Cercava la vittoria della svolta a Milano, il Napoli di Rino Gattuso, ed ha trovato invece un’amarissima sconfitta, grazie al rigore realizzato da Lukaku ad un quarto d’ora dalla fine.
Amarissima perché profondamente ingiusta, in base a quanto visto sul terreno di gioco: gli azzurri, messi in campo alla perfezione dal tecnico calabrese, hanno imbrigliato i temibili avversari nel primo tempo, per entrare in totale controllo del match nella ripresa.
Quando il Napoli sembrava sul punto di passare, con Handanovic autore di un mezzo miracolo su conclusione ravvicinata (di tacco!) di Insigne, ecco la beffa, l’uscita fallosa di Ospina su Darmian liberato a rete da un fortunoso rimpallo, ed il rigore decisivo.
Decisivo non solo perché ha consentito ai nerazzurri di sbloccare il risultato, ma anche perché ha privato gli azzurri del capitano Insigne, reo di aver insultato l’arbitro per la concessione del penalty.

Bella, però, la reazione finale del Napoli, che ha provato a ribellarsi fino all’ultimo istante all’ingiusto risultato: tante le azioni pericolose prodotte dagli azzurri nel finale, con Di Lorenzo, Politano e soprattutto con Petagna, cui solo il palo ha negato la gioia del pareggio in pieno recupero.
Tante le polemiche seguite alla discutibile direzione arbitrale del signor Massa, non tanto per il rigore concesso (onestamente sacrosanto), quanto per il metro utilizzato, che ha concesso troppo alla fisicità nerazzurra nel primo tempo (clamoroso un giallo non comminato a Brozovic, sanzionato solo a fine partita), diventando estremamente fiscale nella ripresa, soprattutto a svantaggio dei tentativi di rimonta del Napoli.
L’episodio più controverso resta l’espulsione di Insigne: in tutta onestà, se è pur vero che l’arbitro, da uomo di campo, avrebbe potuto sorvolare (come accaduto tante volte a giocatori di altre squadre) su un epiteto frutto dalla frustrazione del capitano azzurro, che vedeva sfuggire per un episodio una partita così ben giocata, è altrettanto vero che non si può assolutamente giustificare un giocatore che offende l’arbitro, soprattutto se quel giocatore è il capitano della propria squadra.
Non è un caso che a fine partita Insigne sia andato a scusarsi con il signor Massa: Lorenzo sa di aver sbagliato, c’è da augurarsi che non ricada in questi errori, inaccettabili per chi indossa quella fascia (Hamsik, magari fin troppo signorile in campo, non si sarebbe certo macchiato di un episodio del genere), anche se il dubbio che a 30 anni sia tardi per cambiare purtroppo è più che fondato.
Certo, che tra il Napoli e gli arbitri qualcosa non funzioni è ormai evidente, e lo dicono le statistiche: gli azzurri, da anni tra le squadre più prolifiche a livello offensivo, insieme a Genoa e Benevento (in lotta per la salvezza) sono gli unici a non aver avuto ancora un rigore a favore durante questa stagione.
Le cose non migliorano se si guarda indietro: negli ultimi due campionati al Napoli sono stati concessi appena 9 penalty, uno in più degli 8 assegnati al Milan nelle prime 12 giornate di questo campionato.
E’ evidente che la società debba alzare la voce, ma sarà meglio farlo nelle sedi opportune (magari con l’aiuto di organi di stampa “amici”, come accade a Milan e Inter con la Gazzetta ed alla Juve con Tuttosport”) e non esponendosi davanti ai microfoni: l’anno scorso la sfuriata di De Laurentiis a Sky al termine di Napoli-Atalanta (rigore negato a Llorente e susseguente pareggio di Ilicic) ebbe come risultato…i due rigori assegnati contro gli azzurri durante la successiva sfida con la Roma.
il Napoli dunque farà bene a non pensare agli arbitri in vista del prossimo, difficile impegno di domani (ore 20:45) contro la Lazio all’Olimpico, per due motivi: sia perché scendere in campo convinti di avere l’arbitro contro condizionerebbe inevitabilmente la prestazione degli azzurri, impedendo loro di giocare con la necessaria serenità, sia perché sono tante le note positive da cui ripartire dopo San Siro, nonostante la sconfitta.
Se infatti alcuni successi ottenuti dal Napoli in campionato non erano risultati convincenti per via delle prestazioni poco brillanti degli azzurri, contro la deludente Inter di Antonio Conte è accaduto il contrario: il Napoli visto mercoledì è stato, per concentrazione, organizzazione tattica ed equilibrio, sicuramente il migliore della stagione.
E’ vero che perdere un match decisivo giocando bene denota atavici difetti di mentalità, ma è altrettanto vero che ora più che mai il percorso intrapreso dagli uomini di Gattuso sembra quello giusto, con alcune giocatori, come Zielinski e soprattutto Lozano, ormai perfettamente inseriti nel 4-2-3-1 ed in grado di essere decisivi nel prosieguo del campionato.
Ad attendere gli azzurri ci sarà una Lazio non al meglio, fiaccata dai tanti impegni infrasettimanali cui la rosa a disposizione di Inzaghi non sembra essere adatta, e nel mirino del presidente Lotito deluso dai risultati in campionato (addirittura il patròn biancoceleste starebbe mettendo in discussione il proprio tecnico).
Ovviamente il match andrà comunque affrontato con la massima attenzione: gli aquilotti, reduci da un punto in due partite contro Verona e Benevento, non vorranno perdere altro terreno dalla vetta, e certamente faranno di tutto per evitare la seconda sconfitta interna consecutiva.
La sfida di San Siro ha lasciato scorie anche in termini di assenze, visto che oltre allo squalificato Insigne (solo un turno di stop per lui) mancherà anche Mertens, vittima di una distorsione alla caviglia in avvio di gara, che rientrerà solo nel 2021.
Grande chance dunque per Petagna, in realtà autore di un’ottima prestazione a Milano ed apparso in ottima forma in queste settimane: in attesa di Osimhen, la sensazione emersa in queste ultime partite è che il Napoli non possa proprio fare a meno di un centravanti “vero”, in grado di riempire l’area; ben venga dunque l’utilizzo del carrarmato ex Spal, anche se un attaccante più prolifico sembra davvero l’unico tassello mancante ad una squadra già altamente competitiva.
Grande ex dell’incontro il portiere biancoceleste Pepe Reina, chiamato a sostituire l’infortunato Strakosha: l’estremo difensore spagnolo, che grazie alla bravura con i piedi si è spesso fatto perdonare le numerose incertezze tra i pali, ha lasciato ottimi ricordi tra gran parte dei tifosi azzurri, in virtù di 4 stagioni vissute all’ombra del Vesuvio.
La speranza è che Reina non ripeta i miracoli con i quali Handanovic ha negato il gol agli azzurri mercoledì, ma se il Napoli saprà ripetere la prestazione fornita con l’Inter sarà difficile che il risultato possa sfuggire di nuovo.
In fondo, nonostante tutto, la testa della classifica non è lontana: se il Napoli saprà giocare con continuità come ha dimostrato di saper fare, senza abbandonarsi agli isterismi, e mostrando più cinismo sotto porta, nulla è ancora perduto.