Secondo k.o. consecutivo in casa per il Napoli: dopo l’AZ Alkmaar in Europa League, anche il Sassuolo di De Zerbi passa al San Paolo, lasciando di nuovo a bocca asciutta l’attacco azzurro, tanto prolifico a inizio stagione quanto asfittico nelle ultime quattro partite, in cui i partenopei hanno realizzato solo tre reti tra campionato e coppa.
Non c’è modulo che tenga, evidentemente: a dispetto delle 4 punte in campo, se il pallone circola in modo lento e lezioso a centrocampo, e se gli attaccanti non si muovono a sufficienza senza palla per dettare il passaggio, come accaduto domenica contro i neroverdi, il Napoli fa fatica a trovare la porta.
E’ vero che Mertens che Osimhen hanno avuto due ghiotte occasioni, una per tempo, sprecandole malamente, ma nel complesso gli azzurri hanno fatto troppo poco per aver ragione di un Sassuolo privo dei suoi attaccanti più pericolosi, ma bravo a non lasciare la profondità agli uomini di Gattuso, e capace nella ripresa di tenere a lungo il pallino del gioco, con una fitta ragnatela di passaggi eseguiti sempre ad alta velocità ed a due tocchi.
Stavolta anche le scelte del tecnico calabrese, spesso indovinate nelle settimane precedenti, non hanno convinto: troppo lenta e compassata la coppia di mediani Bakayoko-Fabiàn, che andrebbero probabilmente alternati tra loro al fianco di un centrocampista più dinamico, e francamente inspiegabili gli ultimi due cambi, che hanno visto uscire dal campo due punte, Mertens e Politano, per far posto a Zielinski ed Elmas, con il Napoli già sotto nel punteggio.
L’augurio è che si tratti di un nuovo incidente di percorso, dopo quello dell’esordio europeo, ma non possono non riemergere alcune perplessità che avevano accompagnato il precampionato azzurro, e che erano state spazzate via da un sontuoso avvio di stagione.
Su tutte, quelle legate al rendimento di un giovane come Osimhen (pagato fior di milioni), sin qui volenteroso ma autore di un solo gol in 7 partite, ed alla capacità di Mertens (a cui è stato accordato un ricco rinnovo biennale) di essere ancora decisivo e prolifico come nelle sue migliori stagioni, a dispetto dei 33 anni ormai raggiunti e superati.
E’ un Napoli che cerca di ritrovare il bandolo della matassa, dunque, quello che vola a Fiume per affrontare (ore 18:55) il Rijeka per la terza sfida del Girone F di Europa League: la squadra di mister Rozman è ultima nel girone, non ha ancora conquistato punti e dunque gli azzurri devono sfruttare al massimo le due sfide consecutive contro i croati per blindare la qualificazione ai sedicesimi.
Lecito aspettarsi tante novità rispetto alla partita di domenica, a partire dalla sicura assenza di Osimhen, espulso ingenuamente nel finale a San Sebastiàn e quindi squalificato: toccherà nuovamente a Petagna, dunque, così come sarà sicuramente del match Insigne, che ha smaltito il problema muscolare rimediato in Spagna ma che potrebbe partire precauzionalmente dalla panchina.
Potrebbero trovare spazio anche Zielinski ed Elmàs, che hanno riassaggiato il campo nel finale con il Sassuolo: sarà interessante capire se saranno impiegati a centrocampo o al posto di una delle tre mezzepunte, magari proprio di quel Mertens apparso in un momento di scarsa vena.
Sarà un match speciale per Armando Anastasio, terzino sinistro del Rijeka: napoletano verace, cresciuto nelle giovanili azzurre, il difensore giunto in Croazia dal Monza è chiamato ad affrontare quella che resta la sua squadra del cuore.
In campo non ci sarà, però, spazio per i sentimenti, soprattutto in casa azzurra: bisogna vincere, e soprattutto tornare a convincere come nel folgorante inizio di stagione, che non può essere stato soltanto una bellissima illusione.