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© 2022 Senzalinea testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Napoli n. 57 del 11/11/2015.Direttore Responsabile Enrico Pentonieri
LGBT

Film LGBT “But i’m cheerleader”

Carlo Kik Ditto
Carlo Kik Ditto 6 mesi fa
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3 Min Lettura
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A volte tante ore in aereo vedere qualche film può aiutare ad ammazzare il tempo. Sospeso tra il cielo e la terra, comodo, in una poltrona xxl e con le luci spente è forse l’unica cosa da fare.

Sull’ aereo che mi riportava a casa dalle vacanze, spulciando tra i film disponibili, trovai la sezione Pride e, a parte i soliti Brokeback Mountain, Philadelphia mi soffermo su un titolo che non avevo mai sentito: But i’m a cheerleader.

Pellicola del 1999 diretta da Jamie Babbit. Protagonista Natasha Lyonne. Il nome non mi diceva nulla, però vidi che nel cast c’erano RuPaul (nella parte del coach ex gay) e Michelle Williams.

La trama: Megan (Lyonne) è una tipica diciassettenne americana: è fidanzata con un giocatore di football, Jared, e fa la cheerleader. Ma è una ragazza piuttosto naïf: non le piace baciare il suo fidanzato, è gentilissima con le sue amiche cheerleader, nel suo armadietto c’è solo la foto di una ragazza. I suoi genitori ed i suoi amici decidono di mandarla in un campo di riabilitazione per giovani gay.

Il film è una teen comedy. Una pellicola ironica che può sembrare quasi demenziale per le situazioni e i contesti in cui i protagonisti si muovono. Io ho visto la versione in inglese, senza l’ausilio dei sottotitoli, ma i dialoghi sono semplici e se conoscerete un po’ di inglese è facilmente comprensibile. I protagonisti sono stereotipati, i ragazzi molto effeminati e non in grado di fare sport.

Fondamentali i colori della scenografia, monocromatici che definiscono i generi di appartenenza: tutto azzurro o rosa, quasi da non distinguere nulla.

Farà parte della riabilitazione? In quel contesto strano e oppressivo la protagonista spaurita e sgraziata per tutto il film, sarà costretta ad etichettarsi come gay senza sapere di esserlo davvero. In “terapia”, dove le ragazze devono passare l’aspirapolvere e i ragazzi spaccare la legna Megan conoscerà se stessa e forse troverà anche l’amore.

Non è ben chiaro il senso di questa operazione, ma è godibile. Quasi un cartone animato.

Un “Boy Erased” in chiave comica.

In Italia pare sia stato distribuito con l’orribile titolo: Gonne al bivio.

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Carlo Kik Ditto Set 28, 2022
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Pubblicato da Carlo Kik Ditto
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Autore dei romanzi "La pecora Rosa"e "Crazy Bear Love" e "A Destra dell'Arcobaleno" e giornalista,Carlo Ditto con la sua ironia e il suo tono sempre sopra le righe,riesce a raccontare in modo davvero unico,la quotidianetà.Nella sua rubrica "L'angolo della Pecora Rosa",accompagnerà i nostri lettori nel mondo LGBT.
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