E’ il Jack, ancora una volta, la carta vincente del Napoli: una splendida punizione di Raspadori regala alla squadra di Conte una vittoria importantissima al “Via Del Mare” di Lecce, in un match dalle mille insidie agonistiche e ambientali.
Eppure, neanche il tempo di iniziare l’incontro dopo lo straziante omaggio al magazziniere leccese morto durante la trasferta di Bergamo, che il Napoli ha trovato il gol che avrebbe messo l’incontro in discesa: ma la rete di Lukaku, prontissimo nel deviare alle spalle di Falcone il tiraccio di Politano, è stata annullata per fuorigioco millimetrico del centravanti belga.
La delusione per il vantaggio sfumato, e l’interruzione per lancio di fumogeni degli ultrà giallorossi a mò di protesta contro la decisione della Lega Calcio di non rinviare la partita con l’Atalanta, hanno reso l’atmosfera ancora più tesa e difficile per i partenopei.
A togliere le castagne dal fuoco per i suoi ci ha pensato di nuovo Raspadori, titolare nel 4-4-2 varato da Conte con Olivera nell’inedito ruolo di centrale, viste le assenze di Buongiorno e Juan Jesus, e Spinazzola terzino.
L’ex attaccante del Sassuolo è stato prima lesto nel procurarsi una punizione dal limite, e poi implacabile nel trasformarla infilando il portiere leccese sul suo palo con un rasoterra secco e angolato, sfruttando anche il prezioso velo di McTominay.
Dopo il brivido per la traversa di Gaspart su corner, e le recriminazioni per il raddoppio mancato sempre da Raspadori con un rasoterra finito a lato di poco (con tanto di rigore non fischiato per l’entrata in ritardo di Gaspart), il Napoli, pur non affondando il colpo, è stato bravo a gestire la partita senza troppe difficoltà, con il Lecce incapace di creare pericoli nella ripresa ad eccezione di un paio di tiri dalla distanza.
Con il quarto “clean sheet” consecutivo di Meret, che continua a guidare la difesa attualmente meno battuta d’Europa, gli azzurri hanno quindi conquistato un successo di capitale importanza, che li mantiene in vetta alla classifica con tre punti di vantaggio sull’Inter, vittoriosa col Verona, a tre giornate dalla fine.
Il testa a testa dunque continua, e il Napoli non può concedersi passi falsi nella sfida in programma stasera (ore 20:45) contro il Genoa di Vieria, ormai aritmeticamente salvo e senza particolari velleità di classifica.
Non si svuota l’infermeria, anzi: Conte potrebbe dover fare a meno anche di Lobotka, in dubbio per una distorsione alla caviglia rimediata in Puglia, con Gilmour comunque pronto a sostituirlo; per il resto, il permanere delle assenze in difesa, con il recuperato Neres che partirà sicuramente dalla panchina, costringerà il tecnico salentino a confermare l’assetto varato la scorsa settimana.
I partenopei guidano nettamente il bilancio dei 51 precedenti giocati a Napoli in Serie A, con 26 vittorie e 7 sconfitte: il Genoa non passa a Fuorigrotta dal 22 Febbraio 2009, quando una rete di Jankovic regalò il successo alla squadra allenata da Giampiero Gasperini.
L’ultima vittoria del Napoli coincide con il commiato dal proprio pubblico di tanti eroi della vecchia guardia, come Insigne, Mertens e Koulibaly: finì 3-0 grazie le reti di Osimhen, di Capitan Lorenzo (su rigore) e di Lobotka.
La sfida più recente si è chiusa in parità: l’1-1 del 17 Febbraio 2024, firmato da Frendrup e Ngonge, sancì la fine del disastroso Mazzarri-bis, anche se il suo successore, Calzona, non seppe fare di meglio, traghettando il Napoli fino a un malinconico decimo posto che lo ha tenuto fuori dalle coppe europee dopo 14 anni.
Sembra passato un secolo, e invece in pochi mesi, grazie allo straordinario lavoro di Antonio Conte e al supporto (terribile mercato di Gennaio escluso…) di una società solida e ambiziosa, si è passati dalla catastrofe al sogno: ora però bisogna restare concentrati, perché come ha giustamente ricordato Lukaku al termine del match con il Lecce, il lavoro non è ancora finito.
Servono altri tre punti, magari sperando di allungare su un’Inter distrutta e distratta dalla finale di Champions raggiunta ai danni del Barcellona, per cominciare a toccare con mano quel sogno.