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© 2022 Senzalinea testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Napoli n. 57 del 11/11/2015.Direttore Responsabile Enrico Pentonieri
Musica

Fra rock, ballad, elettronica, reggae, urban pop, dance, country e swing, “Autostop”

Redazione
Redazione 1 anno fa
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10 Min Lettura
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Fra rock, ballad, elettronica, reggae, urban pop, dance, country e swing
“Autostop”
è il nuovo album del cantautore
Riccardo D’Avino

Il titolo del disco riflette le sue tematiche centrali: l’instabilità, l’essere “di passaggio”, l’insoddisfazione

In uscita il 12 gennaio 2024, “Autostop” è il nuovo album del cantautore Riccardo D’Avino.

Preceduto dall’uscita dei singoli “Fancazzista” e “Il guru” (lanciati in anteprima esclusiva su La Stampa), “Autostop” è un lavoro che vanta una grande varietà di suoni ed influenze musicali: ci sono le ballate “Il prossimo treno” e “Primo febbraio”, il rock dalle influenze elettroniche di “Voglia di gridare”, il reggae di “Io non ho niente di speciale”, lo swing de “Il guru”, la canzone pop in pieno stile anni ‘80 di “Check-out”, la dance-rock di “Fancazzista”, il country-rock di “Cascine Vica” e la ballata influenzata dall’urban “Questo lato di me”.

