Ferzan Özpetek è uno dei registi più iconici e riconoscibili del panorama cinematografico italiano contemporaneo. Di origini turche ma profondamente legato alla cultura italiana, il regista ha saputo tessere nel corso della sua carriera storie dense di emozioni, caratterizzate da un lirismo visivo che lo rende unico. Con “Diamanti“, il suo quindicesimo film, Özpetek si addentra in un territorio metacinematografico, offrendo una riflessione sulla creazione artistica e un omaggio alle figure femminili che hanno sempre occupato un posto centrale nel suo immaginario. Il film è un viaggio tra presente e passato, tra i sogni e le difficoltà del cinema e della vita, segnando un ulteriore passo avanti nella poetica del regista.
La trama di “Diamanti”: un intreccio tra vita e creazione
Roma, estate 2024. Ferzan Özpetek, interpretando se stesso, convoca attrici e attori con cui ha collaborato nel corso degli anni, insieme a nuove leve, per sottoporre loro il copione del suo prossimo film, “Diamanti”. La narrazione si alterna tra le letture del copione e la trama del film stesso. Durante una di queste sedute, Elena Sofia Ricci annuncia di dover rinunciare al progetto per stare accanto a un’amica malata, costringendo Özpetek a eliminare il suo personaggio.
Nel film che i personaggi stanno leggendo, ci troviamo negli anni ’70. Le sorelle Alberta e Gabriella Canova, rispettivamente interpretate da Luisa Ranieri e Jasmine Trinca, dirigono una sartoria specializzata in costumi per cinema e teatro, un microcosmo al femminile dove si intrecciano le vite e le storie di diverse donne: Nina (Paola Minaccioni), capo sarta alle prese con un figlio hikikomori ante litteram; Eleonora (Lunetta Savino), vedova che si occupa della giovane nipote Beatrice (Aurora Giovinazzo); Paolina (Anna Ferzetti), madre single in difficoltà economiche; Nicoletta (Milena Mancini), vittima di violenza domestica; e tante altre figure che arricchiscono un affresco di umanità.
L’arrivo di Bianca Vega (Vanessa Scalera), una costumista premio Oscar, porta ulteriore tensione e pressione sulle donne dell’atelier, ma anche l’opportunità di mostrare il loro talento. Tra drammi personali e difficoltà professionali, le protagoniste troveranno il modo di affrontare le sfide e riscoprire la propria forza. Nel frattempo, le sorelle Canova devono fare i conti con i fantasmi del passato: Alberta ritrova una vecchia fiamma, Leonardo (Carmine Recano), mentre Gabriella affronta il dolore della perdita di una figlia.
Il culmine del film arriva con la creazione di un sontuoso abito per il film commissionato da Bianca, un momento che simboleggia l’unità e la resilienza delle protagoniste. Il finale vede Özpetek riflettere sul significato del cinema, con una dedica a grandi attrici del passato e a tutte le donne che lo hanno ispirato.
Una recensione di “Diamanti”: tra emozione e tecnica
Con “Diamanti”, Özpetek torna a esplorare i temi a lui cari: il senso di comunità, le dinamiche familiari non convenzionali e la forza delle donne. Il cast è straordinario: Luisa Ranieri e Jasmine Trinca dominano la scena con interpretazioni intense e sfaccettate, mentre Vanessa Scalera offre una performance di rara profondità, incarnando le fragilità di una donna di successo che si sente inadeguata. Mara Venier, nei panni di Silvana, regala momenti di calore e umanità, mostrando un lato inedito della sua carriera.
La fotografia di Gian Filippo Corticelli cattura con maestria i due piani temporali: una Roma contemporanea vibrante e luminosa contrasta con gli interni caldi e dettagliati degli anni ’70, evocando un senso di nostalgia e intimità. La scenografia, curata da Giulia Busnengo, è un tripudio di dettagli che trasportano lo spettatore nella sartoria, tra tessuti preziosi e oggetti d’epoca.
La colonna sonora, immancabilmente ricercata, alterna melodie classiche a brani contemporanei, sottolineando i momenti emotivi con sensibilità.
Ferzan Özpetek non è per tutti
“Diamanti” è un film che parla alle donne e agli uomini sensibili alla bellezza e alla complessità delle relazioni umane. Gli amanti del cinema di Özpetek ritroveranno qui tutto ciò che lo rende unico: la sua capacità di raccontare storie intime con universalità. Chi apprezza un cinema che invita alla riflessione, ricco di dialoghi e sfumature, troverà in “Diamanti” un’esperienza appagante.
D’altra parte, chi predilige ritmi serrati o trame lineari potrebbe trovare il film troppo contemplativo. “Diamanti” è una pellicola che chiede tempo e attenzione, premiando chi si lascia coinvolgere dalla sua poesia.
Con “Diamanti”, Ferzan Özpetek ci regala un’opera che è al tempo stesso un’ode alla creatività e una celebrazione delle figure femminili che illuminano la sua filmografia. Un film che invita a guardare oltre le apparenze, ricordandoci che la vera magia del cinema — e della vita — non risiede in ciò che vediamo, ma in ciò che sentiamo. Una visione imprescindibile per chi ama il buon cinema, da vivere con occhi e cuore aperti.