Sciamanesimo: (o sciamanismo) indica, nella storia delle religioni, in antropologia culturale e in etnologia, un insieme di conoscenze, credenze, pratiche religiose, tecniche magico-rituali, estatiche ed etnomediche riscontrabili in varie culture e tradizioni.
Un rito, una credenza, un dono “magico” che pochi hanno e che sfruttano a fin di bene. Una mente aperta per percepire cose che “noi” non riusciremmo a vedere. Spiriti, credenze e folclore che arrivano da molto lontano. E il coraggio! Si, queste persone hanno il coraggio e il dono di affrontare il sovrannaturale.
Scetticismo, credulità e stregoneria sono spesso le parole che associamo a tali pratiche. Ma è vero? O magari siamo spaventati dall’occulto?
Giulio è lo sciamano a cui ho posto qualche domanda…
Come ti sei “accorto” di essere uno sciamano?
E’ stata una lenta progressione, una discesa agli inferi, seguita da una scalata verso la Luce. A vent’anni volevo farmi prete, nonostante fossi già dichiarato come omosessuale; entrai in seminario cattolico e ci passai tre giorni esatti; fu più che sufficiente a farmi capire che ero in errore. Con il senno di poi, semplicemente non capivo cosa mi stava succedendo, e mi rivolsi in buona fede alla maggiore istituzione religiosa italiana. I sacerdoti cattolici mi accolsero con amore e rispetto, ma le mie inquietudini erano troppo grandi, e loro non potevano dissolverle con i loro dogmi. Le parole intolleranti di Ratzinger confermarono poi la mia decisione. Credo ancora oggi di aver fatto la scelta giusta. Studiai Carlos Castaneda, giovane e sciocco com’ ero. Si dice che i suoi libri siano… magici. Lo sono, ma non è una magia buona, la sua. E’ anche in gran parte falsa. Cominciai a fare sogni “potenti”, pur rifiutando gli insegnamenti di Castaneda e del Nagualismo (la sua scuola filosofica) che molto hanno a che fare con i sogni. Passai anni della mia vita saltellando, intellettualmente parlando, tra ateismo duro e puro, e dubbi, dubbi, dubbi, sul nostro mondo e sulla sua reale natura. Percepivo che c’era qualcosa di strano, i paesaggi naturali mi sembravano falsi, come fossero sagome di cartone. Nel frattempo i miei sogni di potere continuavano. Sogni in cui mi rendevo conto di stare sognando, e che potevo in parte manipolare. Sogni lucidi, si chiamano. Feci un sogno profetico; due donne, una la conoscevo nella vita reale, mi dissero che una piccola località marittima toscana era stato un porto e un osservatorio “dove si contattavano le stelle”. Non solo in quella località ci sono stati avvistamenti di UFO, ma, ho scoperto (anni dopo) che si trattava di un porto etrusco. Un osservatorio, ogni insediamento etrusco aveva almeno un aruspice. Ad un certo punto della mia vita, a ventisei anni, decisi di sconfiggere le mie paure, e pregai Dio, di mostrarmele. Non avevo fede, ero semplicemente molto risoluto. Mi fidavo della mia forza. Sfidai me stesso, a prezzo del mio rapporto con il Signore. Un prezzo orribile. Nel giro di alcuni giorni il mio fidanzato dell’ epoca mi derubò e mi picchiò. Anche io picchiai lui, mandandolo in pronto soccorso, e fu anche peggio. In poche settimane persi il lavoro, perché lavoravo con lui (avevamo una piccola impresa artigiana) e la situazione era insostenibile. Vendemmo la bottega. Quindi, rimasi disoccupato. Ebbi un crollo nervoso e fui ricoverato qualche giorno in psichiatria. La mia vita era distrutta: ero stato accontentato. Dopo un po’ di tempo necessario a riprendermi, cominciai a controllare la mia ira, ero molto arrabbiato con Dio, e cercai uno sciamano più esperto, che potesse addestrarmi. Vedi bene che ero già abbastanza monotematico, e interessato all’argomento, solo questo doveva farmi riflettere; avevo provato il paganesimo e il buddhismo… favole. Forse il buddhismo ha un fondo di verità. Chissà. Trovai vari insegnanti, quattro, diedi una possibilità anche al Nagualismo, e mi allenai con tutti loro. Con una di queste insegnanti sono ancora in contatto, lei è molto sulle sue, particolare, buddista (io cristiano) e sembra sempre che la infastidisci a scriverle. So che non è così, lei prende molto sul serio il concetto di distanza emotiva.
Sciamano si diventa o ci si nasce?
Entrambi, decisamente entrambi. Io non sono un purista, mica c’ ho la casacca di Serpreverde addosso. La mia mentore dice (e io sono d’accordo) che lo sciamanesimo, deve, funzionare. Punto. Se gli spiriti scelgono un imam, o un prete cattolico (e quanti ce ne sono…) bene così. Se scelgono un operaio o un cameriere, bene così. Se l’operaio o che so io, vanno in cerca e trovano, con metodo rigoroso e con risultati tangibili, bene così, si sono conquistati l’abilità e anche il “titolo”. L’ importante è non vantarsi mai del potere (per non perderlo), e fare attenzione alle insidie dell’oscurità.
C’ è una correlazione (o un contrasto) tra lo sciamanesimo e l’omosessualità?
Non più di quante ce ne siano con l’eterosessualità. L’unica curiosità che mi viene in mente è che i pellerossa del Nord America chiamavano gli LGBT+ “due spiriti”, popolo dei due spiriti, sia così che cosà. Molto spesso, ma non sempre, i popoli delle pianure nordamericane gli davano questo ruolo sciamanico nella tribù, ma non era un assoluto, o una regola. Se una donna sapeva usare le armi, diventava guerriera, ad esempio. Per il resto, di solito l’ambiente sciamanico moderno è inclusivo