata da due buone gare proprio a Bergamo (pareggio per 1-1) e contro il derelitto Milan, sconfitto per due a zero. Un’occasione per fare un ulteriore step, in attesa di notizie dal mercato (a proposito, sembra sfumato Danilo, orientato a tornarsene in patria) e pronti a sostenere una squadra che, comunque vada, è tornata a rendere orgogliosi i propri tifosi.