Jamme, jamme, ‘ncoppa, jamme jà
Jamme, jamme, ‘ncoppa, jamme jà
Funiculì, funiculà, funiculì, funiculà
‘Ncoppa jamme jà, funiculì, funiculà
Chi almeno una volta non ha sentito o canticchiato questo ritornello?
Questa canzone napoletana fu scritta nel 1880 dal giornalista Giuseppe Turco, e musicata da Luigi Denza, testo che fu ispirato dall’inaugurazione della prima funicolare, costruita nel 1879, per raggiungere la sommità del Vesuvio. Evento che servì ad avvicinare sia i Napoletani che i turisti .
Sembra che gli autori, ispirati dall’evento, impiegarono solo poche ore per comporre Funiculì funiculà, e, nonostante ciò, la canzone ottenne un successo strepitoso. La celebre melodia fu cantata per la prima volta nei saloni dell’Albergo Quisisana di Castellammare di Stabia. Turco e Denza ebbero l’occasione di presentarla alla festa di Piedigrotta dello stesso anno, e la canzone risultò essere la più cantata ed ottenne il risultato sperato. Il successo riscosso contribuì a diffondere la canzone napoletana nel mondo, tanto che nel 1886 il compositore austriaco Richard Strauss inserì Funiculì Funiculà nel finale della sinfonia Dall’Italia. Come lui fecero anche il compositore russo Nicolai Rimsky-Korsakov, nel brano sinfonico Canto napoletano , e Alfredo Casella,nel finale della rapsodia Italia. Il musicista russo la traspose in forma orchestrale intitolandola Canto napoletano. Il pianista torinese, invece, la impiantò nel finale della rapsodia Italia. Nel 1921, poi, il padre della musica dodec afonica, Arnold Schoenberg la arrangiò per un ensemble strumentale.