La storia di “co-evoluzione” tra gatto ed essere umano ha origini lontane, anche se il gatto in realtà è stato solo manipolato geneticamente per la selezione delle razze dall’uomo, ma era già all’apice della sua evoluzione quando l’uomo cercava di comprendere come utilizzare il fuoco!
Gli inizi tra le piramidi:
è risaputo che tra i primi “gattofili” furono gli egizi circa 4.500 anni fa che iniziarono adorandoli e venerandoli e poi addomesticandoli; ai gatti vennero dedicate numerose divinità (Myeou, Tefnut, Mafdet ecc.), ma la più famosa resta Bast (o Bastet) che incarnava il mistero, la bellezza e la seduzione, originando i primi tentativi“make up” per le donne che emulavano il famoso “taglio d’occhi”.
Per gli egiziani ci si consacrava a Bast mescolando il proprio sangue a quello di un gatto, e chiunque ne uccidesse uno veniva condannato a morte. Furono sempre gli egizi ad originare la leggenda delle 9 vite dei gatti.
Altri popoli che adoravano il gatto:
Sono numerose le storie su Muezza la gatta del Profeta, ed ancora oggi per gli arabi, il gatto, è ritenuto un animale “caro” tanto che, pare, pur di non disturbarla durante il suo riposo su un suo abito, Maometto avesse fatto tagliare una manica.
I vichinghi veneravano Freya che aveva tra le immagini totemiche il gatto, Dea della bellezza e Signora dell’amore. Etruschi e Romani furono tra i primi a dare una connotazione “occupazionale” al gatto constatandone le grandi capacità come cacciatore di topi.
Anche in India arrivò il fascino dei gatti, infatti la “Dea Felina” Shasti era simbolo di fertilità.
Chi lo amava e chi lo odiava…
nonostante venissero venerati da molti popoli, i gatti, come tutto ciò che è sconosciuto e misterioso, sono stati anche “temuti” ed odiati: ad esempio in alcuni Clan della Scozia venivano torturati e bruciati e nel medioevo (essendo legati all’immagine delle streghe, soprattutto i gatti neri) venivano demonizzati e “giustiziati”.
Il termine “gatto” deriva da Cattus una modifica del termine africano Kadis.
Va detto che ad oggi la maggior parte delle razze di gatto esistenti sono state selezionate ed allevate nei monasteri dalle figure ecclesiastiche che, pur se tardi, ne hanno scoperto le grandi potenzialità.
Ed oggi?
Il gatto, oggi come ieri, non lascia indifferenti, viene sempre o venerato o temuto, ed ancora si continua a credere che abbia delle percezioni particolari, un canale comunicativo preferenziale con l’occulto, tanto da condurre numerosi esperimenti scientifici sulle sue potenzialità extra-sensoriali.
Resta famoso Oscar il gatto della Casa di Cura di Steere House di Providence negli Stati Uniti che, nonostante l’indole solitaria e poco socievole, sceglieva di trascorrere e dedicare le sue ore della giornata ai pazienti che sarebbero deceduti a breve. La precisione “matematica” del gattone ha fatto si che, il personale medico, potesse avvertire i parenti degli utenti per salutare il proprio caro prima del decesso.