Oggi, 27 gennaio, è il Giorno della Memoria, una data riconosciuta in tutto il mondo e che ricorda e commemora le vittime dell’Olocausto che portò, come sappiamo, allo sterminio di milioni di ebrei, ma anche di prigionieri di guerra, di oppositori politici, di minoranze etniche quali rom, sinti e jenisch, di gruppi religiosi come testimoni di Geova e pentecostali, di omosessuali e di portatori di handicap fisici o mentali. Questo giorno fu scelto dall’ONU in coincidenza dell’anniversario della liberazione dei sopravvissuti nel campo di Auschwitz, che avvenne, appunto, il 27 gennaio del 1945. La Shoah è stata, senza dubbio, una delle pagine più orrende della nostra Storia e mantenere vivo il ricordo è assolutamente necessario. Dobbiamo sentire la coscienza e la responsabilità di trasmettere il senso della memoria per evitare che il male possa uscire di nuovo dalle viscere profonde dell’odio verso l’altro, alimentato per beceri interessi di consolidamento deviato del potere, e per scuotere dal torpore dell’indifferenza rispetto a quelli che possono essere, anche oggi, dei campanelli di allarme. “L’infezione è spenta, ma il virus serpeggia” disse Primo Levi.
Anche quest’anno, seppure in modalità diverse per via del Covid, a Napoli e in Campania, così come in tutta Italia, in queste ore si stanno tenendo tante iniziative e commemorazioni per non dimenticare. A tal proposito, presso il Palazzo di Governo, si è scelto di consegnare – in presenza dei vari sindaci e dei vertici delle Forze dell’ordine – da parte del Prefetto di Napoli, Marco Valentini, le medaglie d’onore alla memoria ai familiari di trentadue cittadini del capoluogo campano e della provincia, deportati e internati nei lager nazisti. La speciale benemerenza è prevista dalla legge n. 296 del 27 dicembre 2006 per rendere appunto omaggio, nel modo più solenne, a quanti pagarono un tragico prezzo nei lager o asserviti allo sfruttamento. I nomi dei 32 sono: Giuseppe Giordano (Gragnano); Salvatore Aprea, Giuseppe Cilento, Antonio De Simone, Alessandro Fasulo, Alfonso Gargiulo, Mosè Gargiulo, Mastellone Domenico, Luigi Mollo (Massa Lubrense); Elvino Ambruoso, Salvatore Ruggiero, Antonino Vacca, Lauro Miccio, Lucio Miccio (Meta di Sorrento); Vincenzo Avarone, Gaetano Cerracchio, Nicola Costa, Pasquale Lopardi, Giuseppe Maggiore, Renato Sarnelli, Matteo Virgilio (Napoli); Salvatore Aversa, Luigi Pollio (Piano di Sorrento); Raffaele Gallo (Portici); Raffaele Cesaro, Francesco Gargiulo, Luigi Mastellone, Antonino Vacca (Sorrento); Giovanni De Simone (Torre Annunziata); Raffaele Aiello, Angelo Apuzzo, Antonino Miniero (Vico Equense).
Per quanto riguarda l’Amministrazione comunale della città partenopea, rappresentata dall’Assessore Alessandra Clemente, sempre per questa giornata, prima di partecipare alla consegna delle medaglie, ha deciso di deporre alle ore 9 una corona in Via Luciana Pacifici nella zona degli Orefici e, subito dopo, in Piazza Bovio, di tenere un momento di raccoglimento con la deposizione di un omaggio floreale alle “pietre di inciampo” della Piazza. Queste, come in tante altre città, sono state installate per commemorare i membri della comunità ebraica che furono costretti a lasciare le loro case dopo la promulgazione delle leggi razziali e furono arrestati e deportati nei campi di concentramento e di sterminio.