Avrete certamente sentito parlare negli ultimi giorni del decollo di Falcon Heavy, lanciatore progettato dagli ingegneri della Space Exploration Technologies Corporation, meglio conosciuta come SpaceX. La società fondata da Elon Musk (co-fondatore, tra l’altro, di Tesla Motors) ha effettuato il lancio del suddetto razzo in direzione di Marte, per dimostrare di poter rivoluzionare i viaggi nello spazio, cercando di abbassarne drasticamente i costi. Sicuramente un grande evento che potrebbe portare alla coronazione di uno dei più grandi sogni del genere umano: quello di esplorare lo spazio aperto per espandere ancor di più i propri orizzonti. Facciamo però un passo indietro.
“Don’t Panic”. Una semplice frase, che ai più potrà non dire niente. Ma a chi, come me, è un grande appassionato di fantascienza, questa massima non potrà certo passare inosservata; è infatti una delle più celebri citazione della serie di romanzi, (seguiti anche da un film) targati Douglas Adams, “Guida Galattica per Autostoppisti”. Ma cosa c’entra questa digressione letteriaria con SpaceX ? È presto detto: un dettaglio che ho omesso sul lancio del Falcon Heavy riguarda il suo contenuto. Quando si sono staccate le tre unità componenti il razzo di Elon Musk, infatti, si è rivelato il particolare passeggero che esso conteneva: la Tesla modello Roadster rosso fiammante, proprietà dello stesso Musk; sul sedile del pilota della suddetta auto non c’era ovviamente l’imprenditore sudafricano, ma un manichino (soprannominato “Starman”, l’uomo delle stelle), e sul navigatore la citazione menzionata in precendenza. Io vorrei soffermarmi proprio su questo dettaglio.
Perché, a mio parere, il CEO di SpaceX incarna tutti quelli che sono i sogni e gli ideali dei ragazzi degli anni ’70, cresciuti nel periodo immediatamente successivo all’allunaggio di Neil Armstrong e soci e maturati con l’immagine dello spazio all’interno del proprio immaginario. In quel lasso di tempo, infatti, si sono sviluppati tutta una serie di prodotti del mercato culturale (film, libri, videogiochi ecc.) che non hanno fatto altro che alimentare i desideri e le ambizioni dei giovani di quel periodo. Film come “2001: Odissea nello Spazio” di Kubrick, la prima trilogia di “Star Wars”, la saga di “Alien”, oppure libri come la più volte citata “Guida Galattica per Autostoppisti”, i romanzi di Philip K. Dick e tanti altri, non hanno fatto altro che aumentare questa bromosia di conoscenza nei ragazzi dell’epoca. E, secondo me, è proprio per evidenziare questa sua origine, che Elon Musk ha deciso di sottolineare questa frase, “Don’t Panic”, ponendosi ad emblema della sua generazione, esaltando la propria impresa; perchè si, lui ce l’ha fatta.
Ed è proprio da questa sua caratteristica che mi viene da paragonarlo a Cristoforo Colombo. Infatti anche il navigatore genovese voleva conoscere di più, voleva espandere i propri orizzonti e quelli della propria epoca; solo il tempo ci dirà se Musk sarà solo un caso isolato di un folle oppure il primo di una lunga serie di “esploratori spaziali”.