Negli scorsi anni, con una certa frequenza, sono state denuciate e rese note, con tanto di video e foto sui social, le condizioni di scandaloso degrado in cui vessava un importante monumento nel cuore del centro storico di Napoli, ovvero la Fontana monumentale di Monteoliveto, detta anche di Carlo II. Come sappiamo, la zona in cui si trova la struttura seicentesca è interessata da un’intensa vitalità giovanile, ovvero quella che si suole chiamare movida, che di per sé, ovviamente, non è un male, fino a quando, però, essa non degeneri, producendo danni e sporcizia. In tal senso, ha sempre oltremodo suscitato non poco dispiacere il fatto di notare come la fontana in questione venisse utilizzata, oltre che come valvola di sfogo per scritte idiote, persino come pattumiera per le lattine e le bottigliette vuote.
È da accogliere con estremo entusiasmo, pertanto, la notizia dell’ultimazione della recinzione di ferro attorno al monumento. Potrebbe sembrare un qualcosa di banale, rientrante nell’ordinaria amministrazione, ma, a dire il vero, l’intervento era atteso da moltissimo tempo ed è quindi da ricevere con molto favore.
Il progetto, approvato e seguito dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio, è stato realizzato, mediante la sottoscrizione di un Accordo con il Comune di Napoli, dall’A.S.I.A. (Azienda Servizi Igiene Ambientale di Napoli), attraverso un atto di liberalità finalizzato a mettere in protezione il monumento. L’inferriata, fissata al basamento lapideo della fontana, riprende il disegno di quella ottocentesca preesistente. Essa (smontabile, in caso di necessità) è alta 1,5 metri e si articola lungo tutto il perimetro, garantendo la vista del piedistallo con i leoni e le aquile, il quale, a sua volta, sorregge l’obelisco piramidale su cui è posta la statua in bronzo di Carlo II di Spagna. L’impianto, inoltre, dispone pure di un piccolo cancelletto, utilizzabile per consentire l’accesso al personale addetto alle pulizie e alla manutenzione.
«La nuova recinzione consentirà di proteggere il monumento. Ringraziamo pertanto l’A.S.I.A., che si è fatta carico della realizzazione della recinzione, la Soprintendenza che ne ha curato e seguito tutte le fasi di realizzazione, nonché il Servizio Valorizzazione della città storica del Comune di Napoli, per l’impegno con il quale ha lavorato alla realizzazione del progetto». Queste le parole degli assessori Piscopo e Del Giudice.
Certamente, quando si rendono necessarie misure di contenimento di questo tipo è sempre una sconfitta in termini di civiltà, poiché, in un mondo ideale, tutti dovrebbero riconoscere il valore storico e artistico di una struttura e quindi averne cura, in quanto risorsa, come se fosse un pezzo della propria abitazione. Tuttavia, la realtà dei fatti ci palesa che, purtroppo, non si può totalmente fare affidamento sul buon senso collettvo. Ciò non toglie, però, che resta necessario, al contempo, adoperarsi affinché ci sia una maggiore presa di consapevolezza, a partire dalle istituzioni, sull’enorme valore di ciò che possediamo, e in tal senso è opportuno che si muovano pure gli intenti di chi, nel suo piccolo, sì propone di fare informazione e giornalismo. Oltre alle inferriate, fisicamente intese, attorno ai monumenti, costruiamo argini culturali e di civiltà, dei quali si ha ancor più bisogno. Costruiamo muri contro la barbarie e i danni che essa produce al nostro patrimonio, unica nostra vera speranza.