Il titolo del disco riflette le sue tematiche centrali: l’instabilità, l’essere “di passaggio”, l’insoddisfazione. La metafora dell’autostop la si può ritrovare all’interno di ogni canzone, declinata in diversi argomenti.
«È sicuramente il risultato dei tanti ascolti che ho fatto negli ultimi anni, così come della mia attitudine a non volermi inquadrare in una sola e specifica area sonora. Lo stesso cambio continuo di generi musicali può essere considerato in linea con il messaggio di precarietà e instabilità che pervade tutto il disco».
Ad “Autostop” partecipano con due featuring anche gli artisti Roberta Monterosso (voce in “Questo lato di me”) e Solodiego (voce in “Primo febbraio”).
«Ho conosciuto Roberta Monterosso ad una masterclass del Premio Lunezia nel 2021. Mi hanno subito colpito sia le sue capacità vocali che, soprattutto, il suo modo “sofferto” di interpretare le canzoni d’amore. Avevo scritto “Questo lato di me” alcuni mesi prima e stavo cercando un’interprete femminile con la quale duettare. Con Roberta, complice anche l’esperienza della masterclass in cui abbiamo collaborato per un esercizio di scrittura e arrangiamento, è nata da subito una bella sintonia, sia musicale che caratteriale. Per tutti questi motivi mi è venuto naturale proporle di cantare con me questa canzone. Il testo di “Primo febbraio”, invece, esisteva da tempo, ma non mi aveva mai convinto, e non ero mai riuscito a trovarne una melodia convincente. Un giorno, poi, Solodiego (al secolo Diego Stroppiana), amico e collega di lunga data, mi ha proposto di vederci a casa sua per provare a scrivere qualcosa insieme. Ne ho approfittato per proporgli proprio questa canzone, che l’ha appassionato subito per la tematica trattata. Il suo input è stato decisivo. Mi ha aiutato a svilupparne meglio il testo e, a quel punto, la musica è uscita da sola. Abbiamo registrato un provino alla veloce e ci siamo detti che sarebbe stato bellissimo cantare questa canzone insieme. E così è stato».
“Autostop” è stato registrato da Davide Borri al Full Clip Studio di Sesto San Giovanni (MI) e mixato e masterizzato da Luca D’Angelo. Produzione artistica di Davide Borri e Riccardo D’Avino.
Ad accompagnare Riccardo D’Avino (voce, chitarre acustiche ed elettriche, programmazione), Il Metz alle tastiere e Simone Arlorio (sax in “Check-out”).
“Autostop” descritto da Riccardo D’Avino
“Il prossimo treno”
Nel brano di apertura, “Il prossimo treno”, racconto le insoddisfazioni e la precarietà della mia generazione, paragonandole ad un lungo viaggio in treno, dove ogni volta in cui si scende ad una stazione, ben presto viene voglia di risalire, nella vana speranza che la prossima città possa offrire quello che stiamo cercando.
“Check-out”
Il disco prosegue con “Check-out”, un pezzo che parla degli amori fugaci, quelli che durano il tempo di una sola notte ed il mattino dopo si è già pronti a fare le valigie ed andarsene via. Come succede al check-out di un hotel, appunto.
“Fancazzista”
La terza canzone è “Fancazzista”, il primo singolo ad aver anticipato l’album. È un brano che nasce come provocatoria e irriverente risposta ad un mondo del lavoro colmo di precarietà, sfruttamento, vessazioni. Il pezzo si oppone a tutti quegli imprenditori senza scrupoli, che si aspettano il massimo dai dipendenti, ma offrono molto poco a livello umano ed economico, facendo oltretutto capire a questi ultimi che devono ringraziare già solo perché è stato concesso loro di lavorare. “Fancazzista” tenta di far riflettere su questa annosa questione, che emerge soprattutto d’estate, quando i titolari delle strutture ricettive lamentano la carenza di personale, anche in TV e sui giornali, rendendola una notizia di tendenza e molto dibattuta, ma spesso ingiustamente raccontata a favore dei titolari stessi.
“Fancazzista” su YouTube
https://www.youtube.com/watch?v=5krMLWJjNoM
“Questo lato di me” (feat. Roberta Monterosso)
Segue “Questo lato di me”, il primo dei due pezzi del disco in cui è presente un ospite. La canzone è infatti cantata in duetto con la cantautrice ligure Roberta Monterosso. È un brano che descrive i lunghi e dolorosi silenzi causati dai litigi all’interno di una coppia. Quelle situazioni in cui ognuno dei due vuole avere per forza ragione e non è mai disposto a rinunciare al proprio orgoglio, finendo per mostrare il lato peggiore di sé, sia esso il più crudele o il più fragile. Quelle situazioni che finiscono come se niente fosse, ma ricominciano ogni volta uguali.
“Il Guru”
A cambiare mood ci pensa “Il Guru”, secondo singolo che ha anticipato l’album. È una canzone che descrive ironicamente i tanti “santoni” che oggi pubblicano video istruttivi o motivazionali sul web, ponendosi come grandi esperti di finanza, musica, fitness o altri argomenti, ma spesso senza alcun titolo o storia di successo per insegnare agli altri a farcela. È una critica verso chi spinge ad usare esclusivamente il web per avere successo nella propria attività, sfavorendo le relazioni con le persone in carne e ossa e sorvolando così sulla loro importanza.
“Il Guru” su YouTube
https://www.youtube.com/watch?v=FX5HzgeqMmM
“Primo febbraio” (feat. Solodiego)
“Primo febbraio” è la seconda collaborazione del disco. A duettare con me stavolta c’è Solodiego, cantautore torinese, con il quale ho anche scritto il testo della canzone. Questo pezzo narra la storia di Richey Edwards, chitarrista della band alternative rock Manic Street Preachers. Edwards è noto per essere misteriosamente scomparso il primo febbraio del 1995, la mattina del giorno in cui la band avrebbe intrapreso il suo primo tour negli Stati Uniti. Il ragazzo è fuggito lasciando soltanto un biglietto alla persona amata, senza dare spiegazioni a nessuno, e ad oggi non è mai stato rintracciato (c’è chi sostiene di averlo visto in India o alle Canarie, ma nessuna fonte è attendibile). Quel che si sa è che la sua era una personalità instabile, dai tratti autolesionisti, e la sua scelta di fuggire è stata probabilmente dettata dal peso che il mondo aveva su di sé. La storia di Richey Edwards mi ha molto colpito, perché ciò che ha fatto è un po’ quello che chiunque di noi in fondo vorrebbe fare, in quei momenti in cui desidereremmo soltanto fuggire da tutto e da tutti.
“Io non ho niente di speciale”
A seguire “Io non ho niente di speciale”, un brano critico nei confronti della cultura dell’individuo, quella che ci impone di essere unici ed inconfondibili, mentre c’è chi vorrebbe semplicemente essere sé stesso, a prescindere da come appare agli occhi degli altri.
“Voglia di gridare”
“Voglia di gridare” è l’ottavo pezzo dell’album. È un brano che riflette sulla società e sulla politica di oggi, tra chi ha la memoria corta, chi è ormai stanco e disilluso e chi ha perso il contatto con la realtà. In questa canzone ci sono anche degli echi di un’epoca che fu, quella della generazione dei miei genitori, dove spiego come già in quel periodo stava iniziando “la fine”, nonostante le belle speranze. Perché siamo figli di un’epoca che si è “mangiata” tutto e ci ha solo lasciato poche briciole, in tutti i sensi.
“Cascine Vica”
Chiude il disco “Cascine Vica”, nome di un quartiere della città di Rivoli, in provincia di Torino, dove sono cresciuto. In questa canzone descrivo un posto spesso “di passaggio”, una zona residenziale per la famiglia medio-borghese, in cui sembra che non succeda mai nulla di particolare. Ma Cascine Vica nasconde luoghi, avvenimenti e istantanee che ricostruiscono una storia molto affascinante e a volte oscura, che merita di essere raccontata.

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