In Italia, negli ultimi anni, il completo cambiamento delle attività dell’uomo e la forte antropizzazione di territori prima destinati ad utilizzi rurali e connessi alla pastorizia, hanno determinato non solo modificazioni del paesaggio ma, anche, un adattamento del comportamento degli animali che vivono in questi micro – habitat. All’interno di questo scenario, i cinghiali, animali alloctoni reintrodotti negli anni a scopo venatorio, a causa dell’incuria in cui le città vivono, si sono sempre più avvicinati ai centri abitati. Allo stato attuale ci troviamo di fronte ad animali semi-domestici, perfettamente integrati nel tessuto urbano ed assolutamente confidenti nei confronti del genere umano.
Tenendo presente, innanzitutto, che molti parchi in cui questi animali sono arrivati negli anni, tramite i corridoi ecologici, non sono provvisti di recinzione lungo tutto il perimetro, questi sconfinamenti avvengono spesso a causa dei rifiuti e della disponibilità di cibo che i cittadini stessi favoriscono, contravvenendo sia alla legge che al buon senso.
A causa della scarsa e sbagliata informazione che gli Enti preposti svolgono nei confronti dei cittadini, purtroppo si vengono a verificare anche degli episodi “critici” come, ad esempio, incontri ravvicinati durante le passeggiate con i propri animali domestici o, ancora peggio, incidenti stradali.
Conscia di quanto tutto questo possa impattare sul quotidiano di chi ha a che fare con queste difficoltà, trovo che ciò a cui si è assisto la notte tra il 16 ed il 17 ottobre a Roma sia veramente sconvolgente. È avvenuta una vera e propria mattanza di cinghiali “autorizzata” all’interno del parchetto Mario Moderni in via della Cava Aurelia che fino a pochi giorni fa era ancora chiuso al pubblico dopo l’accaduto. Lo stato, oltre ad autorizzare l’uccisione di queste creature ritenute “infestanti” ha fatto una carneficina, come già detto, di una mamma ed i suoi cuccioli.
L’Associazione di Volontariato MADE IN BUNNY O.D.V. non poteva restare inerme ed, oltre ad occuparsi della parte “legale” della questione, ha partecipato alla manifestazione “Giustizia per i Cinghiali” svolta sabato 24 ottobre dalle 14.40 in piazza del Popolo, che ha dato spazio ad associazioni, attivisti, volontari e singoli cittadini che hanno provato profonda indignazione per un “omicidio ingiustificato”. Ovviamente la manifestazione si è svolta nel pieno rispetto delle misure inerenti il distanziamento sociale e con le misure di auto-protezione in forma totalmente statica; si è trattato di un evento senza bandiere e nomi che sfruttassero l’aspetto pubblicitario della presenza. L’obiettivo di questo gesto era la richiesta di essere presenti ai prossimi tavoli tecnici nei quali si sarebbe discusso del destino degli altri cinghiali che ormai popolano i centri abitati di Roma. Speriamo si possano trovare misure “cruelty free” per arginare la problematica e che rispettino l’incolumità veramente di tutti! È troppo facile inferocirsi, indignarsi e perfino coprire di insulti violenti un ragazzino, chiaramente deviato e disturbato, che ha ucciso un animale tenero e neotenico come un gattino, ed una mamma di cinghiale, meno “cucciolosa” e carina che si è vista uccidere dinanzi i figli che con fatica e dolore ha messo al mondo e difeso e che poi a sua volta è stata uccisa, possiamo lontanamente immaginare cosa abbia provato? Fino a che una vita avrà più valore di un’altra, in questa retrograda cultura specista, dove storciamo il naso per cani e gatti maltrattati, ma poi siamo pronti a vedere pesci agonizzanti ai mercati ed eviscerati vivi, o maiali sgozzati e scotennati saremo sempre qualcosa di “altro” rispetto alla natura ed all’armonia universale!