In questi giorni gran parte dell’attenzione sanitaria, nonché mediatica, è rivolta verso particolari casi di epatite acuta nei bambini. Non è ancora nota la causa precisa che induca il danno epatico, ma è estremamente probabile, viste le caratteristiche cliniche, che sia indotta da un’infezione virale non meglio individuata. Quello che maggiormente può spaventare è che per alcuni bambini si è dovuti ricorrere ad un trapianto epatico d’urgenza; in Italia, ad esempio, da inizio gennaio, sono stati denunciati 17 casi (aggiornato al 27 aprile) di epatite acuta grave di cui in un caso si è dovuto ricorrere a trapianto d’urgenza.
Chiaramente, dati i numeri, stiamo parlando di eventi rari e non dobbiamo farci prendere dal panico; è fondamentale da parte dei sanitari stare in allerta e denunciare eventuali casi sospetti.
Per fare un maggiore chiarimento è importante dire che non tutte le epatiti acute sono necessariamente “fulminanti”, anzi solo una piccola percentuale evolve in questa grave condizione clinica, quindi cerchiamo di capire cosa sia un epatite grave o “fulminante”
L’epatite fulminante è una rara sindrome caratterizzata da distruzione massiva e rapida (di solito entro giorni o settimane) del tessuto epatico; a causa di tale enorme danno il fegato presenta un deficit funzionale pericoloso per la vita del paziente.
Le cause delle epatiti fulminanti possono essere generalmente virali, tra i virus più comunemente coinvolti sicuramente quello dell’epatite B (HBV), più raramente quello dell’epatite A (HAV), ancora meno quello dell’epatite C (HCV). Altri virus, meno conosciuti al pubblico, possono essere associati ad un danno grave al fegato come il virus dell’epatite E (HEV).
Oltre ai virus anche l’alcol ed alcuni farmaci possono essere associati a tale condizione.
I sintomi sono molto variabili, alcune epatiti acute possono essere del tutto silenti e magari vengono riscontrate in seguito ad un casuale esame del sangue con evidenza di ipertransaminasemia (enzimi del fegato). Altre epatiti acute possono presentare sintomi come astenia, malessere generale ed ittero (colore giallo degli occhi e della pelle).
Le epatiti acute non sono particolarmente pericolose ed in genere tendono a regredire spontaneamente nel giro di qualche settimana, durante tale periodo è importante monitorizzare gli indici di danno epatico e soprattutto quelli di funzionalità.
Nelle caso di epatite fulminante invece il danno epatico è cosi rapido e massivo da indurre un’insufficienza epatica per tale motivo, possono presentarsi sintomi quali l’encefalopatia epatica, rappresentato da un’alterazione dello stato di coscienza che può giungere sino al coma. Inoltre, è fondamentale monitorizzare gli indici di coagulazione del sangue come l’INR, questo tende a salire con l’aggravarsi dell’insufficienza ed infine è fondamentale valutare costantemente la funzionalità renale poiché nelle forme più gravi può incorrere un’insufficienza renale detta sindrome epato-renale.
Il trattamento dell’epatite fulminante dipende molto dal caso, ad esempio in caso di infezione da HBV esistono farmaci atti ad abbattere la carica virale ed il danno epatico consequenziale.
In alcuni casi può essere necessaria una terapia di supporto per evitare l’aggravarsi del danno renale.
Purtroppo non esiste una cura mirata per tutti i tipi di epatite ed in alcuni casi, una volta innescato il processo di danno massivo, è difficile riuscire a bloccarlo; quando la condizione di funzionalità epatica è critica il paziente può essere candidato per un trapianto d’urgenza. Ovviamente, quest’ultima opportunità va valutata da un gruppo di esperti epatologi clinici e chirurghi.
L’epatite fulminante è sicuramente un patologia particolarmente grave e pericolosa per la vita, ma stiamo parlando di condizioni che si verificano molto raramente